Leed, strumento di misurazione “olistica” della sostenibilità

Urbanistica, Real Estate & Cci 2009 – Il sistema di certificazione quantifica le prestazioni energetico-ambientali degli edifici.

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Scopo di Leed è fornire al mercato edilizio una definizione condivisa attraverso uno standard volontario basato su un linguaggio comune e facilmente comprensibile anche ai non addetti ai lavori, paragonabile alle etichette informative dei prodotti alimentari

La sostenibilità ambientale, tema trainante negli ultimi anni a livello politico, sociale ed economico, benché trattato non di rado in modo discutibile, si può riassumere nell'applicazione di strategie e soluzioni volte a preservare un equilibrio stabile tra domanda di risorse ambientali - necessarie per lo sviluppo - e disponibilità delle stesse. L'urgenza di questo problema rende necessario individuare metodologie e strumenti di lavoro atti a soddisfare tale bilanciamento. L'edilizia rappresenta un capitolo fondamentale nel discorso sostenibilità: responsabile di circa il 40% dei consumi energetici a livello globale (fra climatizzazione, illuminazione e forza motrice), presenta ampi margini di miglioramento nelle pratiche costruttive.

Anche se negli Stati Uniti fino a tempi molto recenti si è sostanzialmente trascurata l'importanza dei problemi ambientali, da molti anni si registra l'affermazione di movimenti per l'edilizia sostenibile, con il chiaro scopo di realizzare un sistema oggettivo per definire e misurare le prestazioni delle costruzioni sostenibili. Nel 1993 tali iniziative si sono concretizzate nella fondazione di Usgbc (“U.S. Green Building Council”) e nel successivo lancio del primo programma pilota del sistema di certificazione Leed (“Leadership in Energy and Environmental Design Rating System”).

Principio fondativo di Usgbc, associazione senza scopo di lucro, è trasformare il modo in cui edifici e comunità sono progettati, costruiti e utilizzati, con lo scopo di realizzare un ambiente salutare, prospero e responsabile dal punto di vista sociale e ambientale, in grado di migliorare la qualità della vita delle persone. A tal fine Usgbc coinvolge tutte le figure professionali presenti nell'ambito dell'edilizia, a partire dai progettisti affinché inizino a capire e a diffondere la migliore qualità degli interventi basati sui principi della sostenibilità ambientale, insieme a organizzazioni no-profit, agenzie governative, studi di progettazione, imprese del real estate, agenzie immobiliari, produttori e industrie manifatturiere. Uno degli elementi del successo dell'associazione Usgbc risiede proprio nella scelta di parità fra tutti i soci, che devono rigorosamente essere entità collettive (di carattere sia privato sia pubblico) e mai singoli individui. Ogni socio, attraverso i propri rappresentanti, ha inoltre la possibilità di esprimere il proprio parere sulle scelte compiute dall'associazione in modo democratico: ciò comporta che ogni scelta d'importanza strategica è guidata dal meccanismo del consenso associativo su larga scala, ottenendo così il massimo riscontro da tutte le realtà al suo interno.

Caratteri generali

Per promuovere in modo concreto la sua filosofia Usgbc ha sviluppato la certificazione Leed, sistema volontario in grado di classificare la capacità di applicare in un edificio i principi della sostenibilità ambientale nella sua progettazione e realizzazione, mediante la misurazione di specifici attributi “Green Building”. Leed agisce su più ambiti mediante parametri che riguardano l'impatto su ambiente esterno e interno, sugli aspetti gestionali e sugli indicatori qualitativi e quantitativi e, mediante lo sviluppo di certificazioni specifiche, anche sulle diverse tipologie di utilizzo degli edifici (uffici, scuole, case di cura od ospedali, spazi commerciali).

Accanto alle certificazioni per nuove costruzioni è stata realizzata una versione specifica per gli edifici esistenti, nei quali l'intervento migliorativo strutturale è impossibile in quanto l'edificio stesso è già concluso, mentre risulta semplice intervenire sulla gestione, e una specifica versione, ancora in fase di sviluppo (Neighbourhood Design) per estendere i principi della sostenibilità su scala urbana.

Scopo della certificazione Leed è fornire al mercato edilizio una definizione condivisa, una misura prestazionale attraverso uno standard volontario trasparente, costruito attraverso un processo di creazione del consenso, e l'utilizzo di un linguaggio comune e facilmente comprensibile anche ai non addetti ai lavori, paragonabile alle etichette informative dei prodotti alimentari.

Rivolgendosi all'intero processo (dalla progettazione alla costruzione vera e propria) e a ogni parte dell'edifico, il sistema di certificazione Leed è basato su una visione olistica della sostenibilità ambientale, che opera contemporaneamente su più fronti al fine di minimizzare diversi tipi di impatti ambientali e la fruizione degli edifici da parte dell'utenza, individuando le “best practice” per l'intero settore.

I pilastri del sistema

Il sistema Leed è organizzato su 6 categorie ambientali ciascuna delle quali è articolata in una serie di crediti (“credits”) e in alcuni prerequisiti inderogabili (“prerequisites”), il cui rispetto è condizione necessaria per ottenere la certificazione. Le sei categorie d'impatto attorno alle quali sono organizzate le diverse certificazioni Leed sono:

1) Sostenibilità dei siti (“Sustainable Sites”): la scelta del sito di costruzione di un edificio e delle sue caratteristiche ha importanti implicazioni dal punto di vista ambientale per quanto riguarda le attività di cantierizzazione, la preservazione di ecosistemi locali, l'impatto sulle infrastrutture pubbliche di trasporto (e sul conseguente inquinamento indotto), il controllo dell'effetto isola di calore su scala urbana, la possibilità del recupero di acqua piovana e l'inquinamento luminoso.

