“La varietà del commercio è un bene da salvaguardare”
Dott. Sangalli, qual è il bilancio della sua esperienza di presidente di Confcommercio? Che ruolo avranno le associazioni di categoria tra vent’anni?
Credo che in futuro, indipendentemente dalle possibilità e modalità di interlocuzione e dialogo che si potranno instaurare con chi governa il Paese, le rappresentanze di impresa continueranno ad avere un ruolo fondamentale che è quello di aiutare il Governo a comprendere le ragioni delle imprese, a prendere le decisioni giuste e a rafforzare la coesione sociale. È un compito insostituibile. Non dimentichiamo poi che i corpi intermedi fanno sempre bene alla democrazia quando riescono a coniugare l’interesse particolare con quello generale. Ritengo, quindi, che non si debbano mai perdere di vista gli obiettivi fondamentali di questa azione che sono quelli di lavorare per favorire, e non frenare, le riforme, modernizzare le relazioni sindacali, innovare e creare le condizioni ideali per far crescere l’economia e creare nuovi posti di lavoro. Modernità e cambiamento che abbiamo avviato con impegno e determinazione anche dentro “casa nostra”. Infatti, durante la mia presidenza abbiamo cambiato gli assetti organizzativi, introdotto il bilancio sociale, adottato un nuovo statuto, favorito le aggregazioni territoriali. Questo, proprio per essere in linea con i cambiamenti del mercato e delle imprese.
I momenti epocali di Confcommercio: quali eventi/momenti ne hanno determinato l’attuale assetto?
Se per assetto intendiamo il riposizionamento della Confederazione nel quadro economico, politico e istituzionale del Paese, più che di singoli episodi parlerei di un lavoro e un impegno costante e crescente nel tempo di tutto il nostro sistema associativo e di tutto il gruppo dirigente che insieme a me, con vero spirito di squadra, ha lavorato finora. Un lavoro svolto soprattutto su temi che riguardano i problemi strutturali delle imprese che Confcommercio rappresenta: pressione fiscale da record mondiale, spesa pubblica fuori controllo, consumi, illegalità, credito, infrastrutture, mercato del lavoro, burocrazia. E come l’abbiamo fatto? Attraverso un rafforzamento delle iniziative su questi temi e soprattutto con analisi e proposte specifiche. Un esempio per tutti le attività della Confederazione nel corso dell’anno: come il Forum di Cernobbio, i convegni su tasse e trasporti, la giornata sulla legalità e il prossimo forum dedicato al turismo.
Com’è cambiata la figura del commerciante e come sarà nel futuro?
Al commercio di vicinato si è aggiunta negli anni la sempre maggiore concorrenza delle grandi superfici. Si conferma così che il pluralismo distributivo è un modello caratteristico del nostro Paese che, proprio grazie alla competitiva compresenza di imprese di piccola, media e grande dimensione, ha sempre assicurato un adeguato livello di servizio in termini di prezzi e di offerta a tutti i consumatori. Il pluralismo distributivo è un valore che si rafforza se ha un’unica, grande voce di rappresentanza. C’è dunque spazio per tutti, sia per crescere che per specializzarsi. Il “piccolo” deve concentrarsi nel migliorare qualità e servizio, diventando un vero e proprio specialista del settore grazie alla competenza e all’affidabilità, è questa la chiave fondamentale per il futuro. Nostre recenti ricerche indicano che quasi l’80% dei consumatori e degli stessi operatori è convinto che tra dieci anni i negozi presenti nei centri storici e nelle città ci saranno ancora. A condizione che facciano sempre più innovazione e sperimentazione. E questo si integra con il ruolo, altrettanto importante, che ha la Gdo nel nostro mercato.
Parlando di futuro, come vede i consumi nei prossimi anni?
In linea con una ripresa debole, come è quella attesa per il 2015-2016, anche i consumi delle famiglie non avranno quello slancio necessario a recuperare una parte significativa di quell’8% in quantità perso tra 2007 e 2013. La crescita della domanda interna, nel prossimo biennio, sarà dunque molto contenuta, con valori prossimi all’1%. Ecco perché bisogna disinnescare al più presto due ‘bombe’ per evitare che la legge di stabilità peggiori la crisi: l’aumento delle tasse locali, come denunciano le Regioni per i tagli ritenuti insostenibili, e gli aumenti dell’Iva previsti dalla clausola di salvaguardia nella legge di stabilità, che potrebbero sottrarre ai consumi 65 miliardi nel prossimo triennio. Famiglie e imprese non potrebbero sopportare un ulteriore aumento della pressione fiscale e una riduzione del reddito disponibile, e quindi è necessario scongiurare questo rischio e iniziare subito un percorso certo, graduale e sostenibile di riduzione delle tasse.
Il ruolo di Expo
Expo 2015 rappresenta una grandissima opportunità per Milano e per tutta l’Italia. Confcommercio si sta impegnando con una presenza nei padiglioni e per valorizzare il ruolo delle imprese. Expo è anche un momento importante per puntare sul valore strategico dell’ospitalità, nell’accezione che include ricettività, ristorazione, trasporti, tempo libero. Internet ha radicalmente cambiato il modo di approcciare i viaggi e la ricerca di ristoranti, musei, mostre.