Le nuove professioni della comunicazione

Si chiamano personal brander e business celebrity builder e sono due nuove figure create dalle evoluzioni del mercato, del mondo della comunicazione e del digitale. Il magazine Forbes le ha posizionate non a caso ai primi posti tra le 13 nuove professioni per sopravvivere alla quarta rivoluzione industriale.

A confermarlo anche un’indagine commissionata dal governo britannico alla società FastFuture, che si occupa di studi di settore legati a scenari futuri e di definire strategie di investimento strategico. Dalla ricerca emerge che al primo posto tra i nuovi mestieri, da qui al 2030, c’è proprio il personal brander, una sorta di super-consulente a cui ci si affida per costruire e gestire se stessi come un marchio di qualità, attraverso un uso corretto di strumenti online e offline (non solo social media ma anche attraverso canali più tradizionali).

Secondo i dati di settore raccolti da Google Trend, ciò che risulta evidente è che l’interesse nei confronti di questa nuova professione abbia subito un incremento nel giro di qualche anno: dal 2004 a oggi le ricerche intorno ai servizi e alla professione del personal brander sono cresciute del 196,3% a livello mondiale (da una media del 27% al mese nel gennaio 2004 a una crescita dell’80% al mese nel maggio 2018, un tasso di crescita triplicato rispetto all’anno di partenza).

In particolare, i paesi più orientati verso questa scelta sono i Paesi Bassi, l’Indonesia, la Spagna, il Messico, gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia. Solo in l’Italia nell’ultimo anno, si registra una crescita del 13%. Seguono India e Regno Unito. L’interesse verso il personal branding ha superato di gran lunga quello per il self marketing e la self communication. Nello specifico, nel solo 2017 Google Trend quantifica a livello mondiale un incremento del 60% delle ricerche al mese sulla parola branding e un picco del 100% al mese sul termine personal branding, una cifra pari a quella sul self marketing.

Questi dati potano a una diretta riflessione: se da un lato la comunicazione e il marketing hanno sempre soddisfatto le esigenze di un brand, di un’azienda, oggi la vera ambizione del professionista della comunicazione è dunque quella di trasformare ogni cliente in un marchio. E per brand non si intendono solo i nomi noti al grande pubblico.

Come funziona. "Il primo passo per chi vuole intraprendere questo percorso è quasi una seduta di ‘analisi’ e orientamento: facciamo emergere il vero talento della persona, o la caratteristica peculiare dell’azienda, concetto su cui verterà tutta la strategia di comunicazione. In cosa realmente mi distinguo? Qual è la mia unicità sul mercato? Poi si prosegue con l’immagine (look e outfit), il primo biglietto da visita, che deve essere coerente con il messaggio da veicolare e con i contenuti. Quella che ho trasmesso finora li rispecchia realmente? Successivamente andiamo a lavorare sugli strumenti online e offline che, attraverso tecniche di storytelling, possano raccontare al meglio il talento del cliente e comunicarlo al suo target di riferimento”, spiega Gianluca Lo Stimolo, Ceo e fondatore di Stand Out, società specializzata sul tema.

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