L’economic sentiment segnala un miglioramento climatico

Consumer and Retail Summit – L’Italia potrebbe raggiungere i livelli di Pil medi del 2007 solo nel 2014. (Da MARK UP 194)

Registrati gratuitamente per scaricare il pdf con la versione completa dell'articolo >

1. Il punto più basso è stato toccato tra primo e secondo trimestre 2009
2. L'indice di fiducia delle imprese imprese ha recuperato nel 2010 buona parte della caduta

Il 20 settembre il Nber (National bureau of economic research) ha annunciato ufficialmente la fine della recessione americana, che secondo il dating committee dell'istituto americano, risale a giugno 2009, ed è durata 18 mesi: era dalla seconda guerra mondiale che non si assisteva a periodi più lunghi di contrazione dell'attività economica.
Per quanto riguarda il nostro paese, lo scorso febbraio Isae ha identificato la “minima” nel maggio 2009, con una durata del trend negativo in questo caso pari a 21 mesi, la terza recessione più lunga - ma probabilmente la più intensa - dal dopoguerra.
Come mostra il grafico 1, Isae considera il primo trimestre 2008 come uguale a 100, cioè come punto a partire dal quale le economie industriali hanno iniziato a cadere, mentre fra primo e secondo trimestre 2009 si è registrato il punto più basso della recessione. La perdita di Pil in questo periodo è stata pari a -4% negli Usa, l'epicentro della crisi, e a -5,3% in Europa, con andamenti variabili secondo i paesi: -6,8% in Germania e -3,7% in Francia.
Con la ripresa, il Pil Usa si trova oggi ancora su livelli inferiori di 1,1 punti percentuali rispetto a quelli precedenti alla crisi mondiale. La perdita è ancora pari a 3,5 punti nella media europea, e a ben 5,6 punti in Italia, contro i 2,7 punti della Germania e i 2,2 della Francia. Il grafico mostra che l'Italia è tra i paesi economicamente avanzati quello che sta soffrendo di più: molto più degli Usa, dai quali la crisi è partita.
“Se ipotizziamo che nei prossimi anni l'economia italiana tornerà a crescere ai ritmi della prima metà del decennio (circa +1,5% annuo) - aggiunge Alberto Majocchi, presidente di Isae - il nostro paese raggiungerebbe i livelli medi del Pil del 2007 solo nel 2014”.

Indici di fiducia
“L'indice di fiducia dei consumatori aveva raggiunto un punto di massimo qualche mese prima rispetto al ciclo italiano, nel marzo 2007” commenta Majocchi. Il minimo della crisi viene toccato in anticipo a dicembre 2008 con una perdita di fiducia di oltre 12 punti rispetto ai massimi. Al minimo di fine 2008 sono seguite due fasi distinte:
- una di recupero che ha permesso, nel 2009, di compensare interamente la perdita registrata durante la recessione;
- l'altra d'incertezza, con notevoli oscillazioni per tutti i primi 9 mesi del 2010, e con l'indice che si trova oggi 5 punti sotto i valori di fine 2009.

Fiducia delle imprese e crisi
Quanto alla fiducia delle imprese manifatturiere, l'indice aveva raggiunto un massimo nel marzo 2007, perdendo ben 37 punti all'apice della recessione (marzo 2009). A oggi - settembre 2010 - l'indice ha recuperato buona parte della caduta (circa 25 punti) attestandosi però ancora su circa 13 punti sotto i valori precedenti la crisi.
In una prima fase la ripresa è stata spinta principalmente dal ritorno dei magazzini su livelli considerati normali, dopo i forti accumuli registrati durante la recessione (cosiddetto ciclo delle scorte). In seguito, dalla fine del 2009, le imprese hanno aggiustato le proprie attese di produzione - che sono tornate positive - e hanno registrato un aumento nel livello della domanda.
Gli indici di fiducia hanno mostrato consistenti segni di ripresa dall'inizio del 2009 nel commercio e nei servizi, stabilizzandosi invece su livelli più bassi nelle costruzioni.
Negli ultimi mesi la situazione congiunturale sembra migliorare nelle costruzioni e nei servizi, evidenziando invece segni di rallentamento nel commercio.
Dall'analisi dei dati di contabilità nazionale, emerge che la recessione ha colpito l'economia italiana in modo particolarmente severo. Anche i tassi di ripresa registrati nel 2009 e nel primo scorcio 2010 sono stati mediamente inferiori rispetto a quelli dei principali paesi europei e degli Usa.
Le indagini congiunturali hanno però puntato sin dalla fine del 2009 e inizio 2010 nella direzione di una progressiva accelerazione della ripresa.
Nel settore industriale la ripresa si è consolidata dopo una prima fase guidata soprattutto dal ciclo delle scorte. Gli indicatori più recenti, aggregati trimestralmente da Isae per la costruzione di un indice di Economic Sentiment, sembrano puntare nel complesso verso un rafforzamento del ciclo con qualche ombra però sul lato della domanda interna (indice dei consumatori e soprattutto del commercio).

Allegati

194-CRS-2010-Isae
di Roberto Pacifico / novembre 2010

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome