Mapic Food&Beverage 2018. Cncc: il centro commerciale può vincere l’eCommerce

L’esperienza e il servizio dei centri commerciali e il prezzo competitivo offerto dagli outlet sono elementi di grande competitività insieme all’integrazione tecnologica dei servizi. I pareri dei player più importanti

La tavola rotonda organizzata dal Cncc al Mapic di Milano ha evidenziato molteplici spunti, soprattutto in tema prospettico. Introdotta da Massimo Moretti, presidente del Cncc, ha raccolto il punto di vista di alcuni leader di mercato real estate.

Pierre Marin, Ceo di JLL Italy ha dato una fotografia del mercato retail. Il 2017 è stato positivo con un +25% di investimenti. Un mercato caratterizzato da abbondanza di liquidità ma mancanza di progetti. Si è assistito a una riduzione dei rendimenti e la tendenza di molti investitori alla semplificazione dei portafogli. Nel 2017 il mercato retail ha registrato complessivamente investimenti per 56 miliardi di euro con una crescita del 2%, in un trend che prosegue nel 2018. In particolare è l’outlet che cresce maggiormente grazie alla sua caratteristica di saving offerta al consumatore. L’outlet è un’alternativa molto interessante all’online. Geograficamente è l’Europa centrale che cresce maggiormente.
Per Pierre Marin, in Italia il mercato ha sofferto della mancanza di asset di qualità con molti centri commerciali secondari e in parte obsoleti con l'incidenza di molti vincoli a limitare la crescita. Il capitale degli investimenti in asset class in Italia è prevalentemente europeo con assenza di investitori italiani e americani. Nel 2017 sono stati investiti 800 milioni di euro e si prevede che entro fine giugno, nel 2018 si possa arrivare a 1,4 miliardi di euro di investimento. La pipeline del 2018 fa presagire performance migliori rispetto al 2017 con il nord Italia in posizione predominante anche se vi sono segnali di movimento al sud Italia.
Per quanto riguarda i rendimenti si assiste a una stabilità sia per i centri commerciali, sia per gli outlet. Diverso è l’andamento per l’high street in cui i prezzi al metro quadrato elevatissimi fanno prevedere una pendenza della curva che da elevata, tenderà alla stabilizzazione.

Per Cushman &Wakefield il tema del death mall è da analizzare in modo più attento di quanto fatto finora. In prima istanza perché i mercati sono tutti diversi e perché la concorrenza è un elemento costante in qualsiasi settore: l’eCommerce non fa differenza. Per esempio in Usa la densità dei centri commerciali procapite è dieci volte quella italiana. Oggi l’eCommerce è prevalentemente Amazon, un player che a fronte di una crescita enorme e un fatturato corrispondente, ha margini molto limitati. Per Joachin Sandberg di C&W, non è l’eCommerce ad abbattere l’industria dei centri commerciali ma un insieme di fattori anche endogeni che possono essere gestiti e pilotati. Il futuro è nel consolidamento anche dei consumatori che si dimostrano fedeli all’esperienza. In defintiva, sono i format che devono adeguarsi ed evolvere anche con un incremento del turnover tra aperture e chiusure.

Per Alessandro Mazzanti, ceo di Cbre Italia, la tecnologia ha una valenza determinate nella crescita e trasformazione dei centri commerciali. Ma come Cbre immagina il futuro? Con un’integrazione fortissima tra la realtà dell’acquisto e quelle personale. Per esempio con camerini prova intelligenti che uniranno l’offerta nel punto di vendita con il guardaroba personale in modo interconnesso per offrire delle proposte personalizzate. Le superfici di vendita potrebbero diventare degli showroom dove la merce acquista sarà consegnata a casa. Questo significa l’azzeramento dello spazio dedicato al magazzino dello store. Un grande cambiamento tutto da verificare.

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