Le preferenze alimentari degli italiani sono sempre più sostenibili. Inizia a diffondersi la consapevolezza che un regime alimentare è sano non solo dal punto di vista nutrizionale, bensì se promuove e rispetta il pianeta oltre a sostenere importanti componenti sociali. A decretarlo è l’Osservatorio Reale Mutua sull’agricoltura, realizzato in collaborazione con Slow Food, che mette in luce come fattori quali la marca, il packaging, l’aspetto del prodotto e una lettura dei valori nutrizionali in etichetta siano secondi rispetto alla trasparenza sull’origine e sulle modalità di produzione, allevamento e coltivazione. Valori a cui si aggiunge, per un italiano su sei, anche la tutela delle condizioni di lavoro delle persone nelle filiere. “La sostenibilità è un motore di benessere per il pianeta, la società e le persone ed è positivo rilevare un’importante sensibilità a questo tema anche nelle scelte alimentari”, afferma Michele Quaglia, direttore commerciale e brand di Gruppo Reale.
Italiani responsabili e consapevoli, dunque, con una forte propensione all’acquisto di prodotti del territorio (29%) perché considerati cibo sano e sostenibile. Ma non solo. Nel carrello entrano anche prodotti di stagione (36%) con l’obiettivo di sostenere le economie agricole locali oltre che ritenuti più buoni rispetto a quelli fuori ciclo stagionale. “I dati dell’Osservatorio Reale Mutua suggeriscono che gli italiani hanno acquisito una sempre maggiore consapevolezza rispetto ai valori legati a un cibo buono, pulito e giusto: territorialità, stagionalità e la ricerca di prodotti non processati lo testimoniano”, commenta Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia.
A salire sul podio degli alimenti più consumati è la frutta, mangiata più volte al giorno dal 34% degli italiani, seguita dalla verdura (32%). Pasta e riso sono consumati una volta al giorno dal 39% dei consumatori, mentre i legumi due o tre volte a settimana (42%). Carne rossa e pesce hanno una frequenza di una volta alla settimana per il 43% degli italiani, più consueto il consumo di carne bianca che entra nel piatto due o tre volte a settimana per il 51% della popolazione italiana.