2) Gestione efficiente delle acque (“Water Efficiency”): per minimizzare il consumo di acqua potabile e l'impatto dell'edificio sulle reti pubbliche di adduzione e scarico, Leed propone di ridurre i fabbisogni idrici sia per le aree esterne dell'edificio attraverso la limitazione dell'irrigazione sia per i consumi interni dell'edificio mediante l'utilizzo di sistemi in grado di minimizzare il flusso alle utenze.

3) Energia e atmosfera (“Energy and Atmosphere”): l'analisi dei flussi energetici globali dell'edificio (riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, energia elettrica) consente l'ottimizzazione delle caratteristiche dell'edificio e degli impianti, e di conseguenza la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, tenendo presente le potenzialità energetiche di utilizzo delle fonti rinnovabili e l'importanza di una corretta fase di progettazione e realizzazione degli impianti termomeccanici.

4) Materiali e risorse (“Material & Resources”): la corretta scelta dei materiali di costruzione, tenuto conto dell'energia in essi contenuta (estrazione delle materie prime, produzione, trasporto e messa in opera) può portare a un'importante riduzione dei consumi di materie prime ed energia.
A tal fine risulta opportuno promuovere una corretta raccolta dei rifiuti dell'edificio, sia durante la fase di costruzione sia durante il suo ciclo di vita, recuperare parte degli elementi strutturali importanti nel caso di ripristino di costruzioni esistenti, utilizzare i materiali prodotti localmente, riciclati o riciclabili, rapidamente rinnovabili.

5) Qualità degli ambienti interni (“Indoor Environmental Quality”): spazi interni e impianti dell'edificio devono essere in grado di fornire le condizioni ottimali di comfort (termoigrometrico, illuminotecnico, della qualità dell'aria), di garantire la salubrità e il benessere degli utenti dell'edificio, mentre mediante l'utilizzo di sistemi di controllo individuali per gli impianti e l'illuminazione artificiale permette la riduzione dei consumi energetici globali: è evidente che un edificio con elevata vocazione di sostenibilità, ma che non è in grado di ottimizzare le condizioni di utilizzo delle persone, trascura la funzione per cui è stato creato.

6) Innovazione e processo progettuale (“Innovation and Design Process”): l'impiego di tecnologie costruttive migliorative rispetto a quelle “best pratice” e l'inserimento di professionisti accreditati (le figure di Leed Ap) all'interno del gruppo di progettazione si pongono come valore aggiunto per l'edificio. Pur non ponendo indicazioni pratiche sulla progettazione di un edificio, questa categoria permette di riconoscere possibili situazioni di eccellenza nel superamento dei criteri presenti nelle altre categorie.

Il punteggio finale dell'edificio corrisponde alla somma dei punteggi ottenuti per ciascun credito: l'edificio è quindi classificato in base al merito ottenuto in quattro categorie: “Certified” (punteggio complessivo pari a circa il 40% del totale conseguibile), “Silver” (circa il 50%), “Gold” (circa il 60%), “Platinum” (oltre il 75%).

*TiFS Ingegneria Presidente Comitato Leed di Green Building Council Italia

Climatizzazione: assetto lontano dall'ideale

Una corretta progettazione, costruzione e gestione degli impianti e delle macchine inerenti al “sistema” condizionamento è cruciale in termini di salubrità dell'aria che si respira e dunque di qualità complessiva degli ambienti interni: non a caso è uno dei sei distinti ambiti oggetto di valutazione ai fini della classificazione contemplata dal protocollo Leed. Malgrado una crescente sensibilità verso le implicazioni delle scelte progettuali e impiantistiche adottate, sia in relazione alle nuove iniziative di sviluppo sia alla riqualificazione di spazi esistenti, l'operatività quotidiana evidenzia la nettissima prevalenza di approcci e soluzioni che sono ben lontani da standard d'eccellenza, per usare un eufemismo. Contribuire alla diffusione delle best practice settoriali riveste un ruolo fondamentale, visto l'impatto della componente specifica. E rientra tra i compiti istituzionali del Green Building Council Italia nel suo insieme e del chapter Veneto Friuli-Venezia Giulia.

In un'ottica pragmatica, vorremmo porre ancora una volta l'accento sulle benefiche ricadute d'ordine pratico che si legano all'implementazione di soluzioni virtuose. Sappiamo per esempio che nell'ambito dei centri commerciali la forza motrice assorbe circa un quarto del budget di gestione, con un'incidenza specifica intorno al 5% e all'11% rispettivamente in rapporto a spazi comuni e singole unità. È evidente che maggiore efficienza e minori consumi dipendono dalle caratteristiche e dalle modalità gestionali delle macchine e degli impianti prescelti. La congiuntura odierna sta determinando una generalizzata rincorsa alla riduzione dei costi, direttamente proporzionale alla riduzione della performance. Si tratta di una tendenza gravida di conseguenze su vari piani, che conduce a risultati negativi per l'ambiente, ma anche per il conto economico delle proprietà e degli utilizzatori. Una climatizzazione improntata a principi di sostenibilità, efficacia e minor dispendio energetico, invece, oltre ad avere una valenza strategica, è fonte di valore aggiunto. Misurabile attraverso l'applicazione di parametri oggettivi. Perché una sostenibilità a tutto tondo non prescinde dalla bottom line delle aziende, come insegnano i player più lungimiranti.

Pierluigi Nalin

direttore Dgs Blue Box Group

segretario del chapter Veneto Friuli-Venezia Giulia di Gbc Italia

Allegati

Cci2009-Leed
di Andrea Fornasiero* / giugno 2009

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