L’innovazione dell’eCommerce passa per un delivery sempre più smart

NFT, Address intelligence e geo-targeting alimenteranno la crescita dell'eCommerce che nel 2021 ha segnato in Italia un +21%, toccando i 39,4 miliardi di euro di fatturato

Il digitale è una tecnologia trasversale, vale a dire che viene usata in diversi settori della società, facendo sì che i suoi effetti si propaghino su tutta l’economia. Non è un caso che  gli stessi economisti facciano riferimento a tutto questo insieme di tecnologie con l’acronimo GPT (General Purpose Technologies), e tra loro vi sono alcuni trend tecnologici che si stanno prepotentemente prendendo la scena. Di fatti, tra le varie ossessioni che il 2021 ha traghettato nel 2022 vi è sicuramente quella degli NFT. I Non Fungible Token si basano sulla tecnologia blockchain, la stessa che dà vita alle cripto valute, con cui vengono nella maggior parte dei casi acquistati. Il concetto di “non fungibilità” fa riferimento all’unicità e indivisibilità dei nuovi gettoni digitali, ed è ciò che differenzia gli NFT, ad esempio, dalle criptovalute, che invece possono essere scambiate, risultando quindi “fungibili”. Tra i vastissimi campi d’utilizzo degli NFT (dal collezionismo artistico alla certificazione di autenticità di biglietti per varie ed eventuali, ecc.) è interessante associare la potenzialità degli NFT all’eCommerce, dato che quest’ultimi consentono l'automazione del riscatto dei diritti digitali per gli asset fisici, "tokenizzando" i futuri impegni commerciali. Ciò consente alle imprese, alle organizzazioni e ai clienti di colmare il divario tra le tecnologie digitali decentralizzate, il trasferimento e il commercio di beni fisici.

Spedizioni intelligenti

Oltre agli NFT, tuttavia, vi sono una serie di altri strumenti da tenere d’occhio relativamente allo sviluppo dell’eCommerce nel 2022. Alcuni di questi sono identificati da Jennifer Puzzo, head of clients di Kooomo, piattaforma per eCommerce attiva nel settore da vent'anni. In particolare, tra i pain point (punti di dolore) da approntare vi è il vero tallone d’achille del delivery: le mancate consegne, un vero costo per le aziende. A questo proposito Jennifer Puzzo punta l’attenzione sulle cosiddette spedizioni intelligenti, che passano da un’attività strategica definita come Address Intelligence. Attraverso i big data, l’Address Intelligence focalizza i suoi sforzi sul rendere l’ultimo miglio di consegna più efficiente, creando il match perfetto fra destinatario e merce. La tecnologia aiuterà a identificare reti e opzioni di consegna (e resi) alternative per aree specifiche, identificando già all’inizio del processo di acquisto i desiderata del cliente. L’Address Intelligence ha molto margine di sviluppo, se si pensa che sia corrieri sia rivenditori si stanno sempre più organizzando con modalità di consegna robotiche, come i veicoli a guida autonoma, i droni e i robot di consegna.

Campagne geolocalizzate

In relazione a determinati luoghi e target di pubblico da identificare e ingaggiare, si assiste, inoltre, alla messa a terra di campagne geolocalizzate. Secondo l’osservatorio di Across, infatti, le campagne marketing geolocalizzate hanno sperimentato una nuova rinascita già nel 2021, con un trend di crescita del +60% rispetto all’anno precedente. Il trend del geo-targeting, quindi, si presume sarà in crescita anche nel corso del 2022. Questo perché consentendo di intercettare il proprio target in un determinato luogo rendono l’esperienza di acquisto estremamente personalizzata. La personalizzazione è poi influenzata dal ricorso a tecniche di Conversational Marketing, che innesca un processo più rapido di relazione con il cliente, oltre che di tecniche di VR (Virtual Reality, realtà virtuale) e soprattutto di AR (Augmented reality, realtà aumentata) grazie alle quali l’eCommerce diventa un’esperienza immersiva, il prodotto è davvero accessibile e il cliente risparmia tempo. In sostanza, si lavora nell’ottica di un aumento del tasso di fiducia nei confronti del brand. La fiducia, di concerto con la propria reputation, sono forse i due asset più importanti per il business, che deve salvaguardarli e investirci più che in ogni altro periodo storico prima d’ora. Ciò vale ancora di più in un mondo de facto phygital, dove il metaverso si concretizza ogni giorno di più e dove bisognerà fare un lavoro di sintesi tra tutto ciò che è esclusivamente analogico o esclusivamente digitale, perché si possa prendere il meglio di entrambe le dimensioni in maniera frictionless.

Fratture temporali

Al momento, infatti, il mondo è spaccato tra chi vive un presente molto simile al passato e chi vive un futuro molto simile alla fantascienza. Ciò fa sì che la distanza tra questi due estremi della società, etichettabili come “avanguardie” e “retroguardie” tenda ad aumentare esponenzialmente, con un disagio di fondo sempre più incalzante. Come si legge nel libro “Il capitalismo immateriale” di Stefano Quintarelli (Bollati Boringhieri, 2019), “per molti secoli è esistita un’economia solo materiale, l’economia immateriale – che da quella materiale origina – è uno sviluppo recente nella storia dell’uomo. Recente, ma con una crescita poderosa. Si stima che nel 2030 arriveremo a cinquecento miliardi di dispositivi connessi alla rete con una conseguente, enorme crescita dell’economia immateriale”. Qualcosa, quindi, con cui bisogna necessariamente fare i conti.

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