Uni Glasgow: Mangiare meno carne salverà il pianeta

Il consumo eccessivo di carne innalzerà inevitabilmente le temperature globali a livelli pericolosi: un recente studio mette in l’allarme esortando i governi riluttanti ad agire. La popolazione mondiale in rapida espansione pone una grande sfida per gli agricoltori. Un rapporto pubblicato nel novembre 2015 da Chatham House, associazione indipendente britannica, e dall’Università di Glasgow, ha esaminato la connessione tra il consumo di carne e latticini con il cambiamento climatico. Quasi un terzo delle terre coltivate del mondo viene utilizzato per coltivare alimenti per animali. Nella sola UE, il 45% della produzione di grano viene utilizzato per questo scopo.Carne_Reparto

A livello globale, i problemi connessi con l'aumento del consumo di carne sono destinati solo a peggiorare. "Si prevede che il consumo mondiale di carne aumenterà del 76% entro il 2050 la metà del secolo. La “transizione proteica” coinvolge tutte le aree del mondo in via di sviluppo: non appena aumenta il reddito, aumenta anche il consumo di carne" - secondo il rapporto Chatham House. La domanda di carne nei paesi sviluppati, invece - avverte il rapporto - ha raggiunto un plateau e il consumo si è stabilizzato a un livello che è considerato "eccessivo". In questo modo sarà più difficile raggiungere l'obiettivo delle Nazioni Unite di limitare l'aumento della temperatura globale al di sotto di 2° C, rispetto ai livelli pre-industriali. “Questo non è sostenibile – secondo lo studio. Una popolazione mondiale in crescita non può convergere sui livelli di consumo di carne dei paesi sviluppati senza enormi costi sociali e ambientali [...]”.

Carne_Ott2014“La produzione di massa di carne impatta sulla vita delle persone in tutto il mondo, sull'ambiente, sulla biodiversità e sul il clima – spiega Adrian Bebb, attivista di Friends of the Earth Europe. Esistono alternative sostenibili e ad esse deve essere data la maggiore priorità nell'agenda pubblica. Ciò che mangiamo non è più una questione privata”. Il rapporto di Chatham House raccomanda ai governi l’attuazione di campagne di sensibilizzazione a livello nazionale creando sinergie tra obiettivi ambientali e obiettivi politici, come ad esempio la gestione dei costi sanitari.

Sul piano politico, il rapporto dice che il cambiamento delle diete richiederà "strategie globali" che combinano la promozione di alternative senza carne nei supermercati, con altre iniziative per sostenere il prezzo della carne. Tra questi la “rimozione dei sussidi diretti o indiretti al settore zootecnico”, la sovvenzione di alternative a base vegetale, o “interventi per aumentare il prezzo della carne e di altri prodotti non sostenibili, come ad esempio una tassa sul carbonio. La capacità del governo di influenzare le diete è in aumento, ruolo che diviene via via sempre più ben accetto da parte dei consumatori”, conclude il rapporto.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome