La diversity giovanile come chiave d’innovazione: il caso Kellify

Otto nazioni e tre continenti rappresentati, con la presenza di oltre il 77% di millennial e generazione Z in ruoli chiave, dei quali il 38% sono donne. Questo il profilo delle giovani risorse umane di Kellifyscale-up globale che applica l’intelligenza artificiale alle esperienze estetiche e che ha pubblicato un report dove sintetizza tre anni di impegno orientato a "creare un ambiente diversificato, vibrante, e un team inclusivo e orientato alla crescita".

"Ponendo le nostre basi su una mentalità ad effetto volano, stiamo cercando di creare una realtà ideale nella quale plasmare persone significative, pronte al futuro. Bilanciando le sfide e promuovendo il progresso continuo, sia come team che a livello sociale, Kellify ritiene prioritaria l'inclusività di ciascun individuo. Il nostro è un luogo nel quale cerchiamo di abbattere le barriere degli stereotipi che identificano normalmente nei maschi le figure di matematici, fisici o sviluppatori software”, sottolinea Francesco Magagnini, amministratore delegato di Kellify.

Un esempio virtuoso di talent attraction e valorizzazione strategica del fattore umano in chiave d'innovazione, dove la diversity riveste un ruolo centrale, come più volte ribadito su queste pagine. Non a caso si tratta di politiche e di un tipo di cultura più spesso sposata da start-up e aziende che nascono con un'indole già di per sé innovativa e slegata da certi vincoli e sovrastrutture proprie delle "realtà tradizionali". Un plus competitivo che richiederebbe a quest'ultime l'adozione di modelli più agili e flessibili per stare al passo e rendersi attrattive nei confronti dei giovani talenti (soprattutto se parliamo di scarseggianti competenze digitali).

Come si legge nel report, generazione Z e millennial apportano sul luogo di lavoro "la loro visione del mondo e modalità di vivere il globo da diverse angolazioni online ed offline, aiutando a costruire un modello di leadership efficace che fa la differenza all'interno delle organizzazioni". Un apporto che richiede di essere integrato in armonia con le altre generazioni presenti in azienda, ancora una volta soprattutto se parliamo di realtà tradizionali dove la varietà anagrafica è elevata e al management sono richieste importanti capacità di lettura e inclusione delle differenze.

Non a caso delle multinazionali come Mars, Mondelez e Nestlé stanno lavorando con formazione e iniziative ad hoc su questo fronte.

 

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