L’evoluzione della formazione aziendale in tempi di pandemia

L’88% delle aziende ha attivato percorsi di video-formazione online. Il risultato dello studio annuale promosso da Fòrema

L'emergenza ha aumentato per molte aziende il fabbisogno di formazione del personale proprio in tempo di maggiori limitazioni, ma anche la gestione della formazione ordinaria ha dovuto reinventarsi in risposta alle nuove regole per evitare la discontinuità. Gli ambiti per i quali risulta prioritaria una formazione aggiornata e al passo con i tempi sono quelli del marketing e delle vendite, a seguire la progettazione e lo sviluppo prodotto (+26%), l’informatica (+25%), i processi produttivi (+24%).

Questa la panoramica sul tema tracciata dallo studio annuale di Fòrema completato a gennaio 2021. L'indagine ha coinvolto 104 realtà, per il 47% piccole imprese, per il 39% medie e per il 14% di grandi dimensioni, focalizzandosi in particolare sul territorio veneto (non meno colpito dalla pandemia e come tale considerabile abbastanza rappresentativo di tendenze nazionali). Molteplici, tra l'altro, i settori coinvolti, ovvero quello metalmeccanico (quasi 50% degli intervistati), moda, sport e calzature, edilizia e costruzioni, cartotecnico, legno e arredo, alimentare, gomma e plastica, commercio e grande distribuzione, servizi innovativi e tecnologici.

Le soluzioni adottate e le criticità

Quello che emerge dai risultati, nel complesso, è una rapida capacità di risposta alle nuove esigenze di formazione grazie alle tecnologie disponibili. L’88% del campione ha attivato soluzioni di video-formazione, ricorrendo a una pluralità di piattaforme. MS Teams (30% di preferenze) e Zoom (24%) sono tra le principali scelte aziendali, a seguire tutte le altre. Tende a prevalere l’utilizzo di più piattaforme (client) in funzione degli obiettivi e delle condizioni operative di volta in volta riscontrate. Quasi tre quarti (72%) delle aziende intervistate ha affiancato sistemi di e-learning asincrono alla video formazione, in particolare per gli argomenti tecnici o più facilmente standardizzabili. Solo una ristretta minoranza (11%, in particolare grandi imprese) ha esplorato soluzioni LMS con portali propri o di terzi.

L’approccio alla video formazione “in diretta” appare più semplice rispetto all’e-learning asincrono (42% vs 35%), e in generale l’utilizzo dei nuovi canali non sembra rappresentare un ostacolo (solo il 16% li vede come un limite) alla formazione. La facilitazione nell'interscambio tra partecipanti e docente è segnalato come la criticità maggiore. Per il 54% è un problema, mentre il 20% lo ritiene soddisfacente, anche grazie all'efficacia dei docenti stessi. Guardando avanti e cercando di delineare una traiettoria di sviluppo, l'esperienza della formazione a distanza ne ha mostrato la praticabilità generale. Tuttavia una minoranza relativa ritiene che continuerà a sostituire le attività in presenza (41%), mentre tende a prevalere l’idea di un il ritorno alle forme tradizionali, non appena possibile (53%). La scelta tra l'online e le attività in presenza dipende molto dal tipo di formazione da realizzare (80%). Appare chiaro che dovranno essere messi a punto nuovi equilibri tra le diverse modalità formative (69%).

L'approccio al prossimo futuro

La riconversione professionale (reskilling) e lo sviluppo di nuove competenze (upskilling) per il personale è una delle chiavi per ripartire secondo le imprese. Per il 67% del campione i due temi hanno priorità positiva, alta o massima. I nuovi focus per il 2021 sono la digital transformation (il 54% valuta il tema importante o molto importante, nel 2020 era al 37%) e la sostenibilità ambientale e sociale del business (42% del campione, nel 2020 la csr era al 26%). Lo sviluppo dei modelli manageriali per sostenere lo smart working è il tema relativamente meno sentito (28%).

Per le aziende manifatturiere i temi prioritari sono ancorati al mondo fabbrica. Dall'impatto della digitalizzazione dei processi (21%) e dall'esigenza di portarli ad efficienza (19%), ai conseguenti interventi di aggiornamento delle competenze del personale (20%). Il tema della sostenibilità è più sentito in questo caso rispetto agli altri settori (16%).

Il 2021 è anche l’anno del nuovo bilancio dell’Unione Europea e dei programmi di finanziamento che verranno messi a disposizione delle Regioni e dei Paesi membri. Secondo le imprese, l’utilizzo dei fondi per la formazione dovrà essere indirizzato prioritariamente alla riconversione professionale (reskilling) e apprendimento permanente (50% priorità alta o massima), alla qualità dell'offerta di competenze sul territorio (39%), all'inclusione sociale attiva dei gruppi svantaggiati (36%). Per contro i temi dell'accesso al mercato del lavoro e alle opportunità formative mostrano la minore incidenza relativa.

 

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