“Le persone rimangono stupite dalla qualità del piatto e dal fatto che cucini davvero. Pensano che sia un forno a microonde in grado di far rinvenire qualcosa di precotto: invece nei kit ci sono veri ingredienti e quello che il forno fa è cucinare al posto tuo”. Matteo Gori, 35 anni, managing director di CucinaBarilla, è molto soddisfatto di come stia andando il progetto, nato in modo embrionale tra il 2011 e il 2012, sviluppato in collaborazione con Whirlpool, e lanciato nel 2015. In tutte le occasioni in cui CucinaBarilla è stato presentato, compreso Seeds&Chips, la risposta è stata molto positiva. Da alcuni mesi il servizio CucinaBarilla è anche su abbonamento, un’autentica novità che guarda alle tendenze nei film e nella musica, da Netflix a Spotify (“Siamostati i primi al mondo a usare l’etichetta Rfid in ambito food. E i primi a lanciare un servizio di abbonamento”). Una formula che piace ai Millennials. Il ready to use è uno dei trend di mercato (il 35% dei consumatori vorrebbe che qualcuno cucinasse al suo posto, secondo una ricerca Doxa) in un mondo del food che cambia: automazione, digitalizzazione (il filone smart kitchen rappresenta un mercato da 10 miliardi di dollari entro il 2020), nutrizione, customizzazione (le stampanti 3D). E non è un caso che su tutti questi fronti Barilla sia presente.
Matteo Gori, come nasce il progetto di CucinaBarilla?
Abbiamo cominciato nel 2010 osservando i trend delle persone che avevano sempre meno tempo o voglia o capacità di cucinare. E abbiamo cercato di capire come intercettarli. Inizialmente abbiamo pensato a una macchina del pane super evoluta. E a un kit di farine e lievito che potesse andare in questo ipotetico device del futuro. Il passo successivo è stato quello di aggiungerci altre ricette, focacce, pizze, torte. E poi è venuto in mente l’estensione ai primi piatti. È nato così un microonde combinato con una serie di features tecnologiche speciali. Oggi abbiamo una gamma di 27 referenze, comprendendo paste, risotti, zuppe.
Quanto conta la tecnologia in questo prodotto?
«È un aspetto fondamentale. In tutte le nostre ricette, in particolare, quelle bakery, la precisione della temperatura, di lievitazione prima e di cottura poi, è basilare. Questo è importante per garantire un prodotto finale di qualità.
Per quale tipologia di cliente è stato pensato?
Nei nostri kit non ci sono coloranti, conservanti o aromi artificiali. Solo ingredienti genuini. Sono ready to use perché le porzioni sono perfette per la specifica ricetta. E perché nel kit c’è l’etichetta che dà precise istruzioni al forno. La fascia cui abbiamo pensato è molto importante: sono quelle persone che hanno vite piene dal lavoro e altri impegni e che rientrando la sera a casa vorrebbero mangiare qualcosa di cucinato al momento ma non sempre riescono a farlo quanto vorrebbero. È una soluzione che al momento non ha alternative sul mercato.
Il filone healthy è sempre più al centro degli interessi dei consumatori: come state cercando di intercettarli?
Abbiamo già quattro ricette con prodotti integrali e stiamo pensando di allargarle.
Sicuramente andremo a lavorare nell’ambito del senza glutine, del bio, magari dei sughi senza lattosio, vegani. Il nostro vantaggio di set up è che le ricette non sono precaricate nel forno. Ma tutte le informazioni sono all’interno del kit. Possiamo andare avanti pensandone di nuove, in maniera totalmente libera da vincoli.
Il consumatore è oggi adultero nei consumi: l’abbonamento può essere uno strumento di fidelizzazione?
Ci è sembrato un modo moderno, al passo con i tempi. Un po’ sulla stregua di Netflix, Spotify, esempi cui ci siamo ispirati, per portare nel maggior numero di case possibili un esercizio come CucinaBarilla, dando la possibilità di provarlo, senza impegno, e di vedere
quanto e come rientra nelle abitudini di consumo. CucinaBarilla è un servizio: qualcosa che cucina al posto tuo. E l’abbonamento, che si sottoscrive su www.cucinabarilla.it, veicola sempre di più il legame forno e kit. Prevede un costo di attivazione una tantum (49 euro), che rappresenta le spese di spedizione del forno, in comodato gratuito. E una spesa di 30 euro al mese per 9 kit a scelta e modificabili di mese in mese in base alle esigenze. L’abbonamento dura diciotto mesi. Se si vuole uscire anticipatamente, si ripagano le spese di spedizione del forno. Il servizio si affianca alla modalità più tradizionale, che è quella dell’acquisto del forno e dei kit in maniera disgiunta.
Il food delivery cresce. E rappresenta un’alternativa concorrenziale al ready to use.
Il tipo di esperienza è diversa. Nel nostro caso i kit li hai già in casa: sono pronti all’uso e vengono cucinati al momento, al posto tuo. Controlli la qualità sia dell’ingrediente, sia del risultato finale e tieni il processo sotto controllo. Cosa che invece nei servizi di delivery non c’è. Chiaramente è un panorama competitivo che si va riempiendo e affollando sempre di più. Non ci vediamo però in diretta concorrenza con quei servizi. Anzi, potenzialmente potremmo essere al loro fianco nell’andare a risolvere il need del tempo. Noi poi andiamo a intercettare altri bisogni: la mancanza di voglia e capacità di cucinare. Non tutti sanno farsi pane o pizza in casa o mantecare il risotto.
CucinaBarilla libera ma non riduce il tempo, è un’alternativa al fast food.
Certo. Le nostre ricette non si fanno in poco tempo, ma nel tempo che ci vuole. Ti disimpegna e ti permette di utilizzare quel tempo per fare altro. Un risotto fatto con
Carnaroli ha bisogno di essere mantecato e cucinato nel modo giusto. Stesso discorso per una lievitazione naturale fatta con lievito di birra e non istantaneo. Poco più di un’ora per la pizza e circa tre ore per il pane.
A Cibus Barilla ha presentato un prototipo di stampante 3D.
È un trend assolutamente forte. E CucinaBarilla da un certo punto di vista vi si avvicina, perché è un esercizio che nasce con una gamma molto ampia di prodotti, e che si svilupperà sulla base delle richieste e dei dati rilevati dalle esperienze dei consumatori. Siamo partiti con dodici ricette e siamo arrivati a ventisette. Ma le quindici successive sono nate grazie anche agli stimoli, suggerimenti, a quello che ci è sembrato particolarmente apprezzato. Poi ci sono quelle in cui è necessario un tocco personale. E quello è un trend cui Barilla vuole assolutamente avvicinarsi.
Tutto in linea con la filosofia corporate da sempre impegnata sul fronte nutrizione e sviluppo sostenibile.
La qualità degli ingredienti dei nostri kit è spinta al rialzo, perché vogliamo fare un esercizio in quella direzione. Alcuni dei nostri sughi sono disidratati e liofilizzati, una tecnologia che permette una conservazione naturale e ottimale senza l’aggiunta di additivi. E poi il forno, attraverso il suo serbatoio, aggiunge l’acqua da solo in modo preciso in base alla ricetta. Rispettiamo linee guida molto stringenti sulle etichette nutrizionali: basso contenuto di sale, per esempio, niente aromi artificiali, coloranti o conservanti. E le nostre ricette sono le più pulite e corte possibili.