Le nuove opportunità per il retail in Russia, Ucraina e Kazakistan

Se ne è parlato nel corso dell'incontro organizzato da Confimprese, che ha offerto una nuova prospettiva per lo sviluppo estero del business

Oggi l'imprenditore deve essere uno studioso delle opportunità internazionali. Così Francesco Oldani, giornalista di Mark Up, apre il convegno dedicato alle nuove prospettive di sviluppo estero per il retail italiano in Russia, Ucraina e Kazakistan.

L'evento, organizzato da Confimprese in collaborazione con Mark Up, Banco Bpm e Agenzia Ice, ha rappresentato un momento di condivisione di dati d'interesse, know-how, case history e strumenti concreti a supporto del processo di internazionalizzazione delle pmi e non solo.

IL POTENZIALE DELLA RUSSIA
Nel 2018 la Russia si è classificata seconda in Europa per volumi di aree commerciali. Oggi i franchisor presenti sono 1.950 con 60mila punti di vendita in franchising e un trend di crescita triplicato dal 2010, con una pipeline al 2030 di 200mila punti vendita, grazie anche al programma di sovvenzioni stanziate dal comune di Mosca. Il franchising vale 5 miliardi di dollari e continua ad essere uno dei format commerciali più promettenti in Russia. Secondo uno studio del World Franchising Council, il mercato russo è uno dei leader per quanto riguarda la crescita del numero di aziende in franchising. Su 100 punti di vendita in franchising aperti in Russia, circa 90 dopo 3 anni continuano a esercitare la loro attività sul mercato e anche l’aumento del numero di centri commerciali agisce direttamente sull’apertura di nuovi punti vendita in franchising.

"La capacità di spesa media a Mosca – spiega Mario Resca, presidente Confimprese – è pari a 18mila dollari a Mosca, a 12,5 San Pietroburgo, a 1,4 a Ekaterinburg, le principali città della Russia. Il grado avanzato di sofisticazione dei consumatori, grazie all’emancipazione femminile e all’ampio utilizzo di Internet, sottolinea un’elevata propensione all’acquisto. Anche l’online è un mercato in forte espansione: su una popolazione totale di 144 milioni, 110 milioni sono online, l’85% utilizza Internet ogni giorno e il 32% acquista online. L’età media dei consumatori digital è di 39 anni contro i 45 degli italiani. Numeri che rappresentano un mercato con buone potenzialità di espansione per i retailer italiani".

I principali segmenti del mercato del franchising in Russia sono il commercio al dettaglio, i servizi, la ristorazione pubblica comprensiva di fast food (segmento principale per numero di punti vendita), gelaterie, pizzerie e sushi bar, ristoranti (contenuto numero di punti vendita, ma segmento a prezzo elevato), abbigliamento e calzature.

Dal 2011 al 2018 nel mercato russo del franchising si è registrato un incremento della quota del segmento servizi dal 25% al 30% e della ristorazione dal 15% al 23%. Il trend è dunque positivo e segnala l’apertura di nuovi punti vendita da parte di aziende straniere già da tempo presenti sul mercato russo (33% vs 67% di imprese russe), oltre a un dinamico incremento dei franchisor regionali, allo sviluppo di strumenti finanziari pensati per realizzare progetti in franchising e al miglioramento degli aspetti legali dell’interazione tra franchisor e franchisee.

UCRAINA
Quanto all’Ucraina, quest'ultima ha iniziato il percorso di ripresa a partire dal 2016, grazie al miglioramento della gestione dei fattori macroeconomici da parte delle istituzioni locali e a un forte supporto politico a livello internazionale. Attualmente, le catene retail presenti sono 110 di cui un terzo nel fashion e poco meno nel food (19). La moda e l’arredamento italiano continuano a essere considerati un must da parte dei consumatori locali, soprattutto nelle grandi città. Nell’ultimo anno ci sono stati segnali positivi che ben fanno sperare per una ripresa stabile dell’economia e un aumento, seppur lento ma costante, del Pil (+4,6% nel 2° trimestre) e del potere di acquisto dei consumatori locali: gli stipendi medi mensili sono aumentati del 20%, il commercio al dettaglio è tra i settori che hanno contribuito in modo più rilevante alla crescita. Tuttavia, gli investimenti italiani nel Paese sono ancora bassi, pari allo 0,7% del totale investimenti esteri vs 6% di UK, 5% della Germania e 2,5% della Francia. Il commercio è uno dei settori con investimenti esteri più alti (16,7%), percentuale ancora più elevata se consideriamo solo gli investitori italiani (31%).

KAZAKISTAN
Il Kazakistan, infine, si sta lentamente aprendo al business retail grazie alla spinta di modernizzazione voluta dal Governo. Parliamo di un Paese di 18 milioni di abitanti con un Pil in crescita del 4%. Buona la capacità di spesa, con 3mila dollari pro capite. Dal 2005 al 2015 il Paese ha attirato oltre 200 miliardi di dollari di investimenti stranieri, secondo Paese del Cis dietro alla Russia. Sicuramente il programma 100 Passi, stanziato dal governo kazako per sostenere l’economia, è di buon auspicio anche per migliorare il clima per gli investitori stranieri.

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