Lo smartworking che funziona (e sorprende) ai tempi del #coronavirus

Laddove non arrivava la cultura aziendale è arrivato l'obbligo. E per alcune realtà si tratta di una scoperta positiva. La riflessione di FutureBrand

Ne abbiamo parlato qui, di come lo smart working in tempi di coronavirus Covid-19 diventi vera e propria leva strategica per la continuità operativa dei diversi business. E chissà che anche le aziende che possono farlo, ma sono culturalmente più reticenti, quando questa emergenza sarà passata non ne abbiano tratto qualche buon insegnamento.

Anche il mondo della creatività fa parte di questi settori e una riflessione in tal senso arriva dalla società FutureBrand, che ha adottato a sua volta le misure necessarie e che sta registrando un inatteso funzionamento di tutta la macchina lavorativa anche a distanza. Pubblichiamo a seguire.

"Come tanti, come tutti, anche noi di FutureBrand abbiamo dovuto rivedere, anzi rivoluzionare, la nostra routine lavorativa e privata per far fronte all’emergenza in corso. Come tanti, come tutti, sentiamo una grande responsabilità nei confronti dei nostri colleghi, delle loro famiglie, dei nostri clienti, dei nostri partner e di tutte le persone con le quali, in tempi normali, parliamo, discutiamo, collaboriamo, ci incontriamo.

La decisione di passare allo smart working è stata presa prima che il Governo disponesse la chiusura di tutte le attività non essenziali, proprio per tutelare noi stessi e la comunità di cui facciamo parte. Con un grande sforzo da parte di ognuno, siamo riusciti a riorganizzare il nostro team, oltre 70 persone, e a continuare a lavorare insieme ma separati.

Le modalità con cui stiamo collaborando sono nuove per tutti e ci sorprendiamo ogni giorno di come i gruppi di lavoro si siano già perfettamente organizzati, utilizzando tool digitali innovativi, resi ancora più flessibili dalle intuizioni dei colleghi più giovani, i veri nativi digitali.

Ognuno ha così modo di esprimersi in tempo reale e contribuire alla qualità dei progetti su cui siamo impegnati a lavorare perché, sì, siamo operativi come non lo siamo mai stati. Viviamo una forma di connessione che non è limitata solo alle attività che dobbiamo svolgere, ma che funziona come una sorta di abbraccio collettivo che ci fa sentire parte di una rete straordinaria.

Entriamo virtualmente e in punta di piedi nelle case dei colleghi, spesso per la prima volta, e il loro sorriso, la tazza di caffè, la musica, la battuta ci aiutano a ritrovare quella sintonia speciale che è stata, e tornerà presto a essere, la nostra quotidianità fino a pochi giorni fa.

La creatività aiuta davvero a vivere meglio, perché unisce le persone e le potenzia. Lo stiamo imparando giorno dopo giorno, come tanti, come tutti.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome