La spinta alla transizione verde sembra attenuarsi e con essa le azioni concrete messe in campo a tutti i livelli. Le accese discussioni in sede comunitaria che puntano a rimettere in discussione le date limite della transizione green hanno una corrispondenza anche nelle aziende. Dal macro al micro sembra che si sia instaurata una fase di revisionismo soprattutto tenendo in considerazione il ruolo solitario dell'Europa nella fuga in avanti verso la decarbonizzazione. Di converso gli aumenti delle temperature e gli eventi meteo estremi mantengono altra la preoccupazione della cittadinanza, soprattutto in Italia, uno dei paesi più colpiti dal global warming. Su questi temi entra nel dettaglio il report "The Visionary CEO’s Guide to Sustainability 2024" di Bain & Company con i risultati di una ricerca condotta su circa 19.000 consumatori a livello globale. Se l'economia ha le sue stringenti regole, non da meno sono stingenti i limiti che l'ecosistema non deve superare: l’impatto di ulteriori rallentamenti nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione può essere catastrofico generando un aumento di 2°C. E con esso, secondo il report Bain, una ripercussione economica senza precedenti con una riduzione di 6.000 miliardi di dollari il valore dell'indice azionario Standard & Poor’s 500.
Corto circuito
Decarbonizzare costa. L'economia rallenta il processo. Il risultato nefasto (oltreché ambientale e sociale) è economico. Il report Bain analizza nel dettaglio cause ed effetti del fenomeno lasciando poco margine ad altre possibilità anche perché gli effetti ambientali e sociali si sviluppano a lungo termine e alcuni dei quali potrebbero già non essere reversibili. È importante considerare che la gestione della sostenibilità è fondamentale non solo per il benessere ambientale, ma anche per la stabilità economica futura. Secondo Bain le aziende dovrebbero riflettere su come integrare pratiche sostenibili nelle loro strategie per garantire un equilibrio tra crescita economica e responsabilità sociale. L'attenzione verso la sostenibilità non è solo una questione di immagine, ma rappresenta anche un'opportunità per innovare e creare valore nel lungo termine. Assicurarsi che le pratiche sostenibili rimangano al centro delle decisioni aziendali potrebbe rivelarsi fondamentale per affrontare le sfide future. Anche perché i consumatori hanno chiaramente espresso le loro preoccupazioni. Il sondaggio realizzato da Bain, (su un panel di circa 19.000 persone in dieci Paesi, inclusa l'Italia), ha messo in luce che il 61% degli intervistati ha manifestato una crescente preoccupazione riguardo al cambiamento climatico negli ultimi due anni, spesso in relazione a eventi meteorologici estremi. In Europa, il cambiamento climatico è visto come un tema rilevante, anche se non è la priorità principale, che è invece occupata da questioni come il costo della vita e l'instabilità politica.
L'avanguardia dei consumatori
Di fronte a queste preoccupazioni, i consumatori europei stanno adottando sempre più comportamenti sostenibili. Rispetto al 2023, molte persone hanno iniziato a risparmiare energia e a limitare l'uso dell'auto. È interessante notare che circa l'80% degli europei ha fatto almeno una scelta sostenibile negli ultimi cinque anni, e il 57% prevede di aumentare la spesa per prodotti sostenibili in futuro. Tuttavia, la disponibilità dei prodotti rimane il fattore principale che incoraggia gli acquisti sostenibili, mentre l’accessibilità dei prezzi rappresenta ancora una significativa sfida per molti consumatori. In Italia, la sostenibilità sta diventando un tema centrale non solo per i consumatori, ma anche per le aziende. L'indagine condotta da Bain su 500 professionisti del settore ha mostrato che la sostenibilità è ora uno dei tre criteri principali che influenzano le decisioni di acquisto. Questo è un segnale chiaro che le aziende devono prestare attenzione a questo aspetto se desiderano rimanere competitive. Inoltre, è interessante notare che il 36% degli acquirenti è disposto a cambiare fornitore se quest'ultimo non riesce a soddisfare le loro aspettative in materia di sostenibilità. Questo comportamento suggerisce che i consumatori sono sempre più informati e consapevoli riguardo alle pratiche sostenibili. È probabile che questo trend continui a crescere nei prossimi anni, specialmente tra le fasce più giovani e attive della popolazione, che tendono a dare priorità a valori come l'ecosostenibilità. Le aziende, quindi, dovrebbero considerare la sostenibilità non solo come un'opzione, ma come un elemento fondamentale della loro strategia di mercato. Adattarsi a queste nuove aspettative potrebbe fare la differenza nel mantenere una clientela fedele e attrarre nuovi clienti.
Come sono cambiate le preoccupazioni sui cambiamenti climatici negli ultimi due anni?
Secondo Roberto Prioreschi, semea regional managing partner di Bain & Company "La transizione verso la sostenibilità sta seguendo un percorso prevedibile. Ciò che inizialmente sembrava un entusiasmo rivoluzionario, espresso attraverso dichiarazioni ambiziose e impegni pubblici, oggi sta evolvendo in un diffuso pragmatismo cauto. In un contesto caratterizzato da continui e molteplici cambiamenti, dove il clima è solo una delle variabili in gioco, molte aziende stanno riconsiderando cosa sia effettivamente realizzabile e con quali tempistiche. Tuttavia, rallentare sarebbe un grave errore. La nostra ricerca dimostra che molte tecnologie sostenibili potrebbero raggiungere il loro punto di svolta prima del previsto. Le aziende più lungimiranti sapranno mantenere la rotta e preservare le priorità."
Per Alessandro Cadei, senior partner e responsabile emea energy & utilities di Bain & Company "Il nostro Paese si distingue come uno dei più consapevoli e attivi nell'affrontare le sfide ambientali. Non solo gli italiani sono tra i più informati sul e preoccupati per il cambiamento climatico, ma stanno anche adottando uno spettro sempre più ampio di abitudini e stili di vita sostenibili. Il numero di cittadini che dichiara di aver scelto e integrato ulteriori pratiche sostenibili nel proprio quotidiano è aumentato rispetto all'anno scorso, dimostrando crescente consapevolezza e impegno verso la transizione ecologica, interiorizzata come fatto privato e non solo sociale. L'Italia rivela un costante aumento del numero di consumatori impegnati nel ridurre il proprio impatto ambientale, adottando nuovi stili di acquisto, abbandonando logiche di linearità – dal produttore al consumatore - e abbracciando pratiche diffuse di partecipazione e circolarità, sia a livello ambientale che sociale. Questo trend positivo posiziona il nostro Paese come un esempio da seguire in Europa e nel mondo."