“Siamo un Paese che sta ripartendo, con crescita importante, anche prospettica. Ma con anche nubi all’orizzonte per l’incremento dei costi sul fronte delle materie prime ed energia. Abbiamo scritto una lettera al presidente del Consiglio, Mario Draghi, affinché venga convocato un tavolo per gestire al meglio il rischio di inflazione che non vogliamo”. Così si è espresso Francesco Mutti, presidente di Centromarca, in occasione di un appuntamento in streaming su Corriere.it il cui tema centrale è stato la spinta propulsiva dell’industria di marca nel fare innovazione (Innovazione, motore di progresso per l’Italia). Promosso da Centromarca, è il terzo appuntamento del ciclo di web conference su I Valori della Marca, che ha visto la partecipazione di diversi importanti relatori.
Il mondo sta correndo veloce e si trova nel pieno della rivoluzione foodetch. I giovani sono protagonisti del cambiamento e l’obiettivo green impone di trovare continue soluzioni, pur in una situazione complessa, con le pressioni del rialzo dei costi della logistica e delle materie prime e le minacce del climate change. All’industria di marca tocca il compito di immaginare il mondo futuro, investendo continuamente nella ricerca. “È nel dna della marca fare innovazione, innalzare gli standard, portare qualcosa di nuovo su qualità, sicurezza e servizio al consumatore”. Un esempio chiaro della trasformazione dei consumi in corso è la sostituzione delle proteine animali con quelle vegetali, uno dei trend attuali, che implica un grande sforzo nella ricerca.
“Stiamo puntando sul settore plant-based per un bilanciamento della dieta. Significa elementi positivi per la persona e il pianeta -ha ricordato Marco Settembri, ceo Emena di Nestlé, “la più grande azienda alimentare al mondo”-. Mettiamo al centro la qualità della vita attraverso il cibo: questa è un po’ la mission di Nestlé. Il nostro motto è Good food, good life”. Salute e nutrizione sono anche i focus di Bayer che dal 2014 è uscita dalla chimica. Solo in ricerca e sviluppo Bayer mondo investe più del 10% ogni anno. “Occorre tanta innovazione e coraggio -ha ricordato Monica Poggio, ceo di Bayer Italia-. Innovazione significa portare il digitale in agricoltura, nuovi approcci terapeutici sul farmaceutico, come la terapia genica. Ma serve riprogettare continuamente la didattica per essere aderenti all’accelerazione, che è estrema all’interno delle organizzazioni aziendali”.
Alle imprese oggi si chiede innovazione che porti maggiore sostenibilità. Sembra una ricetta facile, ma poi bisogna fare i conti con i tempi e non sempre le cose vanno insieme. “Oggi abbiamo i vaccini anti-Covid perché si è investito nella ricerca: Moderna è nata dieci anni fa, quando si è costituita come spin-off. –ha ricordato Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche-. L’innovazione ha i suoi tempi e non sono comprimibili. La chimica verde, le Quantum Technologies, la biodiversità, la mobilità sostenibile sono i settori emergenti, lo dice Il Pnrr. Dobbiamo solo correre, ma senza infrastrutture e reti non raggiungiamo gli obiettivi”. I 222 miliardi del Pnrr, con le sue 190 misure, 58 riforme, 132 investimenti e 525 obiettivi portano ottimismo e sono la grande carta da giocare. Lo ha ribadito Vittorio Colao, ministro per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale, con un intervento video, ricordando che siamo dodicesimi su ventisette in Europa per l’innovazione, anche se in ripresa. “L’area delle competenze è quella in cui siamo più indietro, occorre partire dai più giovani e investire in formazione. L’innovazione deve creare un po’ di disagio: il disagio da innovazione è quello che porta poi all’entusiasmo da innovazione. Abbiamo davanti una grande scelta: possiamo ammodernare il Paese facendo le stese cose o innovarlo, cambiare lo status quo”. Vedremo quale direzione l’Italia saprà prendere.
