L’impatto dell’intelligenza artificiale su brand e lavoro

Un'indagine di Bain & Company Italia mette in luce un Paese sospeso tra speranza e timore. Mentre l’Ai promette di trasformare lavoro e comunicazione, i consumatori esprimono preoccupazioni

Il modo in cui i brand comunicano con i consumatori sta cambiando rapidamente e i dati emersi dalla recente ricerca Digital (R)evolution Awards di Bain & Company Italia confermano questa trasformazione. Secondo l'indagine, il 96% degli italiani vuole continuare a dialogare con i propri marchi preferiti, ma i canali stanno evolvendo. WhatsApp e i social media stanno guadagnando sempre più terreno, con oltre il 40% degli italiani che preferisce utilizzare questi mezzi per interagire con i brand. Nonostante questa evoluzione, l'email rimane il mezzo di comunicazione preferito per l'80% della popolazione, evidenziando come la tradizione e l'innovazione si stiano mescolando nel panorama delle comunicazioni moderne.
In questo nuovo contesto, la Generative Ai sta giocando un ruolo chiave. Oltre il 70% degli italiani apprezza le pubblicità create tramite intelligenza artificiale, considerando questi contenuti non solo utili ma anche creativi e audaci. Questo dimostra come l’Ai stia diventando un alleato fondamentale per i brand che vogliono distinguersi, rispondendo in modo più preciso e personalizzato alle esigenze di un pubblico sempre più esigente.

Ai: il cambiamento è inevitabile

Se la comunicazione evolve, lo stesso vale per il mondo del lavoro. L'intelligenza artificiale non è più una scelta, ma una realtà che sta riscrivendo le regole del lavoro e delle interazioni quotidiane. Secondo la stessa indagine di Bain & Company Italia, sette italiani su dieci ritengono che l’Ai avrà un impatto significativo sul mondo del lavoro, con i giovani in prima linea: l'82% dei giovani italiani vede l'intelligenza artificiale come una forza di cambiamento. Questo non solo nelle tecnologie avanzate, ma anche nei settori come il gaming, le telecomunicazioni, la logistica e l'istruzione, che subiranno profondi cambiamenti.
Se da un lato l’Ai è vista come un potente alleato nella sostenibilità ambientale, con uno su due italiani che la considera capace di contribuire alla riduzione dell’impatto ecologico, dall’altro persiste una forte preoccupazione riguardo alle implicazioni etiche e alla privacy. L’85% degli italiani, infatti, esprime timori legati all’utilizzo dei dati e alla gestione delle informazioni personali, segno di quanto la fiducia nei confronti delle nuove tecnologie sia una sfida da affrontare con attenzione.

Robotica: l'evoluzione del lavoro umano

La robotica, che fino a poco tempo fa sembrava appartenere al regno della fantascienza, è oggi una realtà che si sta integrando nei settori più strategici, come la tecnologia, l’energia e la manifattura. Un italiano su due è convinto che i robot possano migliorare il proprio lavoro, con una visione ottimistica che riguarda soprattutto i giovani: il 64% dei più giovani guarda al futuro tecnologico con speranza. La robotica non solo aiuta a ottimizzare i processi, ma apre anche la strada a nuove forme di “synthimacy”, ovvero intimità sintetica, che vedrà un aumento dell’interesse del 41% nei prossimi mesi.
“L’82% dei giovani crede nella rivoluzione Ai, l’85% teme le sue implicazioni -commenta Pierluigi Serlenga, Managing Partner di Bain & Company Italia-. È questa la contraddizione che segna l’Italia di oggi, sospesa tra opportunità straordinarie e rischi da non sottovalutare. Il futuro è già qui: l’Italia sarà leader o spettatrice? La risposta dipende da come affronteremo questa rivoluzione tecnologica, etica e sociale. Non è più tempo di aspettare. È tempo di agire”.
Emanuele Veratti, Partner e Digital Practice Leader di Bain, aggiunge: “Il futuro non sarà una dicotomia tra tecnologia e persone, ma un invito a costruire ponti. Sette persone su dieci sono consapevoli di essere destinate a essere impattate dall’Intelligenza artificiale. Le aziende che investono nel reskilling del proprio personale, abbracciando al contempo l’automazione, potranno sfruttare al massimo sia la potenza tecnologica sia il valore umano”.

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