Managerialità, creatività, giovani, incubatori, didattica innovativa

I possibili ingredienti per una ricetta di sviluppo

Il ruolo delle imprese nella società è di tutta evidenza e rilevanza: se mancano le imprese non prolifera lo sviluppo e la crescita sociale. Ciò soprattutto in condizioni ambientali nelle quali l’improvvisazione, l’intuizione ed il caso non possono considerarsi – come in passato è talvolta accaduto – fattori determinanti per il successo imprenditoriale. Questa scontata asserzione genera, alla luce della crescente competitività e rischiosità dei mercati, un interrogativo.

Si ha ancora voglia di fare impresa?

Se la risposta è, auspicabilmente, positiva (i dati sulla nati-mortalità delle imprese indicano un elevato tasso di turnover imprenditoriale – che evidenzia, nel contempo, un elevato livello di cessazioni –), ci si domanda allora: chi dovrebbe avere questa propensione se non i giovani e, forse ancor di più, quei giovani che studiano le imprese?

Il tema, pur con la sua semplicità, racchiude molteplici spunti di riflessioni soprattutto per chi “per mestiere” fa il docente di management e si trova quotidianamente dinanzi ai giovani ed alla loro vitalità che, spesso, presenta interessanti spunti di creatività e ingegno.

Ecco allora che “ricerca scientifica, didattica, servizio/terza missione” (ovvero i compiti che tradizionalmente rientrano nel mestiere del docente – cfr. Gambardella, Vicari 2014 http://www.sinergiejournal.it/pdf/94/ospite.pdf –) possono perfettamente integrarsi nell’individuazione di formule di didattica innovativa grazie alle quali sperimentare metodologie utili a stimolare e (per quanto possibile/opportuno) indirizzare le citate doti.

Molteplici sono gli esempi nazionali ed internazionali grazie ai quali si sono generate realtà territoriali capaci di incentivare la propensione all’imprenditorialità tramite modelli di incubazione e stimolazione delle idee d’impresa. Si pensi, ad esempio, all’esperienza di “Singularity University” (http://singularityu.org/), benefit corporation, nata nel 2008 presso il centro di ricerca della NASA con la partecipazione di imprese del calibro di Google, Philips, Caterpillar. Puntando sulle “Tecnologie Esponenziali” (ovvero le innovazioni tecnologiche che generano effetti su milioni di persone), nel periodo 2009-13 ha generato 23 startup, 20 brevetti, dieci progetti di ricerca di interesse generale e, inoltre, ha raccolto 100 milioni di dollari.

Le esperienze internazionali e gli studi dimostrano, quindi, l’utilità della formula degli Incubatori per lo sviluppo di un tessuto economico-sociale teso verso il futuro e, naturalmente, proiettato verso l’innovazione (si veda tra questi la ricerca della Banca d’Italia https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2014-0216/index.html). Anche queste realtà –come tante organizzazioni oggi- vivono un momento di revisione dei loro tradizionali assetti e richiedono nuove competenze e professionalità atte a condurre i giovani verso il mercato.

Diventa, quindi, necessario ampliare la didattica universitaria – con modalità non necessariamente rientranti nei tradizionali (e spesso rigidi) schemi ministeriali – per diffondere la cultura manageriale tra gli studenti (non solo di Economia) che intendono sperimentare la possibilità di fare impresa. Puntando, anche, sull’interdisciplinarietà e sui contributi diretti del mondo imprenditoriale e manageriale, si può, quindi, indirizzare le intuizioni e le idee dei giovani cercando, ove possibile, di farle diventare imprese con una solida base di cultura manageriale.

Senza quest’ultima, infatti, è assolutamente impensabile oggi creare e condurre un’impresa anche quando essa è di piccole dimensioni. La complessità dei mercati richiede, competenze e conoscenze di management derivanti dalla ricerca e che possono ottenersi con idonei percorsi formativi realizzabili all’interno delle Università, ma con formule differenti, innovative, sperimentali.

Su questa scia, si inserisce l’esperienza di crowdfunding “Voglio fare impresa!” (avviata sulla piattaforma Eppela www.eppela.com) promossa dal Dipartimento di Scienze dell’Economia dell’Università del Salento per finanziare lo startup giuridico delle due idee di business più innovative che saranno sviluppate dai partecipanti nell’ambito dell’Incubatore di idee (https://www.economia.unisalento.it/790). Con tale formula di raccolta di risorse, grazie all’impegno dei giovani studenti ed alla fiducia riposta dal Territorio di riferimento negli organizzatori, si è raggiunto in appena 15 gg sui 40 disponibili l’obiettivo di raccolta di 4.000,00, chiudendo poi la campagna con 6.035,00 euro grazie a 121 donazioni.

L’iniziativa, tra le prime in Italia promosse nell’ambito delle Università, ha consentito di perseguire diversi obiettivi che vanno dalla sperimentazione di una innovativa formula di finanziamento, a tecniche di social media marketing, alla pianificazione di azioni di coinvolgimento territoriale, al rafforzamento della fiducia e dell’autostima nei giovani coinvolti.

Come docenti di management credo, in definitiva, si debba promuovere lo sviluppo di modelli didattici innovativi (anche attraverso la formazione a distanza e l’apprendimento permanente) che valorizzino al massimo le potenzialità delle nuove tecnologie e, contemporaneamente, puntino sempre più all’avvicinamento della didattica ai temi della ricerca manageriale, costruendo intorno ai nostri studenti una rete di relazioni immediatamente spendibile in ambito lavorativo.

 

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