La lotta alla plastica è un tema di grande attualità, sotto i riflettori dei media e all’attenzione del Governo, che ha annunciato interventi finalizzati a tassarne la produzione. Il rischio è la banalizzazione, non comprendendo la reale complessità di un problema che presenta molte sfaccettature, dalla necessità di rigenerare interi cicli produttivi fino a cambiamenti nelle abitudini di consumo delle famiglie.
Occorre un piano organico e strutturale, che coinvolga tutti gli attori della filiera, sia nella fase iniziale di ascolto che in quella successiva di programmazione e attuazione, e che si sviluppi con i tempi necessari per poter essere davvero efficace, rifuggendo da iniziative sporadiche e non coordinate tra loro. Incidere sul mercato della plastica implica riorganizzare le imprese del settore, rivedere i rapporti di filiera, applicare tecnologia per progettare nuovi prodotti, attivare campagne di informazione nei confronti dei consumatori. Oltre che sviluppare un approccio integrato, che unisca il momento della produzione con quello del consumo e dello smaltimento, rappresentando quest’ultimo un vero nodo cruciale per il successo del progetto, come dimostrano gli impatti ambientali estremamente negativi dell’uso della plastica se non esistano piani di raccolta differenziata o di riciclo. Affrontare la lotta alla plastica senza una visione complessiva potrebbe avere effetti controproducenti per l’intero sistema e per il consumatore, con il rischio di non ottenere prodotti realmente alternativi ma solo prezzi più alti e di conseguenza comportamenti di acquisto e consumo non coerenti con il cambiamento necessario.
