L’associazionismo è un valore per il commercio

Il nostro viaggio nella piccola distribuzione organizzata va a Nord per incontrare 3A, realtà astigiana da poco entrata nel mondo Despar. Chi è 3A ce lo racconta

"Il nostro orgoglio è quello di essere riusciti nel tempo ad affermare la formula della prossimità e, le vicende che stiamo vivendo, hanno dimostrato il valore di questa scelta"
Santo Cannella, amministratore unico 3A

Santo Cannella ha una sua storia strettamente legata alla vita di 3A, cooperativa costituita nel 1974” Così inizia il mio (primo) incontro con Cannella, una storia che lo ha visto protagonista di molti cambiamenti sempre sotto un’unica insegna quella di 3A. “Sono entrato nel lontano 1978, ragazzino ho iniziato a muovere i primi passi all’interno di questa azienda e in 43 anni ho fatto un po’ tutta la trafila, dalle prime esperienze della bollettazione e fatturazione, poi via via degli acquisti, che allora erano fatti dai nostri imprenditori. Essendo una cooperativa, avevamo 4-5 soci che si occupavano dei diversi settori, nel giro di pochi anni ho guadagnato la loro fiducia, fino ad assumere la responsabilità degli acquisti. Da lì, mi sono attivato per far crescere questa piccola realtà astigiana, che via via si è espansa nell’ambito della provincia, della regione, poi siamo andati in Liguria, Valle D’Aosta, abbiamo sconfinato anche in Lombardia negli ultimi anni, diciamo che, viste le dimensioni di partenza, abbiamo fatto cose grandiose: siamo partiti con un gruppo d’acquisto, voluto da 11 imprenditori e oggi ne contiamo 129. Piccoli imprenditori che hanno saputo credere in un progetto comune, che hanno mosso i primi passi in controtendenza, vedendo nella prossimità il loro futuro. Crediamo fortemente nella coesione, nei valori, nelle logiche stesse del coniugare il nostro compito con il territorio, con le nostre piccole realtà fatte di paesini.

3A sta per ...
Alimentaristi Astigiani Associati. All’atto costitutivo, nel 1974, 3A aderì a Crai e, per 27 anni, fino alle soglie del 2000, siamo stati soci Crai, poi per esigenze di territorio, di possibilità di sviluppo nell’area, abbiamo sposato il progetto di Sma, che prevedeva la possibilità di rapporti di master franchising. Abbiamo avuto la concessione prima del marchio Sma, poi diventato Simply e negli ultimi anni Auchan, quindi per circa 18 anni siamo stati in ambito Sma Auchan, con un contratto di master franchising che significava la concessione del marchio con dei supporti negoziale e del contratto, ma di fatto 3A ha sempre gestito perifericamente la sua attività in favore dei propri soci.

Come siete approdati in Despar?
In Despar siamo entrati a ottobre 2019. A seguito delle note vicende, che hanno portato fuori dal nostro mercato il gruppo Auchan, ci siamo messi alla ricerca della soluzione ideale per dotarci comunque di un’insegna, di un supporto commerciale e di relazione, quindi di una forma di aggregazione, abbiamo valutato che Despar rispondeva perfettamente alle nostre esigenze e alla nostra natura. Il periodo di appartenenza al mondo Auchan è stato un po’ un matrimonio anomalo tra grande distribuzione e distribuzione organizzata. Di certo è stato un fattore di grande novità, ma al di là dei primi anni, in cui sembrava potesse funzionare, di fatto non si è mai avviato nessun processo di integrazione, visione, condivisione: per Auchan noi rappresentavamo una pura e semplice royalty. In Despar, abbiamo trovato la condivisione di base, imprenditori che hanno lo stesso scopo e la stessa visione, il coinvolgimento, la partecipazione a tutte le fasi decisionali: dalla strategia del prodotto a marchio alle modalità di gestione, dall’amministrazione, alla logistica. Questa forma di condivisione, per noi che viviamo di associazionismo, è la perfetta risposta per i nostri associati e per la gestione del nostro centro distributivo.

