Le conserve di pomodoro ritrovano una normalità di mercato

Ma il rientro nella stabilità riguarda i flussi di consumo, non i prezzi. Il 2021 è servito a riassorbire picchi, accelerazioni e scorte domestiche che hanno caratterizzato il 2020

L’Italia è il secondo produttore mondiale di pomodoro fresco destinato a conserve. Si tratta di una filiera di tutto rispetto, che fattura 3,7 miliardi di euro, in forte crescita, con un incremento di produzione registrato nel 2021 rispetto al 2020 pari al 17%. La gran parte di questo aumento produttivo – come sottolinea Ismea – lo si deve all’aumento della superficie investita e al miglioramento della resa media. Una migliorata capacità produttiva agricola che non ha messo in difficoltà la capacità di trasformazione dell’industria conserviera nazionale.

Dall'altro lato, crisi idrica e siccità, rincari generalizzati delle fonti energetiche e aumento dei costi delle materie prime, non aiutano nel 2022 il mercato dell'oro rosso italiano che vive un momento di incertezza.

La vera preoccupazione ora è che molti produttori agricoli abbandonino la coltivazione di pomodoro per puntare su riconversione e altri prodotti, mentre resta sempre aperta l'annosa questione della giusta retribuzione agli agricoltori da Nord a Sud, su cui si fatica a trovare una quadra (dai 10 centesimi al chilo al Nord, ai 15-20 al Centro-Sud). Tutto questo nonostante la produzione record dello scorso anno: con una resa media nazionale a 850 quintali di pomodoro fresco per ettaro coltivato nel 2021 (+8% sul 2020, +11% sul triennio precedente), con circa 800 quintali per ettaro al Nord e 910 quintali per ettaro al Centro-Sud (miglior dato dai 934 quintali del 2017).
Il saldo commerciale ha toccato il suo record positivo a 1,7 miliardi di euro, grazie a un export di 4 milioni di tonnellate di pomodoro fresco. Ma anche qui l'aumento dei noli marittimi mina il mercato delle esportazioni.

Le vendite sono tornate a ritmi stabili, dopo gli aumenti durante il lockdown 2020 che avevano azzerato le scorte a magazzino

Le industrie italiane del pomodoro lavorano alacremente alla ricerca di nuove varietà di pomodoro e nuovi prodotti per agire sul mercato dal lato della competitività dell'offerta.
Sulle vendite al dettaglio, l’impatto di Covid-19 è stato molto forte. Come spiegano da Ismea, le misure di confinamento a casa, le restrizioni agli spostamenti e l’adozione ove possibile del lavoro agile hanno determinato, tra marzo e giugno 2020, un picco senza precedenti degli acquisti al dettaglio invertendo un trend che andava avanti da anni.

Nei mesi successivi, la riduzione delle disponibilità ha rallentato le vendite che comunque hanno finalizzato importanti incrementi su base annua.

Il fenomeno è stato impressionate. Secondo il report Ismea, in marzo 2020, la proclamazione dello stato d'emergenza nazionale e l’inizio del lockdown hanno portato gli acquisti di conserve di pomodoro a un incremento del 45% in volume su base annua, determinando in molti casi rottura di stock e riconoscendo di fatto alle conserve di pomodoro lo status di bene dispensa per le famiglie italiane.

Dinamiche per segmenti

Per quanto riguarda un’analisi delle diverse tipologie di prodotto, il report Ismea precisa che nel 2021, la flessione dei consumi è stata abbastanza generalizzata. Su base annua, flessioni superiori alla media sono state registrate per Le passate negli ultimi anni hanno visto una crescente popolarità e alla base di questo successo c’è l’elevata versatilità e la semplicità d’uso: ad esempio è utilizzabile per la preparazione di sughi veloci o per il condimento della pizza.
Considerando i sughi pronti, invece, l’elemento chiave del successo è sicuramente il contenuto di servizio, risultato vincente in un periodo in cui molti italiani si sono trovati a mangiare due volte al giorno a casa. Nel 2021, i sughi pronti hanno mantenuto gli stessi livelli di vendita del 2020 e i sughi freschi hanno addirittura incrementato le vendite del 13% su base annua, anche se si tratta di un segmento di prodotti ancora relegato ad una nicchia di mercato.
In fase di stanca i due prodotti a minore contenuto di servizio, ossia le polpe e i pelati.

Il punto con:

Mutti

Coppola/Valgrì

Conserve Italia

La Doria

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