La logistica punta sulla sostenibilità con tecnologie innovative

Mercati – Maggiore efficienza e flessibilità per massimizzare le performance in ottica energy saving. (Da MARK UP 192)

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1. Si afferma la normativa volontaria Leed

2. I nuovi carrelli abbattono le emissioni di CO2

3. La flessibilità è un key factor per i magazzini

Non vi è dubbio che il tema della sostenibilità sia oggi un driver di innovazione e sviluppo. La tendenza è declinare proposte e tecnologie verso la preservazione energetica nonché ambientale. Anche la logistica non sfugge a questa regola registrando un cambiamento importante in tutti i suoi ambiti.

Magazzini a basso impatto
Un magazzino che rispetta l'ambiente, consente di risparmiare energia, non crea disagi ai vicini, utilizza in modo responsabile le risorse del territorio: questi i criteri di valutazione definiti dalla normativa volontaria Leed (Leadership in Energy and Environmental Design), secondo una scala sviluppata negli Stati Uniti dall'ente indipendente Green Building Council (Usgbc) con la collaborazione delle imprese e di ricercatori delle università statunitensi e canadesi.
Il fine della normativa Leed è di indirizzare verso la costruzione di edifici ecocompatibili, incoraggiando lo sviluppo di soluzioni progettuali e tecniche che, attraverso una serie di parametri definiti, identifichino i progetti che sostengano l'adozione di strategie con che abbiano le migliori rese sia dal punto di vista dell'ambiente, sia da quello della salute.
Danilo Franchi di Energo, studio tecnico di Milano che fa parte dell'Usgbc, spiega a MARK UP che Leed è lo standard più completo per la definizione della sostenibilità di un edificio perché, oltre a prendere in considerazione gli aspetti energetici, considera la capacità dell'edificio di inserirsi in un contesto senza creare disagi a chi lavora alla costruzione dell'edificio, a chi vi svolgerà attività lavorativa, agli abitanti dell'area in cui l'edificio sorge, all'uso responsabile delle risorse e del territorio.

Valutare la progettazione
Ma non solo; rispetto a altre forme di certificazioni Leed considera tutte le procedure messe in atto per la progettazione, stimolando l'uso di software di modellazione adatti a simulare, per esempio, l'esposizione dell'edificio ai raggi del sole durante tutto l'anno e le condizioni di funzionamento di tutti gli impianti tecnici. Si verificano gli aspetti che riguardano il raffreddamento e il riscaldamento con l'applicazione di carichi reali.
E poi ci sono gli aspetti costruttivi; dal punto di vista dei materiali utilizzati per la costruzione, la normativa Leed preferisce materiali qualitativamente elevati e certificati e l'impiego di materiali riciclati e riciclabili, provenienti dalla demolizione di altri edifici, o che utilizzino risorse rinnovabili. Mentre dal punto di vista dell'ambiente interno all'edificio si valutano gli aspetti relativi al benessere dei lavoratori sia in corso d'opera, sia durante la sua utilizzazione; dall'impiego di materiali che non rilascino sostanze dannose sia per gli operatori addetti la costruzione, sia per quelli che lo utilizzeranno, all'impiego di cappe aspiranti, all'obbligo delle mascherine per gli operatori, al fatto di tenere umide le superfici in cui vengono effettuati gli scavi, per evitare di sollevare polveri.
La certificazione viene effettuata a opera di un ente terzo e la valutazione attesterà il grado di performance degli edifici sostenibili attraverso l'uso di un sistema di punti assegnati seguendo i vari ambiti specialistici in cui è organizzata la normativa Leed.

