L’economia ittica italiana secondo il Mipaaf

La Direzione Generale Pesca e Acquacoltura del Ministero Politiche Agricole gestisce la programmazione e il coordinamento del mondo della pesca. In vista del Seafood Summit di Rimini del 9 novembre, abbiamo posto qualche domanda al direttore (da Mark Up n. 263)

Uno dei poteri più significativi è la gestione degli aiuti di Stato in materia di pesca e acquacoltura, nonché degli  adempimenti nazionali relativi al Feamp,  acronimo di Fondi Europei per gli Affari Marittimi e della Pesca. La dotazione finanziaria della direzione generale, proveniente dall’Unione Europea per il settennato 2104-2020, è di 537 milioni di euro. Un’entità che testimonia l’importanza per la nostra economia del settore ittico e, di conseguenza, della visione del mondo ittico nazionale da parte della Direzione Generale Pesca e Acquacultura.
Come pensate di creare valore aggiunto per la produzione nazionale accorciando la filiera in conformità al Feamp?
Il Programma Operativo (di seguito PO) del Feamp indica chiaramente che l’accorciamento della filiera ittica va perseguito mediante il valore aggiunto dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, la qualità dei prodotti e l’utilizzo di specie indesiderate. A tal proposito, il regolamento Feamp prevede esplicitamente, all’art. 42, l’attuazione di investimenti che valorizzino i prodotti della pesca, in particolare consentendo ai pescatori di provvedere alla trasformazione, alla commercializzazione e alla vendita diretta delle proprie catture e finanziando investimenti innovativi a bordo che migliorino la qualità dei prodotti della pesca, attraverso l’utilizzo di attrezzi selettivi per ridurre al minimo le catture indesiderate. Il Programma si rivolge sia alla pesca marittima che alla pesca in acque interne, dando priorità alla selezione di operazioni che riguardino gli operatori della piccola pesca costiera artigianale. È prevista, in particolare, una dotazione complessiva pari a circa 13 milioni di euro. In ossequio a principi di sussidiarietà, proporzionalità e governance a più livelli, l’Accordo Multiregionale, individua le Regioni e le Province Autonome coinvolte nel Programma, allo scopo di ripartire le competenze relative alla gestione del PO nazionale, prevede che le misure in questione vengano gestite esclusivamente dalle amministrazioni regionali. Con riferimento all’acquacoltura, il Programma Operativo prevede il sostegno agli imprenditori attraverso investimenti destinati a migliorare la qualità e ad aggiungere valore ai prodotti. Nella selezione delle domande di ammissione vengono favoriti gli interventi a beneficio delle Pmi, degli imprenditori agricoli e delle imprese familiari.
Che misure intendete applicare a favore del settore, in particolare alle c.d. O.P.?
La presenza di un numero significativo di Organizzazioni dei Produttori (di seguito O.P.) e di Associazioni di Organizzazioni di Produttori (di seguito A.O.P.), con strutture organizzative diffuse su tutto il territorio nazionale, contribuisce ad orientare i produttori verso una pesca ed un’acquacoltura sostenibili. Il regolamento europeo relativo al Feamp prevede espressamente le O.P. e le A.O.P. come beneficiari di interventi di promozione che integrano le attività di produzione, trasformazione e commercializzazione nell’ambito della catena di approvvigionamento o che consistono in processi o metodi innovativi. In tal senso, il PO Feamp ha dedicato una specifica priorità al fine di concedere sostegno finanziario alle O.P. per stabilizzare il mercato e ridurre l’impatto ambientale delle attività di pesca. La dotazione complessiva è pari a 6 milioni di euro, di cui 2 milioni per la pesca e 4 milioni per l’acquacoltura.
Riusciremo a sincronizzare le esigenze dei nostri pescatori con la Direzione Generale della Pesca di Bruxelles?
La Direzione Generale della pesca Italiana è impegnata attivamente sul fronte comunitario e internazionale per tutto quello che concerne la gestione delle risorse, come dimostra quanto portato avanti in ambito Cgpm e Iccat. Nel quadro degli accordi stretti e degli impegni assunti, il nostro paese vuole giocare un ruolo sempre più attivo al fine di conferire con tutti gli operatori. Perché ciò sia possibile, è priorità dell’Amministrazione italiana far presente le esigenze dei nostri pescatori e i loro bisogni, attuando sistemi per rilevare sul campo i punti critici della politica unionale, al fine di portare in sede europea proposte condivise in un’ottica di un continuo miglioramento. Questa impostazione è già in essere e ha portato, ad esempio, a fondamentali momenti di discussione e confronto durante specifici e periodici tavoli di condivisone con le parti interessate (regioni, operatori del settore, associazioni di categoria). Vedi la gestione della piccola pesca costiera e della piccola pesca artigianale. Questa rappresenta un comparto a sé stante al quale corrisponderanno specifiche politiche di settore (cfr. Dm 7 Dicembre 2016 che Disciplina la piccola pesca e la piccola pesca artigianale).
La realizzazione di adeguate campagne di marketing in che modo possono indicare buone pratiche per modernizzare e promuovere la crescita?
La comunicazione è un fattore essenziale se si vuole accrescere il valore di un settore e/o di un prodotto. Il PO prevede la possibilità di sostenere azioni volte ad individuare nuovi mercati e migliorare le condizioni per l’immissione sul mercato dei prodotti alieutici e acquicoli, tra cui specie con un potenziale di mercato, catture indesiderate, prodotti della pesca e dell’acquacoltura ottenuti utilizzando metodi che presentano un impatto limitato sull’ambiente. Tali attività perseguono, tra l’altro, il fine di promuovere la qualità e il valore aggiunto dei suddetti prodotti facilitando la promozione della pesca e dell’acquacoltura sostenibili, compresa la pesca costiera artigianale, nonché la commercializzazione diretta dei prodotti della pesca da parte dei pescatori dediti alla pesca costiera artigianale. In merito si evidenzia un interesse da parte nostra alla partecipazione ad iniziative che possono contribuire alla trasparenza della produzione dei mercati, incentivare la tracciabilità dei prodotti, realizzare attività di promozione e campagne di comunicazione ed informazione rivolte ai consumatori. Come Direzione Generale partecipiamo ad esempio al Seafood Expo Global di Bruxelles con un nostro stand istituzionale assicurando spazio per una consistente presenza delle aziende italiane.
Per il Seafood Summit di Rimini, organizzato da Mark up, che convoglierà il mondo ittico italiano, che messaggio si sente di dare alle imprese del settore?
Queste manifestazioni permettono di offrire un quadro della situazione del mercato attuale e delle prospettive di crescita future, nonché contribuiscono a creare un’opportunità di aggiornamento professionale rivolta agli operatori del settore. Sono, inoltre, un momento di scambio e condivisione di buone pratiche tra tutti gli operatori della filiera ittica italiana. Obiettivo importante è quello di aumentare la visibilità dei prodotti ittici e dei mercati italiani più importanti, al fine di valorizzare il seafood di qualità in un’ottica anche internazionale. Attraverso questi momenti di condivisione, incoraggiamo la cooperazione tra gli stakeholders indirizzando le attività sugli effettivi fabbisogni del settore e dei mercati di riferimento. Inoltre, invitiamo gli operatori ad attuare investimenti innovativi ed iniziative specifiche volte a creare, ad esempio, nuovi prodotti e ad ottimizzare i processi produttivi delle imprese. Avremo cura di tener conto di quanto emerso dall’iniziativa, al fine di migliorare e creare nuove prospettive di crescita.

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