Milano chiama Europa: al via Europe City Milano

Il primo festival diffuso sull’Europa dal 9 al 13 maggio 2019. Il modello Milano tra investimenti e intangible assets veicolati dalla società civile

Secondo l’ultimo studio di Scenari Immobiliari, nel decennio a venire Milano sarà la capitale europea leader per capacità di attrarre nuovi capitali per il settore immobiliare. Un primato negli investimenti per 13,1 miliardi di euro che staccano Monaco (10,8 miliardi), Amsterdam (10,2 miliardi), Stoccolma (9,5), Dublino (9,1) e Madrid (8,7). A Milano c’è chi parla di “benefico caos” per riassumere l’atmosfera che si respira e per anestetizzare il disagio dato dai cantieri in corso ma appare chiaro che  puntare sul capoluogo lombardo è un riconosciuto investimento e non una scommessa: dall’investimento di Porta Nuova del Qatar, agli australiani di Lend Lease che hanno vinto la gara per la realizzazione del campus scientifico dell’Università Statale nell’area Expo, ai capitali arabi per la zona di Garibaldi-Repubblica e per l’area Falck, a molti altri. Non si tratta solo di business district e di torri terziarie, come per quartieri come Symbios al Vigentino e di Innovation district con nuovi centri commerciali e esperienze come quella di Cascina Merlata con il laboratorio sociale Uptown, ma di un vera e propria spinta propulsiva in moltissimi settori che fanno brillare Milano nel contesto Europeo.

Città globali

Ma quali sono i fattori che determinano una crescita così importante nel panorama europeo? Milano è, da sempre, una città connotata da un marcato pragmatismo. Non è un caso che, nella storia, sia sempre stata iniziatrice di moltissimi percorsi e processi, abbracciando le cause più diverse, e sapendo trarne le opportunità per crescere, sia in termini economici che non. Si parla in continuazione di “Modello Milano”, intendendo sottolineare le molteplici eccellenze (e talvolta unicità) di opportunità e situazioni che il capoluogo meneghino, ad oggi, riesce a proporre per sé e come potenziale ispirazione per gli altri. Questa vivacità cittadina ben emerge anche dai molteplici “urban ranking” che cercano di prendere le misure della realtà della città.  Milano, infatti, rientra a pieno titolo in quelle che sono definite le città globali, così battezzate dalla sociologa Saskia Sassen nel suo lavoro Cities in a World Economy del 1994 (Milano per l’esattezza è classificata come città globale Alfa +). Sulla base di questo approccio, proposto dalla Sassen, le città diventano luoghi di intersezione tra globale e locale, che permettono di capire il mondo contemporaneo, mettendo quasi in secondo piano gli stati nazione, e potendosi concentrare sui rapporti tra metropoli interconnesse, che si distinguono secondo i più diversi parametri. Questo approccio è funzionale per meglio comprendere il posizionamento di Milano nel contesto europeo, speciale di per sé, a livello istituzionale, sociale, economico e non solo, essendo l’Unione europea, lungi dall’essere perfetta, la forma più avanzata al mondo di gruppo regionale per integrazione (rispetto ad esempio all’Unione Africana, all’Asean - Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, l’Unasur - l'Unione delle nazioni sudamericane, ecc).

Metriche e limiti

L’Osservatorio Milano, uno strumento annuale redatto su commissione del Comune di Milano da Assolombarda di concerto con diversi centri studi specializzati, permette di misurare l’attrattività e la competitività di Milano nel confronto internazionale (https://www.osservatoriomilanoscoreboard.it/). Dall’ultimo studio rilasciato dall’Osservatorio, di fatti, il capoluogo lombardo si colloca tra le prime cinque aree urbane in Europa in ognuna delle vocazioni identificate come prioritarie a livello internazionale e a elevato potenziale di crescita: scienze della vita, agroalimentare, manifattura 4.0, arte-cultura e design, e finanza. Milano risulta, quindi, non solo geograficamente, un crocevia per l’Europa ed un caso studio interessante per contestualizzare il diffuso interrogativo sul sopracitato Modello Milano: replicabile e sostenibile oppure coincidenza aliena nella stagione del populismo e sovranismo? Difficile una risposta univoca, in cui, però, i numeri dell’economia (si pensi che Milano da sola produce il 10 per cento del Pil nazionale) parlano chiaro, premiando il brand Milano e restituendo l’immagine di una città viva e vibrante. Tuttavia, non tutto luccica, e gli effetti negativi della globalizzazione, in una città globale come Milano, non fanno sconti ad una fetta importante di esclusi, di spettatori marginali, di attori trascurati, molto spesso giovani. Addirittura c’è chi parla di due città, vedendo nelle periferie come una doppia cittadinanza: Rogoredo, Giambellino, Stadera, solo per citare alcuni quartieri complessi. Volendo usare una metafora tratta dal dibattito europeo, Milano appare proprio una città a due velocità. Vi è, però, un dato che, in questo contesto, permette di fare la differenza, ed è il ruolo della società civile.

Europe City Milano 2019

Tantissime e varie sono le realtà attive a Milano su questo fronte, in tutti i campi. Tuttavia, un’iniziativa nella sua prima edizione, che va nella direzione di voler contribuire al dibattito culturale sull’Europa nell’attuale congiuntura storica con le elezioni europee 2019 alle porte è Europe City Milano 2019, il primo festival diffuso sull’Europa che avrà luogo a Milano dal 9 al 13 maggio 2019. Milano, per quanto sopra descritto, risulta essere il luogo ideale per ospitare un nuovo esperimento collettivo di narrazione del concetto di Europa in tutte le sue possibili declinazioni, con l’ambizione e l’obiettivo esplicito di coinvolgere anche chi altrimenti non lo sarebbe dai circuiti più tradizionali. Il format è quello del festival diffuso, che vedrà decine di eventi gratuiti svolgersi contemporaneamente in luoghi inconsueti della città: dai centri culturali, alle case dei privati, dai bar alle gallerie d’arte, fino ai luoghi simbolo della città, come Mare Culturale Urbano, Base Milano, Triennale, Pirellone, Teatro Franco Parenti, Siam e Cascina Cuccagna. Nel corso dei quattro giorni, sarà possibile trovarsi coinvolti nella simulazione di un interrogatorio cui vengono sottoposti i migranti durante la procedura di richiesta di asilo oppure in una performance di storytelling cantato o di teatro danza, passare da un talk sull’architettura in Europa con Stefano Boeri ad un concerto folk della band Joe Victor, da un incontro su comunicare l’Europa con Francesco Costa (Il Post) o sulle ragioni che tengono insieme l’Europa con il Prof. Antonio Padoa-Schioppa, ad una rassegna cinematografica al Cinemino, da un dibattito sulla politica di sicurezza europea con il Presidente del Comitato Militare dell’Ue, ad un quiz con i ragazzi delle scuole milanesi condotto da Costantino della Gherardesca, passando per una serata dedicata ai luoghi comuni che separano e allo stesso tempo avvicinano Germania e Italia, per finire con una performance di danza all’ultimo piano di Palazzo Pirelli (Pirellone). Europe City Milano 2019 (https://www.europecitymilano.com/), organizzato dall’Associazione Civetta (https://associazionecivetta.it/), in collaborazione con H+, agenzia milanese specializzata in eventi diffusi, ha come cifra il coinvolgimento del pubblico, spogliando l’Europa dalla sua veste eccessivamente istituzionale e burocratica per riavvicinarla e renderla accessibile a tutti i cittadini, colmando il divario informativo e di possibilità tra le diverse anime della città sul tema Europa.

 

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