Mondazzoli sì, ma deve cedere Bompiani e Marsilio

Ok dall'Antitrust, ma deve vendere Marsilio e Bompiani. E rispettare altre nove clausole finalizzate ad attenuare gli impatti monopolistici e discriminatori tipici del dominio assoluto di mercato

L'Ok condizionato dell'AGCM (Autorità garante della concorrenza e del mercato) al grande e discusso coniugio editoriale tra i due publisher più importanti d'Italia (Mondadori e Rizzoli) pone un termine positivo (l'indagine Agcm doveva chiudersi il 31 marzo 2016), seppur non ancora definitivo, sulla megaoperazione Mondadori-Rizzoli che ha creato il Minotauro Mondazzoli, espressione coniata, pare (lo ha comunque precisato anche Vincenzo Mollica nel recente coccodrillo televisivo), da Umberto Eco, per indicare con crasi di sonorità più spregiativa che ironica, il nuovo gruppo editoriale conseguente all'acquisizione da parte di Mondadori del ramo libri di Rcs Media Group per un valore di 127,5 milioni di euro.
Mondazzoli è un'impresa da quasi 600 milioni di ricavi, 4.000 titoli solo nelle novità, una quota nella filiera del libro pari a circa il 40% (25,6% Mondadori, 12,1% Rizzoli), e una panoplia di marchi editoriali che hanno la storia e il valore di veri e propri blasoni: Mondadori, Sperling & Kupfer, Piemme, Einaudi (fra i principali di Gruppo Mondadori), e sul fronte Rcs Rizzoli (Bur e Librerie incluse) Bompiani, Marsilio, e nel settore educational La Nuova Italia, Fabbri, Sansoni per la scuola, Calderini.
Alcuni di questi blasoni saranno staccati dalle mostrine del nuovo generale d'armata del mercato editoriale: i primi sono Marsilio e Bompiani.
Inoltre l'Autorità ha imposto altre 9 regole da rispettare. Fra le quali, per esempio, la rinuncia alle clausole di esclusività che le case editrici (non solo Mondadori) si arrogano (scrivendole sui contratti) per le opere successive che l'autore andrà a pubblicare, a far data dal contratto: una clausola discriminatoria. Un'altra "condicio sine qua non" per l'avallo dell'accordo è l'impegno, da parte del nuovo Pantagruele dell'editoria italiana, a non discriminare in termini di accordi commerciali relativamente alle scontistiche, le librerie tradizionali dalle catene e dai clienti privilegiati (quelli che, come accade sia nel retail specializzato sia nei canali Fmcg) concorrono alla formazione di un forte quorum negli indici di assorbimento.
Poi dovranno trovare spazio sui portali e sulle piattaforme di eCommerce anche gli editori e le etichette indipendenti.

Marsilio e Bompiani veleggiano altrove
Dei summentovati marchi editoriali, Bompiani e Marsilio escono dalla scuderia Mondazzoli per ritornare l'uno (Marsilio) alla famiglia De Michelis che ne è già proprietaria (circa il 44%), e l'altro (la mitica casa editrice di "Val" Valentino Bompiani, fondata nel 1929, e che ha pubblicato quasi tutto Eco) per finire forse in Gems, il secondo e unico polo editoriale alternativo a Mondazzoli: una sorta di desiderato "back home" visti legami parentali tra i Bompiani e i Mauri: Valentino Bompiani era il fratello della nonna di Stefano Mauri, l'attuale ad Di Gems. La casa editrice Adelphi non rientra più da tempo nel perimetro dell'acquisizione e rimane un player indipendente.

Con la cessione di Bompiani e Marsilio, la quota di mercato del nuovo colosso si ridurrebbe al 32,6%, sempre molto alta, con leadership nei tascabili (57%) e una primazia nel settore scolastico. Bompiani+Marsilio hanno una quota aggregata del 3% (fonte: Repubblica). Con l'eventuale acquisizione di Bompiani, Gems salirebbe a circa il 14,5% del mercato.

 

La sede di Mondadori: il palazzo di Oscar Niemeyer a Segrate

Stato dell'arte dell'editoria italiana
Il Rapporto sullo stato dell'editoria in Italia 2015 (Aie-Associazione italiana editori) fornisce un consuntivo del 2014 e alcune tendenze dei primi 6 mesi (gennaio-giugno) 2015. Il fatturato totale dell'editoria italiana nel 2014 è sceso del 3,6% a 2,6 miliardi di euro: vuol dire ricavi minori per 97,5 milioni di euro. Fra le tendenze evidenziate dall'Aie l'unica di segno positivo è quella relativa all'aumento di diritti venduti all'estero: sono saliti a 4.914 titoli, l'8% della produzione nazionale. È un fenomeno non nuovo, un andamento di segno positivo che dura da almeno cinque anni.
L'Aie sottolinea anche il calo dei prezzi (-6,4%) nell'editoria cartacea (ma anche ebook: -6,1%), al netto di Iva, fenomeno che, mi si consenta, io lettore non riscontro per nulla nella mia esperienza: a me sembra che i prezzi dei libri siano invece aumentati e anche tanto, soprattutto nelle novità.
Di seguito una tabella con l'andamento del mercato per canali: i dati 2014, quelli disponibili, li abbiamo anticipati sopra. Il resto dell'articolo si basa ancora sui dati 2013 che però fotografano una realtà che non ha subito alcun mutamento significativo.

