L’alimentare che assume, ma non investe su export e digital

Il settore food italiano tiene ed offre nuove occasioni lavorative, con il 29% delle aziende che prevede di assumere e il 63% che non ha in programma riduzioni dell’organico. Questo quanto rilevato dal web survey “Work in Food - Future Jobs Trends in the Food Industry”, presentato il 25 febbraio da Manpower Group, dopo aver esaminato un campione di 442 aziende equamente suddivise per segmenti e dimensioni.
Se tuttavia i dati parlano di un alimentare con basi solide e un buon potenziale di crescita, dall’altro lato evidenziano che le assunzioni sono nell’80% dei casi rivolte all’ambito della produzione, mentre solo il 12% degli imprenditori investirà in figure legate all’export. Anche digital ed e-commerce non sembrano essere ritenuti comparti chiave: solo il 43% e il 35% ha infatti in programma di incrementare le risorse in tal senso.
Si tratta di risultati inferiori alla media europea e statunitense, dove per il settore delle vendite online si prevedono rispettivamente potenziamenti di organico nel 60% e nel 65% dei casi. Una lacuna tutta italiana che, secondo il presidente dell’Area Mediterraneo ManpowerGroup, Stefano Scabbio, deriva dal fatto che le nostre aziende non percepiscano tale gap e rimangano ancorate a retaggi passati, soprattutto nel caso delle pmi. Tale mancanza di visione strategica si legherebbe inoltre alla fiducia dei produttori in una bastante qualità dei loro prodotti, che non richiederebbe investimenti nel go to market e nel retail.

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