Le quotazioni del caffè ai massimi da 50 anni

Credits Adobestock
Il meteo in Brasile, difficoltà nelle spedizioni, problemi nella logistica spingono le quotazioni del caffè sui massimi dagli anni ‘70

“Un espresso”. “Ecco a lei, sono 2 euro”. In Italia non siamo abituati a scene simili (anche se possono vedersi nelle grandi città e nei luoghi turistici). Ma i rincari del caffè fanno pensare a un prezzo della tazzina presto più caro. Le quotazioni dell’arabica sono salite del 70% da inizio anno, sui massimi da 47 anni (fonte: Bloomberg). Meglio per le varietà meno nobili? Niente affatto. I contratti future sulla robusta hanno registrato un valore di oltre 5.300 dollari alla tonnellata: come per l’arabica sono massimi sconosciuti dagli anni ’70. E allora, secondo quanto riporta il Corriere, la situazione potrebbe, secondo Assoutenti, configurare il rischio di vedere il prezzo del caffè al bar salire fino a 2 euro. Andrea Illy, presidente di Illycaffè, aveva poche settimane fa (in un’intervista a Class Cnbc) messo in guardia dalla volatilità sui prezzi della materia prima e invitato a considerare anche una giusta remunerazione, tramite un aumento di qualche centesimo alla tazzina, che potesse distribuire valore lungo tutta la filiera, senza danneggiare il produttore o il consumatore finale.

Nestlé pronta a rincarare

Intanto Nestlé, maggiore società produttrice di caffè a livello globale, comunica che aumenterà i prezzi e renderà le confezioni più piccole, riporta il Corriere della Sera.

Le ragioni dei rincari del caffè

A spingere le quotazioni una combinazione di fattori. In primis il meteo in Brasile, il maggior produttore mondiale, dove iI timore di cattivi raccolti dovuti a condizioni climatiche avverse all'inizio dell'anno fanno propendere i produttori a ritardare la vendita della commodity, nonostante la domanda. Il mese scorso, nei porti brasiliani si erano ammassati oltre 2,15 milioni di sacchi di caffè pronto per l’export, senza che fosse poi effettivamente imbarcato. Il danno, che pare essere legato semplicemente alla disorganizzazione, avrebbe causato mancati introiti per più di 530 milioni di euro. A settembre il porto di Santos, maggiore hub per le spedizioni di caffè dal Brasile, ha registrato ritardi nell'84% delle partenze delle navi portacontainer. Vicino al Brasile cresce la produzione in Colombia (dati Ice) ma anche Bogotà è a corto di container e non riesce a trovare navi per il trasporto (riporta l’Ansa). Problemi climatici hanno fatto danni pure in Vietnam, secondo produttore mondiale, dove la zona di maggiore produzione è stata prima vittima dalla siccità nel periodo di crescita e poi da piogge nel momento del raccolto.

Donald Trump (credits: Shutterstock)

C’è poi il capitolo della nuova presidenza statunitense di Donald Trump che si insedierà a gennaio. Allora ci sarà da valutare l’effetto di potenziali dazi alle importazioni da Paesi terzi, che potrebbero spingere verso ulteriori rincari del chicco nero.

La logistica globale sta poi subendo le conseguenze delle difficoltà di approvvigionamento dovute ai conflitti in corso, specialmente con la situazione in Medio Oriente, dove gli houthi yemeniti impediscono una regolare navigazione nel Mar Rosso (quindi nel canale di Suez).

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