Il magazzino Huhtamaki
Un esempio di edificio costruito in Italia seguendo i criteri definiti dalla normativa Leed è il magazzino logistico realizzato nel 2009 da Prologis a Settimo Torinese per l'azienda finlandese Huhtamaki, specializzata in packaging alimentare. Un magazzino dalla superficie complessiva di circa 13.000 mq in cui sono state utilizzate vernici che consentono di ridurre l'effetto serra, che impiega sistemi di illuminazione che consentono una riduzione del 35% del consumo di energia elettrica, dove l'acqua piovana viene utilizzata per i sanitari e per l'irrigazione, i pannelli per il solare termico consentono di riscaldare circa 800 litri al giorno di acqua calda (circa il 60% di quella necessaria per gli usi che devono essere fatti nell'edificio), o i sensori per i rubinetti dell'acqua ne regolano l'uso. Un investimento, riferisce a MARK UP Jean-Louc Saporito di Prologis, che consente di ricavare benefici che vanno sia nella direzione del maggior valore dell'edificio, sia della diminuzione del costo di gestione per chi utilizza l'edificio.

Meno

  • Efficacia delle soluzioni
  • Saving economici per maggiore efficienza

Più

  • Asset difficilmente upgradabili


La normativa Leed in sintesi
Il sistema Leed si basa sull'attribuzione di crediti per ciascuno dei requisiti caratterizzanti la sostenibilità dell'edificio. Dalla somma dei crediti deriva il livello di certificazione ottenuto.
I criteri sono raggruppati in 6 categorie che assieme definiscono il punteggio finale dell'edificio:
Sostenibilità del sito (2 prerequisiti - 10 crediti): gli edifici certificati Leed devono avere il minor impatto possibile sul territorio e sull'area di cantiere
Gestione dell'acque (1 prerequisito - 4 crediti): la presenza di sistemi per il recupero dell'acqua piovana o di rubinetti con regolatori di flusso deve garantire la massima efficienza nel consumo di acqua.
Energia e atmosfera (3 prerequisiti, 6 crediti): utilizzando al meglio l'energia da fonti rinnovabili e locali, è possibile ridurre in misura significativa la bolletta energetica degli edifici.
Materiali e risorse (1 prerequisito, 7 crediti): ottengono un punteggio superiore, nel sistema di valutazione Leed, gli edifici costruiti con l'impiego di materiali naturali, rinnovabili e locali, come il legno.
Qualità ambientale interna (3 prerequisiti, 10 crediti): gli spazi interni dell'edificio devono essere progettati in maniera tale da consentire una sostanziale parità del bilancio energetico e favorire il massimo confort abitativo per l'utente finale.
Innovazione nella progettazione + priorità regionale (3 crediti + 1 credito e 4 crediti): l'impiego di tecnologie costruttive migliorative rispetto alle best practice è un elemento di valore aggiunto, ai fini della certificazione Leed.
Sommando i crediti conseguiti all'interno di ciascuna delle sei categorie, si ottiene uno specifico livello di certificazione, che attesta la prestazione raggiunta dall'edificio in termini di sostenibilità ambientale. La certificazione Leed si articola in:
1. Base (40 - 49 punti)
2. Argento (50 - 59 punti)
3. Oro (60-79 punti)
4. Platino (80 o più punti)

