Luca Pellegrini.“Più immaterialità, glocal e sostenibilità”

3° Consumer & Retail Summit – Il presidente di TradeLab delinea tre principali tendenze per il futuro da tenere in considerazione per ripensare l'offerta.

Luca Pellegrini non ha dubbi: i principali trend del futuro, fondamentali per ripensare l'offerta di beni e servizi per il dopo crisi, sono tre:

• il consumo responsabile

• il consumo glocale

• il consumo di immateriali.

Pellegrini fa un lungo ragionamento per arrivare a queste conclusioni e parte da una domanda: siamo sicuri che i consumatori siano in grado di darci indicazioni utili nel medio periodo? È difficile rispondere e, forse, sottolinea Pellegrini: “È meglio cercare di capire quali variabili di contesto influenzeranno i comportamenti dei consumatori”. Non è sfiducia verso le ricerche di mercato, anzi, è che le informazioni di scenario, forse, è meglio cercarle e combinarle con un altro metodo.

Il consumo responsabile

Cominciamo dal consumo responsabile. “Questo trend - dice Pellegrini - supera l'ambito ristretto della mera questione ambientale; infatti bisogna fare spazio a due terzi del'umanità che reclamano ad alta voce, com'è nel loro diritto, l'accesso al benessere e a una vita decente”. Ma siccome le risorse del pianeta non sono illimitate è chiaro che qualcuno deve far loro posto e rinunciare (o ridimensionare) una quota attuale dei consumi. Luca Pellegrini, si sa, ama la provocazione pacata e fare domande trovando risposte: “Pensiamo all'inquinamento: cosa succederebbe se si stabilisse un limite accettabile di emissioni globali o si definisse un quantitativo pro-capite, oppure lo si attribuisse a ciascun paese? Chi è sopra questo limite deve ridurlo, chi è sotto può raggiungerlo? Da questo scaturisce un nuovo confronto ricchi-poveri? Si riproduce, in ogni paese, lo stesso ragionamento che si fa fra paesi? È un nuovo criterio per impostare l'imposizione fiscale? Lo chiamiamo lusso sostenibile? Eco-lusso? Ma soprattutto: siamo pronti?” Pellegrini per rispondere alle domande poste e realizzare pragmaticamente il tutto, propone una sorta di “paternalismo libertario”. E fa un esempio: Wal-Mart sta chiedendo ai suoi fornitori una sorta di patente dei prodotti e dei servizi offerti. È una strada da seguire.

Consumo glocale

Ovvero l'arte di particolarizzazione dell'universale e universalizzazione del particolare. La glocalità è stata raggiunta prima dal consumatore e poi dalle imprese: “Immigrazione, viaggi, villaggio globale della comunicazione e più di tutto internet e social network senza confini” creati e usati all'infinito in tutte le nazioni. Ma anche ricombinazione di culture diverse in una sorta di fusion globale che coinvolge Stati, economie, commerci, religioni, storie, sentimenti tritando il tutto in un frullatore dagli esiti imprevedibili. Il consumo glocale è una sorta di insieme di miliardi di particolarismi e di comportamenti che, soprattutto nel web, assomigliano a una gigantesca Babele che sfugge ai controllori ma non ai controllati che ne approfittano per approfondire ulteriormente i loro micro comportamenti.

Il Pil è in crisi e allora si moltiplicano i tentativi di misurare la ricchezza al di là della semplice somma di beni e servizi scambiati sul mercato (vedere anche MARK UP n. 181 a pag. 13). Ed ecco il fiorire di nuovi nomi e definizioni: Gross national happiness, Living condition index, Indice di benessere e altri ancora. “Cosa cercano di misurare?” si chiede Pellegrini. Chi conosce il professore sa che la domanda che si pone è inquietante per un macro-economista di maniera come lui è. Risposta: i servizi, l'immaterialità e nuove aggregazione di categorie. Ma la valorizzazione dell'immaterialità, dice Pellegrini, porta con sé il rischio di una seria banalizzazione del largo consumo: “Si può debanalizzarlo aggiungendo immaterialità? Forse si con il low cost”.

È, davvero, il futuro del largo consumo o di parte di questo? Personalmente non sono d'accordo, ma è un punto di vista, come tanti altri.

Il futuro sarà contrassegnato da tre trend

  • Consumo responsabile: dobbiamo fare spazio a due terzi dell'umanità. Il consumo responsabile a livello di sistema non sarà un'opzione, sarà possibile con il “paternalismo libertario”.
  • Consumo glocale: è la particolarizzazione dell'universale e l'universalizzazione del particolare. Il fusion combina culture, idee e prodotti diversi producendone di nuovi.
  • Consumo di immateriali: si moltiplicano i tentativi di misurare la ricchezza al di là della semplice somma di beni e servizi scambiati sul mercato. Quelli più difficili da misurare sono proprio i prodotti/servizi immateriali. Sono l'unica via di scampo del largo consumo.

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