La cultura della riparazione guadagna terreno sull’acquisto del nuovo

Una questione di convenienza ma anche di cambio nei modelli di consumo, in linea con una maggiore attenzione a sostenibilità ed economia circolare

Abbiamo già parlato di come la “seconda mano”, ovvero il mercato dell'usato, sia in costante crescita sulla scia di esigenze di risparmio, ma anche di un nuovo approccio culturale che rimodella il consumismo e nobilita la pratica, associandola a ricerca di sostenibilità e ad app che rendono il tutto più trendy. Lo stesso discorso vale per l'ascesa del concetto di riparazione, riciclo e fai da te su quello di acquisto del nuovo. Non a caso un brand come Patagonia, che ha la sostenibilità nel proprio dna in tutte le diverse declinazioni, offre ai propri clienti un servizio di riparazione vestiti e accessori anche a diverso tempo di distanza dall'acquisto, insieme ad una serie di altre garanzie e opzioni orientate alla durabilità del prodotto. Un approccio che non solo è green, ma diventa messaggio di fiducia, qualità e autenticità d'intento.

Spostandoci al mondo della casa, anche Ikea sta implementando una serie di soluzioni in tal senso, promuovendo il concetto di economia circolare, anche perché alcuni dati del settore confermano come la tendenza sia già di per sé in ascesa. Stando a un'analisi condotta da TaskRabbit, le prenotazioni per riparare mobili e complementi d’arredo sono aumentate del +266%, accompagnate da un incremento di richieste di aiuto per il compostaggio domestico (+80%). La tendenza della sostenibilità nel fai da te sarebbe in particolare esplosa con il lockdown, quando il 50% degli italiani ha dato nuova vita ai mobili di casa, modificandoli e rendendoli adatti a stili e usi diversi, mentre il 65% si è scoperto molto più attento al riutilizzo degli oggetti, con i romani più green dei milanesi (69% contro 54%), nonché le donne più attente degli uomini (71% contro 58%).

L’indagine TaskRabbit fa anche delle previsioni per la casa green del futuro, dove la sostenibilità non sarà più legata soltanto a riparazione, upcycling e riutilizzo di mobili, ma a una migliore gestione dell’energia: già oggi la piattaforma ha registrato in tutto il mondo un incremento del 111% di richieste per la sigillatura degli infissi, per garantire un miglior isolamento dell’abitazione e un più efficiente dispendio di energie. La dimora del futuro sarà verde anche per la presenza di piante: con un +108% di prenotazioni per giardinaggio, +41% di richieste di aiuto per la cura di piante e fiori e + 25% appuntamenti fissati per creare un orto in casa, gli spazi dedicati alla vegetazione aumenteranno, in molti casi per garantire la fornitura di verdure a km0 – dal balcone alla forchetta.

Si tratta dunque, nel complesso, del consumare meno e meglio. Il tutto in legame con altri trend come il salutismo, la riscoperta della vita agreste, dell'orto, della dimensione di campagna su quella urbana (se non nella pratica nell'immaginario). L'invito allo shopping sfrenato e all'acquisto della novità a tutti i costi, magari con un certo fare "vecchio stampo", oggi sembra pertanto richiedere una certa cautela da parte dei brand. Questo sia per il rischio di risultare in disarmonia con italiani oppressi da inflazione e caro energia, sia perché lo stesso modello di consumismo, lo ripetiamo ancora una volta, non vanta più l'appeal di un tempo. Riparazione, invece, è una parola che nel 2022 suona bene, non solo a livello materiale, ma anche psicologico, emotivo e sociale. C'è tanto da riparare e da ricostruire meglio, con la consapevolezza di chi ha imparato qualcosa.

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