La gdo oltre il 2020 nelle previsioni di Mediobanca

La nuova edizione dell'Osservatorio sulla GDO italiana evidenza che dopo un 2020 eccezionale, il settore tornerà a fare i conti con i nodi strutturali: margini in calo, crescita dei discount, eCommerce non redditizio

L'Area Studi Mediobanca ha rilasciato la nuova edizione dell'Osservatorio sulla gdo italiana e internazionale a prevalenza alimentare che contempla l'analisi dei macro dati economici di 17 aziende nazionali e 27 player internazionali di primo piano nel periodo 2015-2019. Lo studio è un riferimento per il settore e in questa edizione copre il 93% del mercato italiano, comprendendo un approfondimento su 32 drugstore italiani e un focus sulla sostenibilità della gdo in Italia e all’estero.

Il punto di partenza è come è finito il 2020: +5% di crescita dell'intero settore di cui l'1% solo del canale online. Entrando nel dettaglio dei vari format si riscontrano i seguenti tassi di crescita:

  • Discount +8,7%
  • Supermercati +6,8%
  • Drugstore +6,6%

Secondo Mediobanca, l'intero settore registrerà una crescita più modesta nel 2021, prevista per l'1,6%, equivalente a un +3,3% come media del biennio 2020-2021. Numeri molto interessanti per il canale digitale, con l'eCommerce che può arrivare a valere il 3% del mercato nel 2021 anticipando di due anni le previsioni pre pandemia.

Il mercato italiano marca una concentrazione in crescita con i primi cinque retailer che si prendono nel 2020 una quota di mercato che vale il 57,5%, contro il 52,8% del 2019. Un quota che supera quella spagnola ma resta molto indietro rispetto ai riferimenti europei quali Francia (78,1%), Gran Bretagna (75,3%) e Germania (75,2%).

Passando alle insegne, come era previsto dopo l'acquisizione degli ipermercati Auchan, nel 2020 Conad detiene la leadership con il 14,8% del mercato, in seconda posizione Selex al 13,7% e Coop al 12,9%. Coop perde due posizioni negli ultimi dieci anni tenendo conto che nel 2011, con il 15,3% erano il primo gruppo precedendo Conad al 10,6% e Selex all’8,1%.

A livello internazionale, nel 2020, i grandi retailer hanno segnato una ragguardevole crescita dell’8,3% cui sono correlati margini industriali (+17,1%) e risultati netti (+42,4%) molto positivi.

Oltre e prima dell'era Covid, l'intero sistema aveva segnato una trend discendente un po' su tutti gli indicatori econometrici. Per esempio il Roi complessivo medio del triennio 2015-2017 valeva il 5,6% ma nel 2019 è sceso al 4,9%. La decrescita ha interessato i vari fomat ricalcano sommariamente le dinamiche già note: i discount dal 20,1% al 16,6%, la d.o. dall’8,8% al 7,8% e la Gd dal 6,7% al 4%.

Anche l'ebit margin racconta più o meno la stessa storia:
dal 2,5% del 2015-2017 al 2,1% del 2019, con i discount in questo caso in lieve crescita dal 4,7% al 4,9%, la d.o. in calo dal 2,8% al 2,4% e la Gd in flessione dal 2,9% all’1,9%.

I ranking principali

Dalla grande mole dei dati del rapporto, alcuni degni di nota e rilevanti:
Lidl Italia è leader per crescita delle vendite tra il 2015 e il 2019: +8,7% medio annuo; Eurospin e Agorà seguono appaiate al +7,6%. Quindi trio Lillo-MD (+6,9%), VéGé (+5,3%) e Crai (+5,2%).
In termini di Roi, circa il capitale investito, il leader è Eurospin (20,2%), quindi Lillo-MD (16,5%), Agorà e Lidl Italia al 12,9% e Crai all’11,9%.
Per quanto riguarda gli utili, il leader è Supermarkets Italiani (Esselunga) con 1.340 milioni cumulati tra il 2015 e il 2019; poi Eurospin a 1.016 milioni, Conad a 879 milioni e VéGé a 839 milioni. Carrefour ha cumulato perdite per 603 milioni di euro, Coop per 252 milioni di euro.
Passando alle cooperative, Coop Alleanza 3.0 è la maggiore e ha sommato vendite nel 2019 per 4.043 milioni di euro; secondo posto per Pac 2000A a 2.851 milioni, Conad Nord Ovest a 2.586 milioni; quindi al quarto posto Unicoop Firenze a 2.320 milioni.

I nuovi big

Mediobanca li identifica come i “campioni nascosti” per crescita e redditività. Sono 20 quelle con fatturato superiore a 500 milioni: dalla Finbre (Maxi Di) con 2.124 milioni, alla Poli con 506 milioni. Il report segnala performance rilevanti (2019) in termini di Roi per Verofin (Tigros) al 18,2%, Gruppo Arena al 18%, SC Evolution (Iperal) al 15,8%, Supermercati Tosano Cerea al 15,3%, Cannillo (Maiora-Despar Centro Sud) al 15,2% e Mega Holding (Megamark) al 15,1%. I venti operatori fatturano in toto 20,6 miliardi, con una crescita nel 2019 del 5,9% e  un Roi medio del 7,9%.

L'ambito internazionale

In ambito internazionale il fatturato maggiore è quello di Walmart con 463 miliardi di dollari. Il retailer con la maggiore proiezioni internazionale è l’olandese Ahold Delhaize (77,6%), seguita dalla Jeronimo Martins che vende soprattutto in Polonia (73,3%) e dalle francesi Auchan (62%) e Carrefour (52%).
Il ranking del Roi in una classifica dove sono presenti retailer nazionali e internazionali vede al primo posto l’australiana Coles (31,3%), seguita dall’italiana Eurospin (20,2%), dall’altra australiana Woolworths (19,8%), dalla statunitense Target (18%) e ancora dall’italiana Lillo-MD (16,5%).

Sostenibilità e altro

Infine un cenno a indici non econometrici ma sempre più importanti un report integrato. Circa la sostenibilità, la gdo italiana è sensibile al tema in termini di comunicazione: l’87,3% dei gruppi italiani ne parla nei propri siti contro il 96,5% di quelli esteri. Passando ai report di sostenibilità, la percentuale dei retailer italiani che lo realizzano scende al 62,5%, una quota molto più bassa rispetto al 96,4% dei gruppi internazionali. La quota di rifiuti differenziati è pari al 75,1% in Italia e al 71,7% all’estero. L’intensità energetica è allineata: circa 450 kWh per mq, ma i retailer italiani sono meno impattanti in termini di intensità carbonica: 136 kg di CO2 per mq contro 208 kg. Per quanto riguarda le risorse umane, nel 2019 la forza lavoro prevalente con il 62,9% del totale è quella femminile (60,3% all'estero).

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