La lotta allo spreco è una di quelle macro-direttrici d'azione fondamentali per creare sistemi di economia circolare e come tali sostenibili. Una missione che deve unire micro, ovvero azioni a livello territoriale, e macro, ovvero impegno lungo tutta la filiera su più fronti: dall'ottimizzazione dei processi all'utilizzo delle risorse in modo innovativo, passando per una sensibilizzazione e agevolazione del consumatore alla cultura del riutilizzo e della durata.
Se la sfida della lotta allo spreco, non solo alimentare ma anche nel non food, non si avvale delle linee guida sopra, rischia di diventare una sorta di ennesimo cavallo di Troia della csr e della sostenibilità, come avviene per altre tematiche a tema green, o comunque una piccola goccia in mezzo all'uragano. Una Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare (5 febbraio), rischierebbe così di diventare l'ennesima giornata che serve a "lavare le coscienze" per il resto dell'anno. Invero, c'è tutto un fronte imprese che qualcosa di concreto sta facendo.
Nell'ambito di apposito incontro sul tema Carlo Alberto Buttarelli, direttore Ufficio Studi e Rapporti con la Filiera di Federdistribuzione, ha sottolineato: "La gdo è molto consapevole del ruolo che riveste nella lotta allo spreco, che però si sviluppa lungo tutta la filiera alimentare, dalla produzione fino al consumo tra le mura domestiche. Per questo i progetti sono e devono essere trasversali, con investimenti significativi anche per la supply chain, soprattutto nella gestione del freddo. Oltre il 90% della gdo sui prodotti in scadenza ha, ad esempio, sviluppato azioni promozionali, il 100% fa donazioni alimentari e non solo. Più misuriamo più riusciamo a fare passi avanti".
Prosegue in questo contesto la diffusa collaborazione con Banco Alimentare, che dopo 33 anni di attività si dimostra un partner credibile per imprese e catene, ma anche con una realtà in ascesa come l'app Too Good Too Go, che in un anno ha visto salvate 368.000 Magic Box e 212.000 prodotti, 10 milioni di confezioni in commercio con Etichetta Consapevole e 1,5 milioni di consumatori sensibilizzati.
Ma la lotta allo spreco passa anche per innovazione di formati e packaging. Ad esempio: contando che in Italia, nell'arco di 20 anni, le famiglie con un solo componente sono arrivate al 30%, bisogna pensare a confezioni monodose e soluzioni diverse. E infine, non per importanza, è fondamentale lato aziende la comunicazione con coinvolgimento anche dei dipendenti nella causa, che sono "il miglior modo per veicolare trasparenza e autenticità del proprio impegno", ricorda la stessa Onerevole Maria Chiara Gadda. Bisogna raccontare quello che si fa, spiegare che si tratta di situazioni win-win e veicolare una narrazione positiva non solo incentrata su quanto si è sprecato e quanto non si è ancora fatto. Così si favorisce la partecipazione collettiva (interessante, in tal senso, la nuova modalità adottata da Lavazza per raccontare i propri progetti sostenibili).
Alcuni numeri e iniziative
In occasione della Giornata Nazionale di Prevenzione dello Spreco Alimentare, Bennet ha presentato il piano di sviluppo della partnership con Too Good To Good, che prevede un raddoppio dei punti di vendita coperti dal servizio al consumatore offerto dall’app (da 15 a 30). Tra le varie iniziative sul tema della catena ricordiamo anche la formazione dei propri collaboratori, come il direttore responsabile dell’area freschi. Un tema centrale, quello delle figure chiave competenti, per tutta la gdo e non solo nella lotta allo spreco.
Nel corso del 2021, grazie alle iniziative di donazione poste in essere, Despar ha evitato uno spreco di 1.700 tonnellate di cibo. Con il progetto “Buon Fine”, invece, nel 2021 Coop ha recuperato oltre 5500 tonnellate di cibo destinate a 938 associazioni di volontariato in tutta Italia. Il 70% delle donazioni interessa prodotti freschi e freschissimi, dato reso possibile da un "modello di donazione a chilometro zero", spiega l'azienda, che nel tempo ha sviluppato, in linea con altre iniziative simili della gdo, anche “Mangiami subito”, misura di contrasto allo spreco alimentare con vendita di prodotti prossimi alla scadenza a prezzi scontati al 50% a fine giornata (38 milioni di euro di vendita nel 2021).
Sempre sul fronte retail, Carrefour Italia ricorda che la sua partnership con Too Good To Go ha permesso di salvare, solo nel 2021, 260 mila magic box per un totale di 650,52 tonnellate di CO2 risparmiata. Ma sono numerose le iniziative che l’insegna porta avanti insieme all’obiettivo di ridurre del 50% i propri rifiuti alimentari entro il 2025. Cortilia, food-tech company e Società Benefit guidata da Marco Porcaro, ha messo a punto un sofisticato sistema, basato su algoritmi di deep learning, che consente di ridurre i prodotti invenduti a circa l’1%. L'eCommerce ha anche sviluppato il proprio sistema di Green Box anti-spreco e, come gli altri, collaborato con Banco Alimentare donando oltre 200.000 kg di alimenti.
Oltre al patto contro lo Spreco Alimentare promosso da Too Good To Go, Cirfood ha dato vita a PlanEat, un progetto sperimentale che prevede l’installazione di bilance dotate di IA per misurare le eccedenze alimentari giornaliere. Ciò permette di attivare best practice che migliorano i processi di pianificazione, con una stima che grazie ai primi locali che hanno aderito al progetto pilota consentirà nel 2022 di salvare quasi 2 tonnellate di cibo, corrispondenti, in media, a 4.800 pasti. Intelligenza artificiale anche alla base del progetto pilota di Elior, lanciato nelle scuole insieme all’Istituto Leone XIII. L’obiettivo del progetto è applicare in cucina e nel refettorio la tecnologia sviluppata da Winnow e diffondere tra gli studenti maggiore consapevolezza in merito allo spreco di cibo.
Una lotta, quella allo spreco e parallelamente agli squilibri sociali, che entra anche nel mondo animale, dove Arcaplanet ha lanciato i "No Spreco Days", la "nuova challenge di Foodstock a favore dei pet meno fortunati d’Italia". Lato industria, invece, c'è ad esempio Mare Aperto, che nell'ambito del suo programma di sostenibilità e responsabilità sociale We Sea, utilizza e valorizza il 100% delle materie prime coinvolte nel processo produttivo. Ad esempio, gli scarti del pescato sono trasformati in prodotti destinati a industrie come l’acquacoltura, la farmaceutica e la cosmetica.
Da ultimo, un caso dal mondo non food, con l'accordo siglato tra Postalmarket e il brand di abbigliamento Seay. Acquistando online un capo d’abbigliamento nuovo, il cliente potrà al tempo stesso riciclare un suo usato. Il capo usato consegnato sarà impiegato in una delle 3 destinazioni previste: rivendita, riuso tramite donazione benefica a persone bisognose oppure rigenerazione del tessuto per ottenere nuova materia prima seconda. Il cliente potrà beneficiare di un green bonus, ossia uno sconto del 15% sul prossimo acquisto online. Sono tanti i marchi della moda, settore tra i capofila dello spreco, che stanno portando avanti piccole iniziative di questo tipo. E se rieducare il consumatore ha un suo valore è certo che la soluzione più sostanziale sia l'intervento su modelli di business e processi.