#Marca2020: il futuro sostenibile e responsabile della mdd italiana

Dal 2021 a tutti i fornitori agricoli diretti della gdo sarà richiesta l’iscrizione alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”. I numeri green della mdd oggi

#Marca2020

Un futuro sempre più sostenibile e socialmente responsabile per la mdd italiana, con tanti obiettivi e step concreti messi a punto per realizzarlo e contribuire a un più ampio sviluppo green del Paese. Questo uno dei temi al centro di MarcabyBolognaFiere 2020, appuntamento fieristico di riferimento per il comparto.

I numeri attuali dell'impegno sociale e sostenibile mdd
Secondo il rapporto realizzato da The European House-Ambrosetti e Adm (Associazione Distribuzione Moderna) mdd e gdo creano e attivano nel tempo una quota significativa di occupazione lungo la filiera: con 410.000 collaboratori diretti la distribuzione moderna alimentare si conferma il quarto settore economico su 245 per crescita occupazionale in Italia.

Il 50% dei gruppi della distribuzione ha una funzione aziendale che presidia il tema della sostenibilità e nella maggior parte dei casi riporta a una figura apicale all’interno dell’azienda. I due terzi delle aziende mdd partner ad elevata intensità di marca del distributore (>75%) hanno introdotto obiettivi di sviluppo sostenibile rispetto al 25% delle aziende a bassa intensità di marca del distributore.

Infine, le eccedenze alimentari recuperate dalla distribuzione sono aumentate di sei volte negli ultimi sette anni e un supermercato medio in Italia ha ridotto i consumi elettrici del 30% dal 2005 al 2018. Nell’ultimo anno, inoltre, i punti vendita che aderiscono alla rete del Banco Alimentare sono cresciuti del 43%.

Il rapporto con la politica e la direzione futura
Come già preannunciato dalla ministra Bellanova, a partire dal 1° gennaio 2021 a tutti i fornitori agricoli diretti della distribuzione sarà richiesta l’iscrizione alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”. Non solo: anche i partner della mdd, lungo la loro filiera di approvvigionamento, saranno chiamati a far sì che i propri fornitori agricoli siano iscritti alla “Rete del lavoro agricolo di qualità”.

Di cosa stiamo parlando? La “Rete del lavoro agricolo di qualità” è un organismo, promosso dal Mipaaf e istituito presso l’Inps, che si concretizza in un elenco “certificato” di imprese agricole – a seguito di domanda presentata dalle stesse all’Inps - in regola con le disposizioni in materia di lavoro, legislazione sociale, imposte sui redditi e valore aggiunto.

Si tratta di un ulteriore impegno assunto dalla distribuzione moderna in ambito di responsabilità sociale, dopo la sottoscrizione nel 2017 di un protocollo di intesa con il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali per promuovere percorsi che favoriscano, nella filiera agricola e agroalimentare, trasparenza, equità, legalità e rispetto dei diritti dei lavoratori, a partire dal contrasto al caporalato e allo sfruttamento in agricoltura e dal divieto delle aste online al doppio ribasso.

La dichiarazione di questa nuova responsabilità sociale è stata fatta, alla presenza della Ministra Bellanova, congiuntamente da tutti i rappresentanti della gdo: Giorgio Santambrogio (presidente di Adm), Marco Pedroni (presidente di Coop Italia), Francesco Pugliese (Ad di Conad), Claudio Gradara (presidente di Federdistribuzione):

“La distribuzione moderna vuole essere un forte propulsore dello sviluppo sostenibile del Paese, anche attraverso ciò che viene fatto con la marca del distributore. Ci siamo quindi rivolti alla filiera per stimolare comportamenti etici e responsabili, in linea con la nostra visione e con le nuove esigenze dei consumatori. Il tema del lavoro in agricoltura è estremamente critico: occorre prendere iniziative per garantire legalità e rispetto dei contratti. Per questo abbiamo assunto l’impegno di lavorare, a partire dal 2021, solo con fornitori agricoli che ci assicurino queste condizioni attraverso l’iscrizione alla 'Rete del lavoro agricolo di qualità'. Sarà necessario impegnarsi a fondo, da parte nostra e dei nostri fornitori ma anche da parte delle istituzioni, che devono aiutarci rendendo semplice e veloce l’iscrizione delle imprese agricole alla 'Rete del lavoro agricolo di qualità'. Siamo convinti che lavorando insieme, imprese e istituzioni, si possano ottenere risultati importanti, per sconfiggere una piaga che affligge il nostro Paese”.

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