Le strade illegali dei RAEE e della rivendita

Ogni anno circa 20.000 tonnellalte di rifiuti elettrici ed elettronici escono dal normale sistema di riciclo: una situazione che comporta importanti ricadute ambietali ed economiche

Ogni anno circa 20.000 tonnellate di RAEE raccolti (rifiuti da apparecchi elettrici ed elettronici) sono sottratte al riciclo e seguono percorsi illegali. Si tratta di una situazione che presenta pesanti ricadute ambientali ed economiche, oltre a compromettere il raggiungimento degli obiettivi nazionali ed europei di corretto riciclo. Le parti più preziose dei RAEE spariscono spesso dai centri di raccolta e sono illegalmente rivendute sul mercato (cosiddetta cannibalizzazione), per una perdita complessiva di 14 milioni di euro. Sul fronte ambientale è forte il rischio del rilascio in atmosfera di sostanze ozono-lesive a seguito della rimozione non corretta del motore di frigoriferiferi e congelatori. È quanto emerge dall’analisi La cannibalizzazione dei RAEE – Conseguenze ambientali e impatto economico a cura di ASSORAEE (Associazione Recupero Rifiuti Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche di FISE UNICIRCULAR), presentati nel corso del consueto evento sul settore dei rifiuti elettrici ed elettronici che si è tenuto durante l’ultima edizione di Ecomondo.

Ogni anno in Italia vengono trattate circa 420.000 tonnellate di RAEE, di cui tre quarti costituite da rifiuti domestici e un quarto da professionali. Lo studio indaga l’impatto ambientale ed economico del sempre più diffuso fenomeno della cannibalizzazione, ossia la sottrazione di intere apparecchiature o delle loro parti con maggior valore economico, come compressori, motori, cavi, schede elettroniche ed altra componentistica. Un fenomeno che in alcuni casi inibisce lo stesso riciclo del rifiuto e che rischia di compromettere il raggiungimento degli obiettivi fissati dalle normative nazionali e comunitarie per quanto riguarda la gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. Le componenti sottratte vanno solitamente ad alimentare un circuito parallelo e illegale di rivendita sul mercato.

Giuseppe Piardi

Secondo i dati di EERA (l’associazione che rappresenta i 30 maggiori riciclatori d’Europa) a livello continentale, il totale delle perdite generale dalla cannibalizzazione ammonta a circa 170 milioni di euro all’anno. In Italia secondo lo studio si superano i 14 milioni di euro, con oltre 19.000 tonnellate di componenti sottratti. L’analisi rivela, infatti, come alcune tipologie di prodotti dismessi dai consumatori non raggiungano gli impianti di trattamento, in particolare i beni che mantengono un maggiore valore economico, come i condizionatori inclusi nel Raggruppamento R1 (frigoriferi, condizionatori, congelatori), gli schermi CRT e i laptop in R3 (televisori e laptop, LCD o plasma e simili) e pc desktop e smartphones in R4 (computer e apparecchi informatici, telefoni, apparecchi di illuminazione, pannelli fotovoltaici). Oltre alla sottrazione dell’intero prodotto, molto spesso i rifiuti sono cannibalizzati durante la fase di raccolta o, talvolta, mentre il materiale è stoccato, prima del suo conferimento agli impianti per il trattamento. I materiali più ricercati sono i compressori (in quattro casi su 10 spariscono dal rifiuto), i cavi di alimentazione e le schede elettroniche che vengono prelevati da un’apparecchiatura elettrica ed elettronica su quattro. Dal punto di vista delle ricadute ambientali l’asportazione dei compressori da frigoriferi e congelatori provoca i maggiori danni in quanto vengono rilasciati in atmosfera i gas utilizzati nei circuiti refrigeranti, in particolare quelli contenenti sostanze ozono-lesive, quali CFC ed HCFC.

Considerando il totale di frigoriferi e congelatori conferiti nel 2018, le sostanze ozono-lesive in essi contenute ammontano a più di mezzo milione di tonnellate di CO2, equivalenti, cioè, alle emissioni di oltre 300.000 utilitarie. Altrettanto a rischio è anche la dispersione di mercurio, dovuta alla cannibalizzazione degli schermi piatti. Inoltre, esiste un concreto rischio di dissipazione per i CRM (Critical Raw Materials) contenuti nelle batterie, nelle schede elettroniche o in altre componenti.

Da un punto di vista delle quantità sottratte il peso dei compressori fa si che R1, con quasi 10.000 tonnellate, sia il raggruppamento più penalizzato seguito da R4 con quasi 6.000 tonnellate. “Per arginare il dilagante fenomeno della cannibalizzazione dei RAEE -dice Giuseppe Piardi,  Presidente ASSORAEE- è necessario muoversi in quattro direzioni: identificare buone pratiche operative che preservino la qualità del materiale raccolto; rendere lo standard europeo per la raccolta vincolante per i centri di raccolta al fine di controllare maggiormente la qualità del materiale; prevedere meccanismi di compensazione economica (anche basati su decurtazioni dei premi di efficienza) tramite un fondo finalizzato al riequilibrio degli effetti economici derivanti dalla cannibalizzazione; promuovere ed incentivare il canale di raccolta della distribuzione che garantisce un materiale in ingresso agli impianti di trattamento in genere meno cannibalizzato”.

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