L’Italia dell’alta crescita: quella delle spese obbligate

Scenario generale – Il presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli fa il punto su come la famiglie hanno dovuto modificare la ripartizione dei loro budget (da MARKUP 215)

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La presentazione del primo bilancio di sostenibilità delle aziende aderenti a Federdistribuzione effettuata a Roma solo è stato un evento di richiamo mediatico e per la sede prescelta, il palazzo del Senato e alla presenza della seconda carica dello Stato Renato Schifani, ma anche perché ha consentito di fare il punto sull'evoluzione dei consumi.

Evoluzione della spesa
Il tema era infatti al centro della relazione tenuta dal presidente di Federdistribuzione Giovanni Cobolli Gigli (nella foto), che ha sottolineato come le famiglie italiane stiano cambiando il loro modello di consumo, in parte per scelta ma in parte anche per necessità.
Guardando a come si sia cambiata nel tempo la spesa complessiva delle famiglie consumatrici si nota che la parte destinata ai consumi dei prodotti normalmente acquistabili nei negozi si è ridotta quasi della metà, passando dal 38,9% del 1991 al 22,8% del 2011. "Questo è potuto accadere - sottolinea Cobolli Gigli - sia per una crescita dei consumi più voluttuari, del tutto logica in un'economia progredita come la nostra ma che si è arrestato nell'ultimo decennio, ma soprattutto per l'esplosione dei consumi obbligati, come bollette, carburanti, affitti, che sono cresciuti enormemente. e che hanno portato a ridurre la quota di spesa dei beni più tradizionali, sia alimentari che non alimentari".

Calo delle vendite
Una dinamica che ha avuto un riflesso sulle vendite al dettaglio; i dati Istat infatti misurano un calo sistematico dal 2008, con l'unica eccezione del 2010.
"In questo contesto - ha concluso Cobolli Gigli - le imprese delle distribuzione moderna hanno continuato a tutelare il potere d'acquisto delle famiglie, offrendo convenienza ai consumatori, sia nel settore alimentare che in quello non alimentare".
Un'affermazione che il presidente di Federdistribuzione ha supportato confrontando l'evoluzione dal 2004 al 2011 dei prezzi di tariffe e servizi complessivamente cresciuti nel periodo del 38,1%, con l'inflazione generale, misurata dall'Istat nel 17,6% e con l'andamento dei peezzi dei prodotti confezionati venduti nella grande Distribuzione alimentare,, che nel epriodo considerato hanno registrato un aumento limitato al +7,6%.

Allegati

215_Servizi_distribuzione

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