Le molteplici regole della disintermediazione imperfetta

Ogni forma d’intermediazione deve essere rapida, altamente personalizzata, interattiva e confortevole. A desiderarlo è l’utente

MKUP1_16_54_Disintermediazione_tabSi può sostenere che cercare un passaggio in macchina su una piattaforma di car sharing sia un processo senza mediazioni? Ovviamente no, si tratta di una comunicazione mediata dal computer, così come lo è l’acquisto di un volume su Amazon o di un brano musicale su iTunes: la mediazione non è stata eliminata, semplicemente si è smaterializzata, almeno in apparenza, ed è divenuta una interfaccia accattivante. Digitalizzazione, accelerazione dei ritmi della vita, ideologia della fluidità, disaffezione a legami stabili, ma non solo. C’è un movimento complessivo di espansione e di diffusione dei saperi che mette in crisi la mediazione degli esperti che oggi sono costretti a ripensare la propria funzione per non essere superati dalle nuove dinamiche innescate dalla diffusione della comunicazione digitale. Gli utenti accedono al sapere attraverso forme di apprendimento che passano raramente dalla scuola o dalla formazione permanente, ma dipendono piuttosto dall’autoapprendimento che s’inscrive nel quadro di strutture associative, nella tradizione dell’educazione popolare e nella scia delle nuove tecnologie digitali. Sul web, l’utente può raccogliere informazioni, può richiedere aiuto e ricevere dei consigli. All’apparenza, l’accesso integrale alle informazioni esprime un livello di democratizzazione del sapere molto evoluto.

Ciò che l’utente non è più disposto a fare è fidarsi ciecamente dell’esperto, giornalista, broker, agente di viaggio, libraio che sia. Ciò non significa che egli intenda liberarsi di ogni forma di intermediazione, desidera solo che sia più rapida, altamente personalizzata, interattiva e confortevole.

L’articolo completo su Mark Up n. 246

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