Linkontro 2022: guerra Russia-Ucraina, gli effetti sull’agroalimentare

I dati di Nomisma commentati da Denis Pantini e l'intervento dell'eurodeputato Paolo De Castro per comprendere il ruolo dell'Europa nello scenario mondiale

Nella seconda giornata de Linkontro, organizzato da NielsenIQ, c'è stato spazio per riflettere sul contesto macroeconomico complicato dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia in atto dallo scorso 24 febbraio 2022. Questo si combina con le crisi che già sono in corso, da quella pandemica alla climatica fino a quella energetica, e pone le basi per uno scenario inflattivo che preoccupa aziende, consumatori e mercati. Le recenti correzioni in borsa delle tech company e dei giganti retailer statunitensi, dopo i dati delle trimestrali 2022, sono solo un primo campanello d'allarme.

Denis Pantini, responsabile agroalimentare di Nomisma, dal palco ha tracciato un quadro sugli effetti della guerra in Italia, in Europa e nel mondo perché, se è vero che non si rischia la sicurezza alimentare nel Vecchio Continente, ci sono nazioni, in Africa e in Asia, su cui gli effetti della chiusura del "granaio" d'Europa potrebbero essere devastanti. I dati presentati da Pantini sono in sostanza un aggiornamento su ciò che era stato presentato al Cibus 2022 durante la conferenza "Tensioni geopolitiche, farm to fork, riforma pac: criticità e prospettive dell'agroalimentare italiano di fronte alla grande transizione”.

Riflessi sulle filiere agricole italiane

Se il peso di import ed export da Russia e Ucraina rispetto al nostro Paese è di circa il 2% e il 3% -in assoluto quindi non molto significativo-, ci sono però specificità che possono avere effetti su parte delle filiere agroalimentari del nostro Paese: in Russia e Ucraina una buona fetta delle esportazioni riguarda il nostro comparto vinicolo, con punte del 25% delle esportazioni di Asti Dop, mentre per ciò che concerne l'import siamo dipendenti per quasi il 50% dall'olio di girasole ucraino o dai semi di lino russo. Gli effetti del conflitto non devono però nascondere le criticità strutturali, che non rendono le nostre filiere agroalimentari autosufficienti.

Le politiche europee devono tenerne conto

"Dobbiamo prenderci cura di un tema che è la sicurezza mondiale -dice in videocollegamento l'europarlamentare Paolo De Castro-, perché le crisi sociali che si verificheranno andranno poi gestite, per questo è importante agire sui corridoi verdi. Il problema non è l'Europa che è la più grande potenza agricola mondiale, ma è il ruolo globale che la politica europea può avere, che deve avere come priorità evitare che si riduca la produzione agricola. Bene l'obiettivo della riduzione uso dei fitofarmaci, ma bisogna saper gestire le criticità e accompagnare la transizione, per esempio investendo nella genetica non Ogm, per mettere sul mercato colture resistenti alle malattie. La strategia From farm to fork deve essere realizzata con gli agricoltori, accompagnandoli nell'utilizzo del precision farming e delle tecnologie".

Si dovranno ripensare gli obiettivi della grande transizione?

Lo scenario tracciato lascia aperti degli interrogativi per affrontare il prossimo futuro perché, come dall'ultima slide della presentazione di Pantini (vedi sotto), le azioni in ambito europeo da intraprendere entro il 2030 come aumento della Sau Bio, dimezzamento degli agrofarmaci e diminuzione dei fertilizzanti, non potranno non tenere in considerazione gli impatti potenzialmente attesi sulla produzione agricola Ue.

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