La transilienza come risposta alle criticità

Una ricerca Lifeed evidenzia come davanti alla pandemia, le persone rispondono diversamente in funzione dei settori lavorativi. Il caso della gdo e il tema della transilienza

L’impatto di un evento avverso, come la pandemia, sul mondo delle imprese, può essere analizzato da diversi punti di vista. Oltre che su attività e processi, sono le dimensioni emotive e razionali delle persone che vengono chiamate in causa. Sul tema, Lifeed società di formazione, ha effettuato uno studio su un campione di oltre 1.100 persone appartenente a diversi settori economici quali bancario-assicurativo, energetico e utility, consulenza e servizi, farmaceutico, retail, pubblica amministrazione e trasporti.

Bacilieri Chiara Lifeed
Chiara Bacilieri, head of data di Lifeed

La gdo è uno dei settori che non si è mai fermato. Se gli economics non ne hanno risentito (anzi, vale il contrario), gli addetti del punto di vendita sono stati continuamente in trincea e questo ha impattato sulla sfera emotiva. Ma in quale misura? La ricerca di Lifeed ha messo in luce che i livelli di ansia sono stati limitati nella gdo e, parallelamente, il settore è quello che dichiara la più alta propensione ad un’azione di risposta fattiva agli elementi di cambiamento che la pandemia ha imposto. Il 21% del campione si è dimostrato proattivo rispetto questo aspetto marcando un +71% rispetto agli altri settori analizzati.

La capacità di adattarsi al cambiamento è uno dei fattori chiave: le persone della gdo dichiarano una maggiore propensione in modo predominante rispetto agli altri settori: 20% rispetto al 17% della Pa e 15% del settore energy. Gli altri settori non raggiungono neppure l’8%. Interessante il dato circa il livello di interesse e curiosità che, nella gdo, risulta basso (15%); analoga percentuale esprime il livello di calma e serenità che vede il settore farmaceutico il più tranquillo con il 30%. Altro dato che dà uno specchio della situazione è relativo alla tendenza nel farsi trasportare (a volte travolgere) dalle emozioni. In questo contesto il picco con il 20% è della pubblica amministrazione, poi i trasporti e consulenza (19%). All’estremo opposto l’energy (3%).

Per quanto riguarda l’atteggiamento razionale e analitico, la gdo si colloca al fondo della classifica con il 13% insieme al farmaceutico, pubblica amministrazione e trasporti. L’interpretazione di questi dati può essere articolata e Mark Up ha chiesto a Chiara Bacilieri di Lifeed come è scaturito questo tipo di ricerca.

Qual è lo scopo della ricerca?

L’obiettivo è far capire alle aziende come le persone vivono il cambiamento in modo diverso attraverso un metodo originale denominato Life Base Learning. Si esce dalla dimensione in cui i metodi formativi determinano solo delle competenze soft e attraverso il metodo Life Based basato sulle narrazioni rispetto a delle domande aperte si ottengono nuovi dati sul personale.

In questo caso le domande poste sono:

1) Come ti senti davanti a un cambiamento imprevisto?

2) Cosa fai a fronte di questo cambiamento?

Il metodo unisce formazione e ascolto e permette l’analisi dei dati rilevati in forma verbale, sondando come le persone si sentono, come stanno, come vivono il cambiamento quindi emozioni e comportamenti.

Entriamo nel merito della ricerca. Qual è il primo elemento di sintesi che emerge?

Quello della transilienza, che consiste nel trasferimento di competenze soft da un ambito ad un altro per affrontare la situazione. La transilienza dimostra come la sfera lavorativa e quella personale e familiare non sono affatto distinte, anzi vi è un travaso di soft skill dall’una all’altra.

Come le aziende hanno vantaggio dalla conoscenza di questi dati?

Nella ricerca effettuata gli indicatori sono due: l’emozione e comportamenti. Ma il metodo si adatta a qualsiasi altro indicatore. Tornando al caso di specie, per le imprese è importante conoscere come le persone si sentono e stanno ma anche e soprattutto incrementare la conoscenza delle persone. Questo permette all’azienda di realizzare piani di sviluppo personalizzati adatti alle caratteristiche soggettive. Si supera il concetto di genere, età, ruolo ecc.

La ricerca è stata effettuata nel settembre 2020 in un momento di pausa tra una crisi e l’altra. Come si interpretano i dati del settore retail?

Le valutazioni possibili sono a livello qualitativo di raffronto tra i settori. Le principali emozioni che abbiamo riscontrato sono sette: paura, ansia, curiosità, serenità, energia positiva, disorientamento e impotenza. Rispetto alla media degli altri settori, nella gdo abbiamo riscontato bassi livelli di ansia e più elevati livelli di calma e serenità.

Come si valuta l’impatto sulle persone che lavorano in gdo?

Abbiamo riscontrato bassi livelli di ansia e bassa curiosità circa la situazione. È difficile effettuare delle correlazioni causa-effetto assolute. Tuttavia, un elemento influente è il fatto che il personale dei supermercati hanno continuato a lavorare con un basso livello di stravolgimento sul regime personale.

Cosa impara la gdo dai dati raccolti?

Il personale della gdo probabilmente deve essere incentivato a informarsi per comprendere maggiormente il fenomeno. Inoltre, un percepito che interpreta il cambiamento come un’opportunità, potrebbe trasformarsi in comportamenti concreti. Dal mio punto di vista, possono cambiare i metodi di valutazione delle persone utilizzando i dati life based che permettono una gestione del personale maggiormente orientata a far mergere i talenti. Le dimensioni emotive possono aggiugersi alle caratteristiche professionali.

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