L’inarrestabile ascesa del cuoco fai-da-te

Versione integrale pubblicata su Mark Up 236 gennaio-febbraio

di Fiorenza De Vincenzi

Sono soprattutto giovani famiglie, single (anche di ritorno) e over60 preoccupati per la propria forma fisica e i propri esami medici: vogliono rivedere i propri stili alimentari nel segno della sobrietà e della naturalità, ma soprattutto mettere nel carrello ingredienti di base, tradizionali e innovativi, che ben si prestano alla preparazione domestica di cibi sino all’altro ieri acquistati già pronti.
In ogni caso vogliono piatti più originali delle “solite minestre”. Per risparmiare si diceva, per avere un maggior controllo sulla qualità e l’origine degli ingredienti, ma anche per il gusto di personalizzare quello che si porta in tavola.

Foodmania
Se da un lato la crisi spinge a ridurre le consumazioni fuori casa e a investire con maggiore oculatezza il budget familiare, anche quello riservato alla spesa alimentare (non a caso sempre più multicanale), dall’altro tutto il movimento culturale sorto intorno al cibo negli ultimi anni, di cui il florilegio di trasmissioni televisive dedicate alla cucina è soltanto la punta dell’iceberg, hanno contribuito a innalzare il livello di attenzione e di conoscenza nei confronti appunto di ciò che mangiamo. Risvegliando nei più virtuosi la voglia di cucinare, magari non come si faceva una volta, ma anche con modalità nuove, come dimostra anche il boom delle iscrizioni ai corsi di cucina, che dal cake design alla cucina veg, dall’intensivo di una giornata al programma semestrale, sono sempre più diffusi, numerosi e specializzati.

Passione home made
Stimolata dai cooking show in Tv e dai blog dei foodies, la cucina casalinga è un fenomeno considerato alla moda, divertente e social, oltre che sano e conveniente, che sta trainando la domanda di una maggiore scelta di cibi freschi e di ingredienti per cucinare da zero, e di pari passo anche l’offerta di prodotti in linea con i trend emergenti da parte di produttori e retailer, che offrono anche maggiori  informazioni sui prodotti e sul loro uso sui siti aziendali ma anche sul packaging e a scaffale.
Secondo recenti stime Coldiretti, sono oltre 21 milioni gli italiani che dichiarano di preparare abitualmente in casa alcuni cibi quali pane, yogurt, conserve vegetali, dolci. E il trend positivo che negli ultimi anni accompagna le vendite di ortofrutta fresca e di ingredienti di base quali farine, uova e burro sembra confermarlo. Il caso più eclatante è forse quello del pane fatto in casa, un fenomeno che dapprima ha determinato il boom delle vendite delle macchine del pane, e oggi spinge i più virtuosi a cimentarsi con la lievitazione naturale e a sfidarsi a colpi di pagnotte prodotte con farine speciali, arricchite con altri ingredienti (semi, frutta secca, olive ecc), spesso fotografate e postate su Facebook, come del resto accade anche per altre preparazioni domestiche quali dolci, marmellate e conserve. Perché l’home made di oggi è sempre più social, sempre più condivisione di uno stile di vita e di consumo propri, meno massificati e infatti per molti riconducibili concretamente al concetto teorizzato da Serge Latouche di “decrescita felice”.
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Due scuole di pensiero
Sul fai da te in cucina due sono le scuole di pensiero dominanti. Da un lato i golosi gourmand (denominati dai blogger con il neologismo di “food nerd”), conoscitori o quanto meno curiosi di prodotti tipici ed esotici, dall’altro i naturisti più o meno radicali (da chi acquista solo biologico/etico/km0 ai vegetariani/vegani).
Tutti con un comune denominatore: la voglia di sperimentare gusti e forme inconsuete. E con un occhio ai grandi chef e un altro allo street food, anche la mise en plat guadagna in creatività (il coppapasta è ormai un attrezzo indispensabile in cucina, quasi quanto lo è lo scalogno secondo i dettami di MisterChef) e le porzioni classiche lasciano spesso il posto a monoporzioni accattivanti, quali bocconcini e sformatini.
Eh sì perché anche l’occhio vuole la sua parte, e una padrona di casa al passo coi tempi deve saper mettere in tavola, soprattutto nel caso di cene con ospiti, piatti buoni da mangiare ma anche belli da vedere.

Effetto MasterChef in cucina.
In un momento storico di grandi incertezze, come non restare ammaliati da chi lavora intorno a una cosa concreta e vitale ricca di tradizione e storia come il cibo, da chi sa “far bene” e dimostra perizia (riuscendo a mettere ordine perfino nelle peggiori “cucine da incubo”)?
Ed è proprio la forza attrattiva e rassicurante del saper fare un motivo del grande successo dei programmi televisivi legati alla cucina. Non è un caso quindi che proprio intorno al cibo home made sia esplosa una strumentazione coreografica, dapprima pertinenza esclusiva delle cucine professionali, che aiuta i cuochi di casa a migliorare i loro risultati avvicinandone progressivamente le preparazioni a quelle degli chef stellati.

Hi-tech smart
Abbattitori, sifoni, piastre a conduzione, piani di lavoro interattivi touch-screen, frigoriferi regolati in remoto attraverso lo smartphone (che grazie alla connessione wi-fi indicano la quantità delle provviste, la loro scadenza, le ricette possibili con gli ingredienti disponibili in casa), forni a microonde con accensione a distanza attraverso un sms, pentole dotate di microcomputer, display e allarme sonoro per stabilire tempi e temperature di cottura… Una tecnologia super-smart ideata per semplificare la vita ma anche per darci sicurezza, certezze, per farci sentire simili a chi è esperto, capace, bravo, a chi sa come mettere le mani in pasta, a chi sa fare.
Stessa funzione la svolge il piccolo esercito di strumenti professionali dai nomi degni dello Schiaccianoci di Ciajkovskij -sac à poche, foglio termoconduttivo, Silikomart, coppapasta e leccapentole, bastardella, pirottino, spelucchino, lardatoio- che da un po’ di tempo ha invaso le cucine di casa. Strumenti che tutti insieme sono usciti dalle cucine stellate per entrare in fila indiana in quelle meno note delle nostre case.

Rassicurazioni
Del resto cosa c’è di più rassicurante del binomio casa/cucina? Forse un tempo, nella cucina della nonna, la buona riuscita della ricetta non si affidava a tecnologia e strumentazione, ma, come si è detto, in momenti controversi e aspri come i nostri rifugiarsi in cucina ben agguerriti e con le armi affilate ci aiuta a difendere noi stessi insieme al sapore e al sapere del cibo.

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