Locate For Your Day: il nuovo modello di lavoro ibrido di Kellogg Italia

Foto: courtesy of Pixabay
Si tratta di nuove linee guida per un lavoro più flessibile che l'azienda, nel nostro Paese, ha messo a disposizione dei propri dipendenti

Lo smart working e le definizione varie legate a nuovi modelli di lavoro flessibili continuano ad essere un tema caldo al centro del dibattito pubblico, dei confronti più o meno aspri online, così come di due macro-diverse visioni aziendali che propendono rispettivamente o per un ritorno al tradizionale modello in presenza o per l'innovazione. Quello che pensa la maggioranza dei lavoratori che svolgono mansioni replicabili anche da casa è ormai chiaro a livello globale: la flessibilità è l'opzione preferita, che si tratti di orari o della possibilità di mixare ufficio e remoto.
A conferma ulteriore gli ultimi risultati di una ricerca Kellogg – Ipsos che ha coinvolto 800 italiani (25-64 anni), che hanno utilizzato lo smart working negli ultimi 12 mesi. L’84% degli intervistati predilige lavorare in modalità flessibile: tra questi, il 29% predilige la possibilità di andare in ufficio quando si desidera mentre il 47% tra i 2 e i 4 giorni a settimana. Il 70% degli intervistati nella fascia di giovani tra i 25-34 anni crede che una eguale suddivisione tra tempo lavorativo in ufficio e da remoto permetta una giusta work-life balance; la percentuale sale al 72% nella fascia di età 35-44 anni. Il lavoro in ufficio rappresenta la modalità di lavoro preferita quando si parla di integrazione per i nuovi arrivati (68%), vita sociale con i colleghi (67%) o lavoro di squadra (59%). Percentuali che salgono ulteriormente nella fascia di età 55-64 anni. Tra gli svantaggi citati rispetto al lavoro da casa vi sono infatti la perdita della relazione sociale con i colleghi e la solitudine per il 28% degli intervistati. La metà degli intervistati ritiene infine che il lavoro 100% da remoto abbia un impatto negativo sulle possibilità di sviluppo personale (54%) e della propria carriera (50%).

Questo il contesto in cui si colloca il lancio in Italia da parte della stessa Kellogg del programma Locate For Your Day, che da un lato riporta i dipendenti in sede dopo due anni di pandemia, ma dall'altro promuove una formula di lavoro flessibile orientata verso una suddivisione al 50% tra tempo lavorativo in ufficio e a distanza. Nell'ambito delle esigenze di cui sopra la formula sembra infatti essere quella vincente per favorire l'armonia tra vita privata e professionale, rispondendo altresì al bisogno di socialità e confronto diretto che gran parte dei lavoratori manifesta (certo, questo significa anche che il luogo di lavoro la socialità e il confronto deve poi effettivamente favorirli). L'iniziativa si aggiunge ad altre opzioni che Kellogg Italia offriva già ante-Covid, come la possibilità di organizzare le ore di lavoro nella giornata con intervalli di 1 ora e mezza in ingresso e di 2 ore in pausa pranzo, orario che si è esteso ulteriormente con l’avvio del nuovo programma. Un altro esempio è l’iniziativa Short Friday che, per tutto l’anno, consente a chi ha svolto 40 ore lavorative entro l’ora di pranzo di venerdì, di concludere la propria settimana lavorativa.
Uno snodo centrale dell'attuazione o meno di programmi di questo tipo, come conferma lo stesso Giuseppe Riccardi, general manager di Kellogg Italia, è la fiducia, elemento dirimente sempre richiesto, ma che impone per sua stessa natura una reciprocità in alcuni casi mancante. Peraltro, laddove manchi la spinta della fiducia, sarà la necessità di diventare più competitivi sul fronte risorse umane a fare da probabile input.

 

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