L’intelligenza artificiale aiuterà le persone

Con il termine singularity si indica il momento in cui l'Ai pareggerà l'intelligenza umana. Mark Up incontra David Orban co-fondatore del Singularity Institute Europe (da Mark Up n. 261)

L’Intelligenza Artificiale è entrata nelle nostre vite e sarà sempre più presente,
condizionandole. Uno scenario di rottura in cui fare delle previsione è arduo. Sul tema, David Orban è un guru riconosciuto a livello mondiale. Ungherese di nascita, imprenditore, conferenziere e scrittore, si è fatto impiantare un chip Nfc sottocute qualche anno fa per sperimentare le interazioni cyborg. A settembre presiederà il Singularity Italy
Summit a Milano. Ecco cos’ha detto in anteprima a Mark Up.
L’evoluzione tecnologica porta alla ribalta concetti e temi sempre nuovi. Cosa si intende per “tecnologie esponenziali”?
Le tecnologie esponenziali sono presenti nelle nostre vite. Basti pensare ai computer, agli smartphone e, in generale, a tutti i device che contengono componenti soggetti alla legge di Moore (“La complessità di un microcircuito in termini di numero di transistor per chip, raddoppia ogni 18 mesi e quadruplica ogni tre anni” - ndr). Questa evoluzione non
è lineare ma, come detto, esponenziale. In effetti, i device che utilizziamo oggi sono miliardi di volte più potenti del primo computer e milioni di volte meno costosi. Lo stesso fenomeno oggi coinvolge l’energia, il mondo dei trasporti, la biologia e la salute. Le tecnologie esponenziali stanno cambiando il mondo in modo radicale e profondo.
L’Intelligenza Artificiale si può definire una tecnologia esponenziale?
Sì. L’Ai è nata negli anni 50 e per molto tempo le sue prospettive di applicabilità, le sue “promesse” sono state solo teoriche. In modo quasi improvviso, sorprendendo anche gli studiosi, grazie alla crescita delle performance dei computer, alla disponibilità di una grande quantità di dati e con il miglioramento degli algoritmi, sono arrivate fino a noi soluzioni sempre più versatili ed efficaci. L’esempio più semplice è rappresentato dalla classificazione delle nostre fotografie. Oggiciascuno di noi, grazie ai moderni device, produce nel corso della propria vita un numero di fotografie nettamente superiore rispetto al passato. Una quantità così elevata di scatti la cui catalogazione diventa potenzialmente molto onerosa e complessa. Eppure sempre i moderni device, i computer, ci vengono in aiuto, perché sono in grado di analizzare e interpretare correttamente il contenuto delle fotografie permettendoci di effettuare ricerche in archivi enormi, indicando le caratteristiche della query come se si interrogasse un database.
Arriviamo al concetto di singolarità ...
Nel momento in cui i computer, con costi accessibili, saranno in grado di esprimere intelligenze artificiali comparabili a quelle dell’essere umano, saremo arrivati alla “singolarità” compiuta. L’analisi di un problema, l’individuazione di un percorso per affrontarlo, l’organizzazione delle risorse necessarie per risolverlo. Tutto ciò richiede un’intelligenza accostabile a quella umana.
Gli utenti comuni, nelle varie applicazioni, vedono concretizzarsi i risultati dell’Ai. Ma, dietro questi software, non vi sono altri che algoritmi basati sulla statistica. Siamo sicuri che questi si possano ascrivere nell’ambito dell’Intelligenza Artificiale?
Ci sono applicazioni che sono in grado di comprendere i sentimenti umani e, di conseguenza, determinare situazioni emotive. Questo tipo di relazione è la più complessa, ed è legata indubbiamente a meccanismi di Intelligenza Artificiale.
Esistono già oggi applicazioni “emotive”?
Sì, certo. Pensiamo ad esempio ai servizi di streaming online musicali. Le versioni Premium a pagamento basano molto del loro modello di business sulla capacità di intrattenere l’utente somministrandogli musica che rientri nei suoi gusti musicali. Il sistema apprende sempre maggiori informazioni con l’esperienza di utilizzo e produce delle select personali. Select che, se risultassero errate in termini di gradimento, rischierebbero di determinare l’abbandono del servizio.
Considerato che l’Ai è una tecnologia esponenziale, non è lecito pensare che oggi possa rappresentare non solo un’opportunità ma anche una minaccia?
Il grado di autonomia con il quale i sistemi di Ai potranno interagire in futuro all’interno dei sistemi sociali non è quello che probabilmente immaginiamo oggi. Il concetto di autonomia è il cardine e su di esso ruota l’esperienza umana. Anche se ogni individuo che vive in un’economia avanzata è convinto di essere libero, in realtà è condizionato dalla limitatezza del proprio spazio, del proprio tempo, dalle proprie condizioni economiche e dalla propria intelligenza. Se guardiamo al passato, notiamo che questi fattori sono semprestati determinanti per la vita umana e hanno sopravanzato la volontà dei singoli individui. Con il progredire delle tecnologie, i gradi di libertà sono aumentati e oggi è possibile vivere e fare cose che fino a qualche centinaio di anni fa avrebbero prodotto conseguenze disastrose. Per portare un esempio pratico, oggi non è più possibile essere condannati alla pena capitale per un debito contratto in forma privata, come invece avveniva in epoca medioevale. Ecco: l’Intelligenza Artificiale è un’evoluzione tecnologica che aumenterà il grado di libertà e produrrà un forte impulso evolutivo. Andrà tuttavia gestita all’interno di nuovi vincoli.
