La forza per ripartire arriva dall’interno dell’azienda

Editoriale – "Favorire la crescita delle professionalità interne e il cambiamento culturale-organizzativo, oggi così prezioso per favorire il rinnovo e il ripristino della competitività delle imprese" (da MARK UP 201)

Momenti caldi, non solo per il clima torrido, ma per una serie di avvenimenti attesi, alcuni paventati, altri auspicati. Mai, come in questi tempi, distribuzione e industria si sono trovate al centro della scena politico-economica italiana, complice una manovra finanziaria che, se andrà a buon fine, muoverà concretamente gli equilibri economici e finanziari del mondo del consumo. Gli schieramenti sono pronti e, altra novità, per la prima volta, retail e industria sembrano allineati e compatti (sappiamo bene che non è facile), di necessità si fa virtù.
Intanto, il punto non è solo “rifocillare” i consumi limitando i tagli e gli aumenti tributari, ma cercare di favorire la crescita, costruendo (o ricostruendo) un rapporto di fiducia con i propri clienti e, prima ancora, con i propri dipendenti. Troppe aziende, appellandosi alla crisi, hanno trattato il proprio personale come se fosse un problema, trasformandolo in mera voce di costo, deprimendone così la produttività e la capacità d'innovazione. Quindi, se da un lato è bene fare lobby per far ripartire i consumi, dall'altro nessuno vieta alle singole aziende di perseguire nel loro “privato” delle best practice che ricomincino a favorire la crescita delle professionalità interne e il cambiamento culturale-organizzativo, oggi così prezioso per favorire il rinnovo e il ripristino della competitività delle imprese. Un segnale positivo, in questo senso, arriva, a mio avviso, dalla firma dei contratti integrativi di Barilla e Nestlé. Entrambi gli integrativi, firmati in pieno accordo con i sindacati, raccontano di best practice che potrebbero essere d'esempio anche ad altri settori. Innanzitutto, la coerenza con il posizionamento dell'azienda, è il caso di Barilla, che, ormai da qualche anno, ha assunto un ruolo sociale importante, ampliando il suo focus non solo ai target commerciali e di marketing, ma ai suoi stakeholder ed ha coerentemente legato il suo integrativo a parametri di sito, puntando a temi quali la sostenibilità ambientale e la qualità. Per i 4.500 addetti che riceveranno tra il 2011 e il 2013 il premio di produzione per obiettivi di 6.900 euro (+900 euro, rispetto al periodo precedente) sarà sottolineata l'importanza della formazione professionale continua, che implicitamente rafforza il concetto di un impegno da parte dell'azienda per garantire stabilità occupazionale. Novità analoghe anche in casa Nestlé, che punta al gestionale, ma non fatto solo di pura redditività. Infatti, i premi riguarderanno anche la qualità del prodotto, il servizio al cliente e l'infortunistica.
Con un moto di ottimismo possiamo dire che, quando l'attenzione si sposta dai numeri alle persone, una speranza c'è: magari non si impenneranno le vendite, ma un ritorno di civiltà è un buon viatico al successo dell'essere civile e sociale, cioè dell'essere umano.

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