Latte in polvere: la filiera Inalpi compie dieci anni

Il pagamento del latte su basi scientifiche è il vero elemento fondamentale del progetto e la visione di Inalpi e Ferrero ha generato la prima idea di contratto etico

Ha compiuto 10 anni il progetto di filiera che ha portato ad avere la polvere di latte 100% made in Piemonte grazie alla sinergia tra Coldiretti Piemonte, Compral Latte, Inalpi e Ferrero.

L’esperienza ha coinvolto molteplici attori e cambiato parecchie realtà del territorio.  Ciascuno ha contribuito al progetto cercando di superare il mero interesse personale, in nome della qualità e della valorizzazione del latte. Inalpi ha accolto la richiesta della Ferrero, impegnandosi nell’investimento economico più forte della sua storia. Compral Latte ha riunito il maggior numero di conferitori, cercando di superare quelle che erano le resistenze più dure da parte dei produttori latte, legate ad abitudini e a rapporti commerciali consolidati negli anni, cercando di far immaginare l’importanza della nascita della Filiera del Latte controllata e garantita. Coldiretti ha avuto la forza di coordinare un progetto innovativo e ha intravisto una possibilità di lavoro continuativo e futuro per aziende che hanno rappresentato e, oggi ancor di più, rappresentano il futuro del territorio.

Il pagamento del latte su basi scientifiche è il vero elemento fondamentale del progetto e la visione di Inalpi e Ferrero ha generato la prima idea di contratto etico che di fatto ha superato i vecchi meccanismi di contratto tra produttori e industriali. Il prezzo del latte è stabilito oggi da otto pilastri che comprendono, tra l’altro, la pulizia della stalla, il benessere animale, l’uso consapevole dei medicinali e altri elementi di grande lungimiranza come la sostenibilità ambientale e sociale per una crescente attenzione ai diritti umani e dei lavoratori. Il futuro degli allevamenti, e quindi del pianeta, si gioca anche attraverso allevamenti responsabili e consumi consapevoli.

“Inalpi continuerà su questa strada – ha commentato Ambrogio Invernizzi, presidente Inalpi- per proseguire nella crescita della filiera del latte corta e certificata, come testimonia il lavoro fatto in questi ultimi mesi, in cui abbiamo ampliato il numero dei pilastri su cui si basa il protocollo di filiera, passati da 5 a 8, ed incrementato la ceck-list di controlli, fatta oggi da 104 punti. Siamo infatti convinti che la strada della qualità, della sostenibilità e dell’attenzione al benessere di tutti gli attori della filiera siano elementi imprescindibili per una crescita che porta benefici al territorio e alla nostra regione”.

“Un accordo sancito 10 anni fa sulla base dell’innovazione, della qualità e della tracciabilità, valori tutt’ora attuali – commentano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa, delegato Confederale –, e basato sul prezzo indicizzato che l’azienda di Moretta ha deciso di adottare premiando, a prescindere dall’andamento altalenante del mercato, il valore reale di quanto conferito dai nostri allevatori. Un modo per valorizzare la produzione di latte piemontese che conta numeri importanti: quasi 11 milioni di quintali che vengono suddivisi tra polvere di latte (20%), latte alimentare (15%) e caseificazione (65% di cui circa la metà per le produzioni Dop). Per questo auspichiamo, non solo, che questo progetto si rafforzi e si implementi, ma che possa essere uno stimolo per l’agroindustria attenta al territorio, che intenda puntare e scommettere sulla nostra agricoltura per offrire prodotti di alta qualità e valorizzare concretamente il Made in Piemonte”.

Le celebrazioni per questo anniversario si sono svolte a Torino nel corso di un evento dal titolo “Polvere di latte: esperienze di futuro verso il 2030”. In questa occasione Franco Ramello, responsabile economico della federazione regionale Coldiretti, ha tracciato una panoramica delle filiere che negli anni, prendendo spunto dall’esempio virtuoso del latte in polvere, Coldiretti Piemonte ha saputo creare, mostrando come si stia lavorando su diversi comparti ed intessendo relazioni con l’agroindustria del territorio piemontese disponibile a percorsi virtuosi, cercando anche di esportare il Made in Piemonte oltre i confini nazionali.

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