L’ansia per il carovita e le attese verso i brand: il sentiment su Twitter

Costo di energia, carburanti e affitto i trend topic più discussi sul social. Marchi sotto stretta osservazione per le politiche di prezzo

Se è vero che criticità come l'inflazione (ma non solo) non stanno colpendo in modo identico tutti i Paesi coinvolti, è altrettanto vero che, ad analizzare il sentiment su Twitter, la preoccupazione nei confronti del carovita domina ovunque, andando ben oltre i confini italiani. Costo dell’energia, dei carburanti e dell’affitto di casa sono i trend topic più discussi a livello globale, con le parole chiave relative a questa tematica che sono aumentate del 130% negli ultimi mesi.
A tracciare questo scenario è Talkwalker, multinazionale di consumer intelligence, attraverso la disamina di oltre 16 milioni di conversazioni effettuate su, social.

Dalla preoccupazione alla ricerca di soluzioni

A discutere più attivamente del costo della vita sono le nuove generazioni. Nello specifico, "la fascia d’età 25-34 anni ha condotto il 46% delle conversazioni su questo argomento – commenta Francesco Turco, marketing manager Italy di Talkwalker – con un picco percentuale del +144%". Da un lato il gas è un tema da tutti fortemente discusso per l'aumento dei costi del combustibile per il riscaldamento, mentre dall’altro la benzina tiene banco tra i tweet per l’aumento del prezzo dei carburanti. Crescono, in linea con quanto sopra, le menzioni relative ai veicoli elettrici, ma con menzioni primariamente negative, legate ad espressioni quali "posso a malapena permettermelo" e "non posso permettermelo". Stesso discorso per le problematiche relative al pagamento dell'affitto, che si situa in terza posizione per frequenza.
In questo clima di preoccupazione e incertezza, tuttavia, gli utenti usano i social non solo per sfogo personale ma anche per condividere e confrontarsi su possibili soluzioni sia a livello politico che di gestione domestico-economica. Circa il 15% di tutte le conversazioni Twitter sul costo della vita menzionano, ad esempio, le tasse, con l’hastag #TaxTheRich tra i trend emergenti, in aumento del 193,7% rispetto all'anno precedente (non a caso nell'attuale campagna politica italiana gira il tema della tassazione degli extra profitti). Sul fronte dei consigli per risparmiare, si va da coupon e sconti ad espedienti di vario genere: nel nostro Paese, ad esempio, sta rimbalzando su più fronti, in questi giorni, il suggerimento del premio Nobel Parisi di cuocere la pasta "a fuoco spento", tra plausi e critiche. In ogni caso, le menzioni #SaveMoney o hashtag simili hanno raggiunto il 17% su base annua, alimentando anche quella più ampia tendenza anti-spreco, legata in parte all'attenzione all'ambiente, già ascesa in tempi di pandemia.

Brand sotto osservazione per le politiche di prezzo

Abbiamo parlato spesso su queste pagine del nuovo ruolo di responsabilità sociale attribuito dai consumatori a brand ed aziende. Un incarico che diventa croce e delizia, tra opportunità di instaurare legami duraturi e profittevoli, ma anche costante monitoraggio impietoso di ogni comportamento di marca. In questo specifico contesto di difficoltà, in particolare, ci si aspetta che i prezzi rimangano quanto più equi possibili, accettando un aumento a patto che sia il risultato di un processo onesto, dovuto all'aumento dei costi dei materiali o dei salari e comunicato con tempestività e trasparenza. Le menzioni dei brand e l'espressione speculazione, non a caso, sono aumentate significativamente, con un +185% rispetto al picco precedente di menzioni ad agosto 2021. Per tutti i componenti della filiera, ma ancor più per gli interlocutori finali che fanno da interfaccia primaria, ovvero gdo e retail, è quindi fondamentale curare la comunicazione su questo fronte, senza tentare di nascondere o dissimulare. Anche perché, come riportato da Nielsen, se è vero che fino a luglio 2022 i dati ci dicono che gli italiani hanno tagliato poco e niente sul carrello della spesa, le previsioni per la seconda parte dell'anno sono più critiche.

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