Fonte: www.gbcitalia.org

I produttori di carrelli investono nell'energy saving
La ricerca di soluzioni per il risparmio di energia nei carrelli per la movimentazione vede i produttori impegnati sui fronti dell'impiego di tecnologie che consentano di controllare le condizioni di utilizzo e nell'impiego di sistemi più efficienti.
Hyster ha avviato la sperimentazione sull'uso delle batterie che utilizzano idrogeno, alla ricerca di soluzioni che siano adatte per l'impiego sui carrelli per movimentazione. Attenzione alle batterie anche da parte di OM Carrelli Elevatori, che sta accompagnando i produttori nella ricerca e sperimentazione di batterie con alta efficienza e di caricabatterie a alta frequenza, che richiedono alla fonte potenze inferiori.
Da tempo impegnata nello sviluppo di carrelli elettrici in cui è attivo il procedimento di recupero di energia durante la frenatura, Still presenta il primo carrello elevatore RX 70, disponibile nelle versioni diesel, o gas liquido, con il programma per il risparmio energia Bue-Q, un dispositivo che controlla e gestisce in maniera intelligente i consumi, aiutando l'utilizzatore a fare la scelta migliore dal punto di vista energetico. Il carrello con portate da 1,6 a 2,0 tonnellate, adatto anche per il trasporto dei materiali da spedizioni o per i depositi, nel ciclo di lavoro consuma 2 litri di diesel all'ora, il più basso della sua classe. Le differenze dei consumi fino a un litro rispetto ai tradizionali carrelli elevatori della stessa classe consentono di ottenere un risparmio di circa 5.000 euro in 5 anni (1 euro/litro x 1.000 ore di funzionamento/anno x 5 anni).
Toyota punta sulla gestione della batteria con Xmart, un dispositivo applicabile a tutti i tipi di batteria per i carrelli elettrici, che consente di ottimizzare la gestione. Una volta installato sulla batteria, Xmart permette di monitorare in tempo reale il ciclo di carica e scarica e poi di effettuare l'analisi sia del modo in cui viene gestito il ciclo, sia dei carichi di lavoro del sistema carrello-batteria. Con Xmart si può utilizzare solo l'energia necessaria per caricare completamente la batteria, programmare la ricarica della batteria solo nelle fasce orarie più convenienti, allungare la durata della batteria reintegrando solo l'energia necessaria, in questo modo si evitano sovraccariche dannose, prevenendo un invecchiamento precoce della batteria. Il modello Xmart+ è dotato di modem e sim Gprs/Gsm che permette di controllare e monitorare la batteria, in tempo reale, via internet. Con Xmart+ si può controllare in remoto un intero parco, anche se situato in un luogo differente.

Smoov cambia la progettualità del magazzino
Nel mercato dell'automazione dei magazzini le soluzioni esistenti pongono vincoli sia in temini di dimensioni sia di flessibilità. La soluzione sviluppata da Icam punta a mettere a disposizione una nuova soluzione adatta per l'impiego nei magazzini di qualsiasi dimensione. Smoov Asrv si presenta come una piattaforma di tecnologie in grado di adeguarsi alle caratteristiche dei magazzini superando i vincoli spaziali e dimensionali che caratterizzano i magazzini automatizzati tradizionali basati su sistemi Automated Storage & Retrieval Systems (Asrv). Questi movimentano le unità di carico per mezzo di translo elevatori che hanno bisogno, per operare, di spazi ampi, rendendoli inapplicabili per realtà di piccole dimensioni, o con spazi complessi e bassi. In questi casi la risposta è data da magazzini con semplice scaffalatura, senza possibilità di automatizzazione, che presentano costi ridotti di realizzazione, ma possono essere costosi da gestire.
La chiave su cui ruota Smoov è far sì che sia la tecnologia a adattarsi alle dimensioni del magazzino, anziché il magazzino alla tecnologia esistente. Con Smoov l'automazione dei magazzini avviene per mezzo di veicoli intelligenti, di dimensioni ridotte, che si muovono sulle scaffalature; non vincolati fisicamente al magazzino.
La tecnologia Smoov è scalabile e modulare, sviluppata come un sistema, perché consiste di varie componenti che interessano sia la parte hardware, sia quella software di un magazzino. Fondamentale è la progettazione di una struttura idonea, nella quale viene integrato un sistema di binari per lo scorrimento dei veicoli Asrv secondo una configurazione che consente loro di muoversi nei corridoi del magazzino.
A coordinare il tutto una serie di componenti automatiche che si occupano di gestire e controllare il movimento dei veicoli e le attività che devono essere svolte all'interno del magazzino, dal prelievo, stoccaggio e movimentazione delle un'unità di carico, alla guida dei loro spostamenti, all'ottimizzazione dei singoli percorsi da compiere per il prelievo/stoccaggio della merce.

Allegati

192-MKUP-Logistica
di Salvatore Ippolito / settembre 2010

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