Mercato del libro: andamento 2010-2013

(valori in milioni di euro)

Canali 2010 2012 2013
Trade (librerie, Gdo, store on line) 1.447,0 1.321,0 1.258,0
Altro trade 62,9 52,3 51,6
Educativo 696,2 654,9 620,0
Digitale (e-book, banche dati) 125,6 185,8 215,6
Rateale, collezionabili, book club 739,0 520,2 404,0
B2B, export 161,3 120,4 111,0
Usato, non-book 174,2 262,5 311,8
Collaterali (libri) 60,4 60,9 53,7
Totale (tranne collaterali 3.406,2 3.117,1 (-8,5%) 2.972,0 (-4,7%)

FONTE: Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2014, ufficio studi Aie

Alle "Big Five" il 60% del mercato

Mondadori (25,6%) e Rizzoli (12,1%) controllano quasi il 38% del mercato. Gli altri leader (Gruppo GeMS, Gruppo Giunti, Gruppo Feltrinelli e De Agostini) assommano il 23,2% con GeMS (10,2%) e Giunti (6,1%) in testa.

Quindi, 5 gruppi (Big Five) fanno oltre il 61% del mercato editoriale (varia+fiction+educational). Solo nel canale trade (librerie, gdo, store on line) i ricavi aggregati dei due gruppi editoriali (559,2 milioni) corrispondono al 44,5% del giro d'affari del mercato (1.258 milioni di euro nel 2013, dati Aie più recenti), anche se il giro d'affari totale (fonte: Aie) nel 2013 è di 2.972 milioni di euro. Inoltre il nuovo gruppo controlla il 55% dei titolo più venduti nel 2014 e 7 scrittori best seller su 10 hanno pubblicato nel 2015 per le etichette di Mondazzoli (fonte: L'Espresso, 15 ottobre 2015).
Dopo i big five (Mondadori-Rcs-Rizzoli, Gruppo Gems, Giunti, Feltrinelli, De Agostini) la voce "altri editori" o "editori minori"copre circa il 38,5% del restante mercato. Mondadori controlla anche una consistente rete di librerie, circa 600, quasi tutte in franchising: un canale in crescita, considerando l'alto e necessario tasso di conversione delle librerie indipendenti sempre più in difficoltà. Le catene (es. Mondadori e La Feltrinelli) controllano il 43,5% del mercato retail (fonte: Nielsen, 2014), seguite dalle librerie (34,9%), dalla gdo (15%) e da Internet (6,6%) esclusa Amazon. La quota delle catene è aumentata di 130 punti base (42,2% nel 2013), quella delle librerie è invece calata di 70 punti base (35,6% nel 2013) , la Gdo ha perso 90 punti base, e l'e-commerce ne ha guadagnati 30.

La situazione del retail fisico (ultimi dati disponinili)
Riprendendo gli ultimi dati disponibili Aie, la filiera editoriale nel 2014 ha sviluppato un fatturato di 2.526,1 milioni di euro, -3,6%. Se includiamo anche no-book, export, B2B e usato, la flessione si attenua (-2,2%). Ma il mercato totale ha perso 223,6 milioni di ricavi rispetto al 2012. L'unico settore senza segno meno è l'editoria per ragazzi e bambini: +5,9%. Il settore educational aumenta addirittura dell'84,1%.

Le librerie rappresentano in generale un mercato in calo per il quarto anno consecutivo: nell’ultimo quadriennio il libro cartaceo ha perso circa il 20%. Ma nell'audio e home video si segue ormai un’irreversibile china discendente: la musica vale 140 milioni di euro, i video games hanno registrato un -20% negli ultimi due anni. Il libro rappresenta per una catena come Feltrinelli il 70% delle vendite. Nel 2014 (1° semestre, dati Nielsen. Fonte: Aie-Associazione italiana editori) il livello delle vendite nel canale trade (librerie, gdo, store on-line) è sceso ancora (-6,6% a valore e -9% a volume) perdendo quasi 34 milioni di euro rispetto allo stesso periodo del 2013 e 3,7 milioni di copie. La diminuzione è ancora più accentuata nella gdo  e nelle librerie indipendenti (-15,0% e -7,5%). Dal 2010 al 2013 il mercato editoriale nel suo complesso ha perso 430 milioni di euro di fatturato.

e-book: quota raddoppiata in 5 anni
Sempre in base ai dati Aie, l'insieme di e-book+servizi rappresenta oggi il 9,4% del mercato: era il 4% nel 2010. La quota dell'e-commerce, che veicola però anche il libro tradizionale, è arrivata al 12% contro il 5,1% del 2010.

La produzione di titoli di e-book è aumentata del 43% passando dalle 28.500 manifestazioni del 2012 alle 40.800 del 2014. L'offerta e-book è arrivata a coprire oltre il 12% dei titoli in commercio.

Ssecondo Nielsen in Italia ci sono quasi 2 milioni di lettori di e-book (+17% vs 2012) contro i 22 milioni di lettori tradizionali (ma in calo del 9%).

EDITORIA: CIFRE CHIAVE DEL MERCATO

  • EDITORI: 4.534 (1.190 con più di 10 titoli all'anno)
  • TITOLI PUBBLICATI: 61.000 (-3,5% per la varia, +26,7% le manifestazioni digitali)
  • NUOVE USCITE: 30.961 (40.800 manifestazioni)
  • STOCK VIVO: 861.000 manifestazioni (più edizioni dello stesso titolo), +6%
  • STOCK VIVO DIGITALE: 158.000 manifestazioni, +52,7%

Fonte: Rapporto sullo stato dell'editoria in Italia 2015 - Aie-Associazione italiana editori

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