Lusso e digitale: matrimonio con partner

L'evento organizzato a Milano da FiloBlu fa il punto sulle aziende del lusso e sul loro crescente coinvolgimento nell'omnicanalità e nella digitalizzazione della shopping experience.

Le aziende del lusso manifestano sempre maggior coinvolgimento nell'omnicanalità e nella digitalizzazione della shopping experience, perché questo richiedono i clienti, e perché il contesto competitivo è divenuto più articolato, a causa di una crescita del comparto attestatasi su valori del 2-3% annui. Il digitale dunque potrebbe essere una leva strategica rilevante per le aziende italiane, che si distinguono per creatività e qualità, ma non sempre per le dimensioni, soprattutto guardando ai mercati cinese e del Sud Est Asiatico in generale. Del tema si è parlato in occasione dell'evento organizzato a Milano da FiloBlu, azienda veneta focalizzata sull'accelerazione del business sui mercati globali grazie al digitale. Secondo l'indagine di The Boston Consulting Group, risultato di interviste fatte a 10 mila consumatori del lusso, il 60% degli acquisti di questa tipologia di prodotti sono influenzati dal web.

Il consumatore si aspetta una shopping experience fluida e integrata tra fisico e digitale, e si aspetta di essere riconosciuto presso ciascun canale, ovunque nel mondo. I consumatori più digitali sono i Millennials e gli asiatici, basti pensare che i cinesi valgono oggi il 30% dei consumi globali del lusso, mentre gli americani valgono circa il 23%, e gli europei il 20%. Se i cinesi cercano qualità e stile, come afferma Christina Fontana, senior manager, business development di Alibaba Italia, l'ingresso in un nuovo mercato con un sito monomarca non è sempre conveniente: “Più cauta e vincente è la strategia che punta a valorizzare le eccellenze italiane in un marketplace popolato da milioni di utenti, come Alibaba”. FiloBlu si inserisce in questa transizione proponendosi come partner dei brand italiani in Cina, grazie a due società aperte rispettivamente a Shanghai e a Hong Kong, attraverso le quali riesce a garantire la logistica.

Alibaba lavora con third partner, come FiloBlu -spiega Christian Nucibella, Ceo & founder di FiloBlu- che prima analizza tramite assessment realizzati sia in azienda sia per verificare la logistica. Sicuramente in Italia non ci sono ancora trade partner che abbiano sede sia in Italia che in Asia, quindi ci siamo trovati quasi naturalmente. Le piattaforme aperte in Cina funzionano già per i negozi fisici. Poi abbiamo aperto uno shop in shop su Lazada con Lamborghini, stiamo ultimando quello su T-Mall. Oltre ad Alibaba ci sono anche altri marketplace cinesi verticali, con i quali lavoriamo già da tempo

Oltre alla consulenza in fase di ingresso in nuovi mercati, FiloBlu si occupa delle fasi di order&reorder, la gestione del b2b: “Con alcuni marchi siamo partiti prima con order and re-order, poi con il b2c -spiega Nucibella-: un'esigenza fortissima, spesso non riconosciuta dal brand, anche se la strategia del reorder e delle collezioni più corte potrebbe essere più incisiva”.

Un'azienda che cerca di essere innovativa anche nell'organizzazione interna, con una squadra affiatata (al punto da assumere un campione di rugby per impararlo) e un ambiente che premia capacità e creatività: “Il modello è quello di Google -aggiunge Nucibella-, anche se in Italia è complicato, e anche un sistema premiante per la persona è limitato dalla contrattualistica. Il passo successivo sarà il gaming: visto che c'è tanta innovazione, c'è anche la voglia di confrontarsi e di sfidarsi su certi argomenti, o fare insieme squadra per raggiungerli. Credo cercare di costruire un ecosistema aziendale nel quale far esprimere le persone sia ancora un valore”.

 

 

 

 

 

 

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