La velocità del recupero dipenderà dal credito

Urbanistica, Real Estate & Cci 2009/ 2 – Lo stato d’animo nel settore immobiliare è improntato a cauto ottimismo.

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1. Ritorno d’interesse
per l’edilizia sociale motivato anche dal possibile cambiamento nelle abitudini dei consumatori
2. Impatti possibili sui centri commerciali

Tentare previsioni per l’anno che verrà - il 2010, che è ormai alle porte - è un esercizio non privo d’azzardo, soprattutto in un’epoca come la nostra profondamente mutata rispetto soltanto a cinque anni fa: le evoluzioni tecnologiche applicate alla comunicazione e l’integrazione economica globale, sconosciuta nelle crisi precedenti, hanno incrementato la velocità con la quale viaggiano oggi le informazioni, contribuendo ad aumentare la volatilità economica e a generare repentini cambiamenti nel sentiment degli operatori (si pensi solo ai mercati finanziari). Occorrerebbero nuovi modelli economici basati anche sulla finanza comportamentale. Questa maggiore velocità nella trasmissione delle informazioni influirà anche sulla ripresa, della quale molti già parlano sebbene con diversi orientamenti circa l’andamento della crisi, che alcuni considerano a V, altri a W o a radice quadrata per significare rispettivamente: una forte ripresa dopo il minimo storico (modello a V, il più auspicabile), o un andamento basato su ripresa-crisi-ripresa (W) o ancora leggera ripresa e stabilità.

Miglioramento
del sentiment

A mio avviso non bisogna lasciarsi abbagliare da quella che appare come una luce in fondo al tunnel (e se fosse il faro di un treno?), quanto rimanere cauti e pronti a ogni evenienza. A livello macroeconomico il sentimento generale è sicuramente migliorato: a Bruxelles, a inizio settembre, durante l’ultimo meeting annuale di Epra, che riunisce i più importanti top manager delle società immobiliari europee, si respirava un clima di ottimismo. Non bisogna però farsi ingannare da una crescita sostenuta da politiche monetarie e fiscali espansionistiche che nel medio e lungo termine diventeranno insostenibili e nei prossimi anni potrebbero portare a un colpo di frusta a causa dell’incrementato debito pubblico che porterà a un rallentamento generale dell’economia e a maggiori tasse.

I principali istituti di credito in Europa rimangono, infatti, a corto di capitali (oltre 280 miliardi di euro di write-offs già effettuati secondo le stime della Bce, altri 200 miliardi di euro previsti) e hanno fortemente ridotto i finanziamenti all’immobiliare, settore nel quale erano spesso già sovraesposte, con la conseguenza di un rallentamento dell’intero mercato. La velocità di recupero nel settore immobiliare dipenderà in gran parte anche da come sarà risolto il problema del debito distressed costringendo i proprietari a vendere e facendo ripartire gli scambi, e da quando nuove fonti di debito saranno disponibili.
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Allegati

Cci2009/2-Recupero
di Giacomo Morri / novembre 2009

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