Le nuove tendenze alimentari nel carrello degli italiani

L'Osservatorio Immagino racconta i consumi attraverso le etichette dei prodotti acquistati in gdo: dal calo degli zuccheri alla crescita del mondo veg

Come sta cambiando il carrello, ovvero la spesa, degli italiani? Risponde anche quest'anno la decima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, studio sui dati di vendita e le informazioni riportate sulle confezioni dei prodotti di largo consumo.

Parliamo, in questo caso, di 125.431 referenze food e non food analizzate per un giro d’affari di quasi 39 miliardi di euro, ovvero l’83% del sell-out totale realizzato da ipermercati e supermercati italiani (anno finito a giugno 2021). A seguire ci concentriamo, in particolare, sulle tendenze rilevate nel mondo alimentare.

La meno dolce vita

Lato lettura nutrizionale, si rileva un calo significativo degli zuccheri sia per il comparto delle bevande che per la drogheria. I carboidrati hanno confermato un’andamento negativo (-0,9%), spinti dal significativo calo degli zuccheri totali (-1,2%) in categorie come lo zucchero, le creme spalmabili dolci e i biscotti tradizionali. In controtendenza il trend della componente lipidica, con i grassi arrivati al 12,6% di incidenza, in aumento del +0,7% per effetto dei maggiori consumi di maionese, merendine, prodotti da ricorrenza pasquali, patatine, estrusi e snack dolci. Nel mondo del fresco, invece, cresce il generale apporto di fibre insieme ai consumi di pasta fresca ripiena, affettati, basi, yogurt greco, yogurt bi-compartimentale, formaggi da tavola, secondi piatti base pesce e specialità ittiche, così come i piatti pronti vegetali.

Dimmi da dove vieni

I rimandi all'italianità sul packaging, in tutte le sue declinazioni (bandiera italiana, 100% italiano e così via), hanno aumentato negli ultimi anni in modo significativo il loro peso sul carrello della spesa, confermandosi come aspetto rilevante nelle scelte d’acquisto dei consumatori. Tra giugno 2018 e giugno 2021, la quota a valore di questi prodotti è passata dal 22,5% al 26,9%, con un incremento del 4,4%. Stesso discorso per il mondo delle Dop e delle indicazioni geografiche europee, mentre si fa sempre più spazio anche l'origine regionale, con il Trentino-Alto Adige che fa da capofila davanti a Sicilia e Piemonte.

Si può togliere di più

Gli alimenti free-from, ovvero che segnalano in etichetta l'assenza di un ingrediente, valgono ben un quarto del fatturato di tutto il paniere esaminato, la cui domanda sembra essersi stabilizzata pur con andamenti diversificati al suo interno. Un fenomeno articolato che vede il "senza conservanti" e il "senza olio di palma" ancora primi per incidenza sulle vendite, ma in calo. Forte attenzione, invece, per i prodotti con "pochi zuccheri" e "senza zuccheri aggiunti", a conferma del trend nutrizionale sopra. In crescita anche le "poche calorie", il "non fritto" e il "senza antibiotici", che risulta top-performer con un +18,4% di vendite in supermercati e ipermercati . Da segnalare tra gli emergenti il "senza polifosfati" e il "senza aspartame", mentre continua l’interesse per prodotti delattosati, senza lievito e senza uova.

I ricchi si arricchiscono

Come sempre, parallelamente al free-from evolve il fenomeno complementare del rich-in, ovvero di quei prodotti con claim accomunati dalla presenza in assoluto o in forma maggiore di qualcosa. Anche in questo caso la domanda globale della categoria resta di fatto invariata, ma con interessanti trend interni come la forte attenzione ai prodotti ricchi di proteine, zinco (+10% grazie a frutta secca e integratori), magnesio e potassio (con i preparati per integratori al traino). Bene anche il mondo delle vitamine e degli Omega 3, mentre fibre e integrale si stabilizzano.

Veg-style

Se è vero che ormai tutti gli atti di acquisto e consumo stando diventando, soprattutto per i giovani, sinonimo di un posizionamento identitario e di un più ampio lifestyle, questo vale ancor di più in ambito alimentare. In questo insieme di prodotti ad avere l'andamento più positivo sono i claim vegetariano (+5,3%) e vegano (+5,7%), il secondo nonostante l'offerta di referenze sia rimasta stabile, sintomo di una netta crescita della domanda. Incremento nella domanda anche per i prodotti halal, mentre cala quella di kosher. Sostanzialmente stabile il biologico.

Sostenibilità certificata

Il mondo dei loghi e delle certificazioni vuole rispondere alle nuove esigenze dei consumatori lato sostenibilità sociale, ambientale e non solo. Un richiesta di csr che vede nei suoi trend più positivi “Fsc" (la maggiore crescita negli ultimi quattro anni), "Utz", "Fairtrade" ed "Ecocert". Nell’anno finito a giugno 2018 questi prodotti legati alla responsabilità di filiera valevano il 9,6% del giro d’affari del largo consumo confezionato, in quello terminato a giugno 2021 la loro incidenza ha raggiunto invece l’11,2%. Nel complesso, quando si tratta di loghi e certificazioni, il successo degli stessi si lega naturalmente anche alla gestione dei relativi enti lato chiarezza informativa e trasparenza.

Ben fatto e croccante

Guardando alle indicazioni relative ai metodi di lavorazione dei prodotti, a crescere sono in particolare i "non filtrati", "lavorati a mano", "artigianali" e "affumicati". Esaminando, invece, ai claim relativi alla texture, "croccante" si posiziona al primo posto, con una domanda a +5,1% dove i prodotti di traino sono gelati multipack, pesce preparato panato surgelato, le patate surgelate, le quarte lavorazioni avicunicole (cotolette e cordon bleu), gli estrusi e la frutta secca sgusciata. Al secondo posto tra le consistenze più apprezzate si trova il "morbido", ma registra un andamento positivo anche il "farcito"

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