Meno tasse e più consumi o la ripresa resta un sogno

Editoriale – Fatto il governo, adesso bisogna fare l'Italia. O meglio rifarla da cima a fondo dopo le devastazioni che negli ultimi trenta-quarant'anni hanno dilapidato il patrimonio costruito con il boom economico.(da MARKUP 219)

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Economia in ginocchio, imprese piccole e grandi allo stremo, debito pubblico salito alle stelle, disoccupazione ai massimi da molti anni a questa parte, calo degli investimenti esteri in Italia, burocrazia da Stato borbonico, tassazione vessatoria per gli onesti e vita facile per gli evasori (l'ultima stima sul sommerso è di circa 180 miliardi di euro l'anno).
Il nuovo governo dovrà prendere in mano le macerie di questo disastro e ricostruire un clima, una società, un Paese diverso.
Più che la cancellazione dell'Imu, battaglia di bandiera ma destinata a rimettere nelle tasche della maggior parte degli italiani poche centinaia di euro l'anno, gli interventi in campo economico si dovranno concentrare su tre obiettivi chiave:

■ evitare il rialzo di un punto dell'Iva atteso per la prossima estate;

■ diminuire drasticamente il cuneo fiscale dando fiato alle imprese e mettendo soldi veri in tasca ai lavoratori dipendenti (che le tasse le pagano ogni mese senza scappatoie);

■ favorire la ripresa dei consumi interni su livelli capaci di trainare la crescita.

Solo di export non si può vivere, come abbiamo visto in questi ultimi anni nonostante le brillanti performance di molte imprese nazionali sui mercati esteri, e si rischia di non riuscire nemmeno a sopravvivere. La ripresa vera e duratura passa da un serio recupero dei livelli di consumo interno, dal ritorno di una domanda che è lentamente scemata fino a riprendere abitudini di spesa più simili a quelle dei nostri nonni (risparmio a qualsiasi costo) che dei nostri padri (risparmio sì, ma con qualche sana concessione).

A leggere i dati dell'Istat sembra che qualcosa si stia muovendo: nel mese di aprile l'indice del clima di fiducia è aumentato a quota 86,3 dall'85,3 di marzo. Una lettura più attenta mostra tuttavia come migliori la componente relativa al clima complessivo del Paese e non quella che fotografa il clima di fiducia personale. Così come sono negative le attese dei consumatori alla voce occupazione.
Restano però in positivo (finalmente) le opinioni sull'acquisto dei beni durevoli (da -114 a -102) e le attese sulla dinamica dei prezzi mostrano un rallentamento della dinamica inflazionistica.
Operare tagliando l'imposizione fiscale, restituendo ossigeno a un sistema ormai asfittico, è la pietra angolare sulla quale costruire un nuovo sistema economico, una spirale virtuosa capace di squarciare la pesante cappa di sfiducia che sovrasta l'Italia da ormai sette anni.
L'aumento dell'Iva e una nuova manovra fatta di tasse e non di tagli veri a uno Stato sanguisuga dimostrerebbero che invece, ancora un volta, si è intrapresa la direzione sbagliata.

ml@ilsole24ore.com

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219_Editoriale

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