Libero mercato e ripresa dei consumi

EDITORIALE – Non sappiamo come uscirà dalla prova dell'Aula, ma il decreto sulle liberalizzazioni che il governo Monti porta in Parlamento promette di essere una delle maggiori rivoluzioni mai proposte al mercato italiano (da Mark Up 206)

Il mercato italiano:
uno dei più ingessati, protetti e privi di concorrenza dei Paesi a
economia ritenuta libera.Un mercato dove le lobby hanno sempre prevalso sull'interesse dei consumatori e le corporazioni sulla tanto sbandierata e mai veramente applicata libertà d'impresa.Mario Monti aveva promesso una serie di interventi consecutivi e sta, almeno per ora, tentando di mantenere la promessa. L'effetto, dopo il frenetico immobilismo al quale eravamo abituati con i passati governi (di destra e di sinistra, sia ben chiaro) è più simile a quello di una diga che si rompe che non al classico sasso gettato nello stagno. Tutti (o molti) sono gli scontenti, segno che forse la direzione è finalmente quella giusta. Anche perché la situazione precedente, purtroppo, sappiamo benissimo dove ci aveva portati: tentare di mantenerla sarebbe stato un suicidio.Gli effetti dovrebbero essere benefici sia sui prezzi, con una riduzione progressiva degli stessi, sia sui consumatori. Dire oggi quanto, in termini numerici ossia di euro pro capite, ci pare un esercizio privo di basi economiche serie. Più sensato è rifarsi a esperienze ormai consolidate, come quella inglese, dove le liberalizzazioni hanno portato un sensibile miglioramento nei livelli di reddito e occupazione. Risultato simile a quello ottenuto in Belgio.Alcuni, nei giorni scorsi, hanno accusato il presidente del Consiglio di faciloneria nel parlare di un Pil potenzialmente in crescita del 10 per cento. In realtà basta andare a leggere il comunicato del governo stesso per vedere come la citazione si riferisse non all'intero sistema Paese, ma ai soli settori coinvolti e beneficiati dalle liberalizzazioni proposte.Altri hanno invocato misure aggiuntive, dopo che per anni ne hanno varate ben poche, dimenticando che il decreto sulle liberalizzazioni verrà seguito da altri interventi a scadenze ravvicinate. Intenzione più volte ribadita da Mario Monti: bastava ascoltare.La nostra politica non ha ancora perso il vizio di ascoltare male, capire peggio e commentare di conseguenza.Resta il fatto che le attese sono positive soprattutto in termini di ripresa dei consumi e di recupero dei salari reali. L'auspicio è che l'impianto del decreto, nei suoi cardini, passi il vaglio dell'Aula senza che i soliti noti riescano a far pressione per stravolgerne significato ed effetti.Forse, e ripeto forse, anche l'anno in corso potrebbe essere un po' meno tetro di quanto previsto.

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206_Editoriale

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