Come funziona l’accordo con Despar?
L’accordo lo abbiamo fatto con Despar Italia per quanto riguarda la concessione del marchio e dell’utilizzo della marca privata. Mentre con Despar Servizi, per quanto riguarda la negoziazione, il contratto-quadro fornitori, siamo entrati come soci nel consorzio Despar Servizi. Per quanto riguarda il rapporto con l’industria, siamo soci costituenti di Forum.

Forum cosa rappresenta per voi?
A mio parere non esisteva una centrale rappresentativa della distribuzione organizzata. È vero che VéGé con iCube ha una rilevanza importante, però con l’uscita di Pam da iCube, al quale eravamo collegati come Despar Servizi, si è aperto un nuovo scenario dove anche altri gruppi della d.o. come Crai, D.IT e C3, che gravitavano nell’ambito del mondo Auchan, si sarebbero disperse. Quando già si paventava l’idea dell’uscita di Auchan dal nostro mercato, si è tentato di lavorare e costituire comunque una centrale di tutti i gruppi che in quel momento appartenevamo al mondo Auchan, ma non è stato possibile. L’estate scorsa abbiamo ritrovare un filo comune con regole di rispetto, di trasparenza, di paritetica partecipazione, ci siamo ritrovati facilmente ed è nato Forum e crediamo fortemente che potrà sviluppare nel tempo.

Vi state allargando, Piemonte, Liguria, Lombardia … Sarete il grimaldello per entrare in Lombardia e a Milano in maniera importante per l’insegna?
Tra le regole che vigono in Despar Italia c’è anche quella di concedere, per provincia, ai vari partner, la possibilità di sviluppare il marchio Despar. Per quanto riguarda la Lombardia, oggi c’è in effetti un grande vuoto di presenza del marchio Despar ma non ancora per molto, infatti, Aspiag ha fatto richiesta a Despar Italia di fare sviluppo in Lombardia. Allo stesso tempo, anche noi, da Ovest e di comune accordo mettiamo in piedi un piano di sviluppo importante perché Despar possa esser presente in tutta l’area. Abbiamo tanti scenari e cantieri aperti per fare una crescita importante nei prossimi anni.

A proposito di futuro: come dovrà cambiare il retail?
I negozi dovranno essere al massimo di 4.500 mq, gli ipermercati sono ormai anacronistici rispetto al cambiamento del nostro consumatore. Oltre il 40% della popolazione vive in comuni sotto i 15.000 abitanti, è evidente che gli inserimenti devono essere tarati sulle esigenze di queste realtà. Credo nella nostra formula della prossimità, ancora oggi rispetto agli Anni 70, in cui già veniva decretato che prima o poi saremmo stati spazzati via. Però va riconosciuta l’esigenza di un ammodernamento della proposta e della presentazione delle nostre realtà.

I discount vi fanno paura? E l’e-commerce?
No ritengo che sia un player che coesisterà nel mercato, è una formula a mio avviso vincente, che avrà diritto ad avere la sua bella quota di mercato. Bene, non ci saranno discount da 10.000 mq, rimarranno sempre nelle logiche massime da 1.500 mq, ognuno farà la propria parte. Mentre l’eCommerce è inevitabile che continuerà a crescere.. pur non sostituendosi al negozio fisico, l’eCommerce è l’evoluzione di un servizio che abbiamo sempre dato anche se in forme diverse, come in passato il nostro bottegaio apriva la porta al cliente fuori dall’orario canonico, così come la consegna a domicilio da parte dei nostri esercenti è sempre stata fatta per i clienti che ne avevano esigenza o bisogno. Per cui una piccola componente del nostro mestiere dobbiamo orientarla all’eCommerce, infatti, anche noi nel nostro piccolo siamo strutturati con una piattaforma, i nostri soci hanno la possibilità di appoggiare i loro assortimenti su questa piattaforma e dare questo servizio ai nostri clienti.

Qual è il segreto del vostro successo?
Semplice: abbiamo fatto ogni giorno il nostro lavoro; gestire tutti i giorni ogni piccola cosa con attenzione rappresenta il valore di un’azienda. Dalle piccole cose di tutti i giorni vedi la grandezza della tua impresa.

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