Questo è però un punto nodale: quali vincoli?
Capire e mettere in atto i nuovi vincoli all’interno dei quali l’Ai potrà funzionare è una
nostra responsabilità. Dovremo studiare la situazione in modo da rendere compatibile questa nuova risorsa, questa opportunità, con il percorso di crescita della civiltà umana. Facendo una stima, quando si raggiungerà la singolarità?
Ray Kurzweil, fondatore della Singularity University e autore del libro “La singolarità è vicina”, individua nella data del 2045 l’anno in cui 1.000 dollari di oggi, permetteranno equivalente all’intelligenza umana. Questa data di frontiera è stata poi rivista al ribasso, spostandola nel 2029.
Veniamo all’Intelligenza Artificiale applicata a noi utenti. Cosa sta succedendo già oggi?
Apple e Google hanno annunciato lo sviluppo di un coprocessore di Intelligenza Artificiale.
Questa scelta nasce dalla necessità di disporre di un ausilio per la gestione di tutti i flussi di informazione che giungono fino a noi.
Diversamente, sarebbe difficile poter fruire del servizio con efficacia. Che si tratti di
articoli online, di brevetti dei competitor di cui l’azienda deve tenere conto per il proprio business, di andamenti di borsa etc, avremo sempre più l’esigenza di essere aiutati da coprocessori di Intelligenza Artificiale di questo tipo.
Veniamo al business? Dobbiamo immaginare una competizione in cui le imprese si confrontano con tutta l’Ai che i loro economics permetteranno loro di acquistare?
L’Ai creerà delle opportunità, ma non stravolgerà lo scenario perché sarà accessibile e
disponibile a costi sostenibili. È sempre la componente umana che, con questo importante ausilio, giocherà le sorti di un’impresa.
Venendo al consumatore, quale sarà l’impatto a breve di acquistare la computazione termine dell’Intelligenza Artificiale?
La gestione del proprio tempo e la delega di operation che possono essere svolte in modo autonomo da assistenti basati su Ai è una delle applicazioni principali. Fare la spesa, gestire gli spostamenti e i mezzi di trasporto, intervenendo in questi come in altri ambiti della propria quotidianità attraverso assistant artificiali, contribuirà a migliorare la qualità della vita e la dignità delle persone. A breve potremo addirittura affidare i figli a sistemi di guida autonoma che li condurranno a scuola o li accompagneranno agli incontri con gli amici. Sono alcuni esempi di come l’Intelligenza Artificiale, applicata alla nostra vita quotidiana, potrà concederci maggiori margini di libertà.
Proseguiamo con degli esempi ...
Una prima rivoluzione l’abbiamo già vissuta quando sono state inventate le reti
di telecomunicazione: una tecnologia ci ha consentito di svincolarci dalla necessità di raggiungere fisicamente il nostro interlocutore. Una prossima rivoluzione sarà quella di svincolarci dal raggiungere fisicamente un soggetto nel momento in cui dobbiamo trasportare atomi. La guida autonoma cambierà la logistica, il nostro modo di pensarla e utilizzarla, tutto il mondo dei trasporti. Non ci saranno più conduttori umani e i programmi di movimentazione delle merci saranno in carico alle Ai, genereranno vantaggi enormi su diverse scale di fattori.
A livello commerciale, l’Intelligenza Artificiale può diventare uno strumento di push formidabile. Come si difende il consumatore?
Attraverso l’Ai delegheremo ad assistenti intelligenti la comparazione tra le varie offerte di mercato, con la certezza di cogliere la migliore secondo le nostre esigenze. Il consumatore già da tempo ha imparato a potenziare le proprie capacità decisionali utilizzando, per esempio, una forma di intelligenza collettiva. Quando si accede ad Amazon o ad altre piattaforme per leggere le recensioni lasciate da altri consumatori, si mette in atto di fatto una strategia di selezione molto sofisticata.
Concludiamo tornando sul piano prospettico. L’Ai di cui abbiamo parlato, quella disponibile dopo la singolarità, apparterrà a un soggetto artificiale senziente? O è solo simulazione?
L’emancipazione degli esseri senzienti è un obiettivo ambizioso e universale. Attualmente ci sono poche esperienze su che cosa questo possa significare e come gestire i diritti che ne derivano. Stiamo attribuendo diritti legali di proprietà a persone legali come le aziende, e stiamo dando diritti di persona a esseri non umani, come i cetacei in India. Ci sarà sicuramente un movimento ampio per analizzare ed, eventualmente, riconoscere diritti di persona alle Intelligenze Artificiali. Questo movimento partirà dagli umani, ma nel momento in cui le Ai stesse vi prenderanno parte, richiedendo il riconoscimento di questi diritti, sarà evidente alla maggioranza delle persone l’ineluttabilità della trasformazione. A quel punto, con l’emancipazione completa delle Ai, non sarà permesso possederle, e i rapporti economici con loro si baseranno su contratti di reciproca convenienza e non di sfruttamento unilaterale.

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