L’impatto del Covid sulla trasformazione digitale delle imprese

Sono soprattutto le aziende a maggior intensità tecnologica, più grandi e non familiari a usare pratiche manageriali a supporto della digitalizzazione

Negli ultimi anni il fenomeno della trasformazione digitale ha rappresentato un trend chiave per diversi attori del tessuto economico e sociale, grazie allo sviluppo di nuove tecnologie e le opportunità che queste offrono per la competitività delle imprese. Un aspetto rilevante della trasformazione digitale è il significativo aumento nella disponibilità dei dati e nelle relative possibilità di utilizzo, in molti casi portando le imprese ad adottare un approccio di data-driven decision making e impiegare specifiche, più strutturate, pratiche manageriali.

La recente crisi determinata dall’emergenza Covid-19, con il suo impatto pervasivo sull’economia e l’industria globale, ha in molti casi reso necessario per le imprese l’utilizzo di tecnologie digitali e lavoro in remoto. Le misure governative imposte per limitare il diffondersi del virus hanno quindi indirettamente chiamato le imprese a trasformare l’impegno alla digitalizzazione nell’urgenza di navigare a pieno ritmo la trasformazione digitale, impiegandone in maniera efficiente ed efficace i suoi strumenti per garantire continuità in termini di creazione di valore e produttività.
Se da un lato la crisi e tale urgenza hanno spinto le imprese a fare crescente leva sugli innovativi strumenti offerti dalla trasformazione digitale (in linea con gli studi che riportano come il Covid abbia accelerato di diversi anni l’adozione di tecnologie digitali), dall’altro la spinta e i ritorni dall’investimento in tecnologie digitali non sono stati omogenei: per esempio una recente indagine condotta dall’Harvard Business Review mostra che le imprese già leader in termini di trasformazione digitale sono risultate essere quelle maggiormente in grado di capitalizzare durante la pandemia i loro investimenti nella digitalizzazione.

Il nostro lavoro si propone di investigare la seguente domanda di ricerca: “qual è stato l’impatto della crisi generata dal Covid-19 sulla digitalizzazione delle imprese?” Oltre all’impatto, questo studio si propone di comprendere quali fattori possano aver determinato eventuali risposte differenti alla crisi. Lo studio si basa su un’indagine condotta nell’aprile e maggio 2021 su 102 imprese lombarde del settore manifatturiero, svolta in collaborazione con Assolombarda.
Il primo risultato rilevante è che a seguito del lockdown iniziato l’8 marzo 2020, le imprese hanno dovuto ridimensionare il processo di digitalizzazione, sia relativamente all'uso di approcci decisionali basati sui dati, sia nell’uso di pratiche manageriali strutturate. Nel complesso, rileviamo che prima del lockdown, 19 imprese avevano un approccio di data-driven decision making, mentre successivamente soltanto 10. Le pratiche manageriali più strutturate (come per esempio l’uso di approcci più avanzati alla risoluzione dei problemi di produttività, bonus e promozioni basati su performance individuali o di team) sono più diffuse rispetto al data-driven decision making. Infatti, 30 imprese le usavano prima del lockdown e 21 le hanno mantenute anche successivamente.

Come secondo risultato rilevante, il nostro studio ha evidenziato un significativo livello di eterogeneità in come le imprese hanno modulato l’adozione delle due dimensioni della trasformazione digitale con l’avvento della crisi. Abbiamo considerato diversi fattori che potrebbero spiegare tale eterogeneità, ossia una logica prevalentemente scientifica, il settore tecnologico, la dimensione dell’impresa e la governance (impresa familiare o no). Soltanto la dimensione risulta importante nello spiegare le differenze nell’approccio data-driven decision making, probabilmente a causa di economie di scala derivanti dall’uso dei dati e più alti investimenti pregressi in It e capitale umano nelle imprese con più di 250 addetti; tuttavia, il gap rispetto alle Pmi si attenua con la crisi, segnalando che anche per le grandi imprese il Covid-19 ha messo a dura prova la digitalizzazione. Per quanto riguarda la seconda dimensione della trasformazione digitale, nonostante meno imprese usino pratiche manageriali strutturate a causa della crisi, sono le imprese a maggior intensità tecnologica, le più grandi e quelle non familiari ad essere maggiormente impegnate in tali pratiche sia prima che dopo il lockdown.

Il nostro studio fornisce un quadro molto articolato dell’impatto della pandemia sulla digitalizzazione delle imprese. Da un lato, gli investimenti in tecnologie digitali sembrano aumentati notevolmente, dall’altro le pratiche manageriali a supporto della digitalizzazione non sembrano seguire questo trend. Ci sono però delle differenze.
Le pratiche più radicate nell’organizzazione e meno complesse (come i criteri di assegnazione dei bonus) sono meno vulnerabili alle turbolenze dell’ambiente esterno. Invece, l’uso dei dati a supporto delle decisioni è una pratica meno radicata nelle organizzazioni, di più recente adozione e più complessa da implementare, soprattutto in uno scenario in rapido cambiamento, come una pandemia. Un secondo aspetto che emerge da questo studio è la difficoltà nel catturare i fattori determinanti l’eterogeneità delle reazioni delle imprese, il che però apre la strada per ulteriori approfondimenti, anche alla luce dell’evoluzione delle strategie delle imprese durante le varie fasi della pandemia dal marzo 2020 ad oggi.

*Ricercatrice di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, francesca.capo@unimib.it
*Ricercatrice di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, lorena.dagostino@unimib.it
*Professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, salvatore.torrisi@unimib.it

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