Lombardini22
progetta secondo le 3P

Intervista – People, Place, Performance: su questi tre concetti si basano i principi della progettazione di nuovi spazi lavorativi, commerciali e turistici. Ne parla Paolo Facchini, presidente del gruppo


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Lombardini22 è tra i primi quattro studi italiani di progettazione architettonica. È un gruppo di persone che lavora su scala nazionale e internazionale (soprattutto in area mediterranea), con approccio multidisciplinare, rivolto al mercato immobiliare a 360 gradi (dal retail al settore turistico-alberghiero) e con fuoco prioritario sul “design thinking”, basato sul coinvolgimento del cliente nella leadership e nel controllo del progetto.
Lombardini22 è un marchio-azienda che trasmette un'idea di se stessa molto new economy, almeno a livello di percezione immediata. La sede di via Lombardini 22 a Milano, ne è una testimonianza evidente e visitarla è decisamente istruttivo in tal senso. Vedendola ci si rende conto nel concreto di come sia stato realizzato un luogo di lavoro che appare un felice ibrido (talvolta gli ibridi tendono al contrario, a risultare sgradevoli) tra l'atelier o bottega rinascimentale, l'open space e la fabbrica.

Dal suo punto di vista, qual è la situazione dei centri commerciali e lo scenario per i prossimi anni? Lavorerete di più o di meno? Più in Italia o all'estero?

In prima analisi, verrebbe da dire che la situazione italiana è complicata e che pertanto ai progettisti si prepara uno scenario estero. Certamente l'affermazione è veritiera, anche se credo che molti centri commerciali italiani debbano essere ripensati perché possano rimanere sul mercato. Dovremo lavorare in modo diverso, concentrandoci sui progetti “brown-field”: una nuova sfida che appassiona Lombardini22 e che ci vede coinvolti in molte riconfigurazioni in Italia.
Per quanto riguarda l'estero abbiamo ancora molto da fare: abbiamo, fortunatamente, un importante vantaggio competitivo sui concorrenti stranieri, l'italian pop luxury design. Quello che personalmente traduco con il lusso italiano accessibile, che in ultima analisi è il nostro gusto italiano, ossia la capacità di giustapporre materiali, colori, particolari: la chiave che ci permette di penetrare i mercati esteri.
In ultima analisi, probabilmente lavoreremo in modo diverso.

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