Motivazione e benessere organizzativo: driver della Csr

Francesca Benini sales & marketing director Civ & Cantine Riunite

Corporate Social Responsibility: non solo green, ma flessibilità, motivazione e benessere organizzativo, parole chiave del 2023. Un tema sempre più diffuso che, se qualche anno fa era rappresentato da manifesti che proclamavano visioni e valori ambiziosi, oggi è diventato un vero modus operandi e alle aziende viene richiesto di dimostrare la fattiva azione etica e sociale.

A maggior ragione perché, come da una recente indagine Doxa, emerge che il 70% della popolazione mondiale ritiene sia importante essere a conoscenza dei comportamenti socialmente responsabili dei brand di cui si è clienti. Il 62% dice che i comportamenti socialmente responsabili di aziende e brand influenzano le loro decisioni di acquisto e gli acquisti di quasi 7 consumatori italiani su 10 sono guidati dall’impegno dei brand nei confronti della sostenibilità.

Ma chi all’interno delle aziende lavora e promuove la responsabilità sociale? Oltre agli aspetti che riguardano la tutela per l’ambiente e i diversi programmi che le aziende stanno attuando, un tema centrale nel 2023 sarà il rapporto fra il dipendente, l’ambiente di lavoro e l’azienda, reso ancora più cruciale non solo per i noti temi dell’inclusione, del gender gap e della leadership al femminile, ma soprattutto per l’empowerment e l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Tema che la pandemia e il post covid hanno enfatizzato come ricerca di un benessere individuale, che si rispecchia nel lato sociale dell’ambiente di lavoro e nel rapporto fra individuo, carriera e datore di lavoro. Ne deriva che la formazione e il miglioramento delle competenze dei propri dipendenti e dei giovani saranno centrali nei prossimi anni per promuovere e aumentare la diversità nella forza lavoro e garantire che ogni dipendente abbia accesso alle stesse opportunità di crescita. Si tratta di implementare piani concreti per guidare la trasformazione all’interno dell’organizzazione e riqualificare l’ambiente di lavoro attraverso empatia, flessibilità, ascolto attivo e consapevole. Più ci si concentra sulle proprie persone, più si avrà successo, migliorando il clima aziendale e la gestione delle fasi di cambiamento e ottimizzando il potenziale delle risorse. Oltre alla rilevanza della sostenibilità ambientale e a una attenta gestione delle risorse umane, un’attenzione particolare sarà sempre più destinata allo sviluppo del territorio in cui l’azienda si colloca. Perché il risultato di un’impresa si misura, non solo sul risultato economico raggiunto, ma anche attraverso la capacità di combinare gli economics con il contributo che l’azienda dà alla comunità in cui opera, aprendo nuove prospettive di sviluppo professionale. Da qui ne deriva l’inserimento, oggi solo nelle grandi aziende, di Csr manager, che, oltre a spaziare fra la dimensione sociale e ambientale, sono in grado di gestire le relazioni con gli stakeholder interni ed esterni. Sarà quindi necessario disporre di maggiori risorse strumentali e investimenti sulle competenze, unitamente al bisogno di fare networking e di stringere partnership strategiche con professionisti esterni. Ma, se da un lato, molte aziende italiane si sono attivate sul fronte green, quante invece sono pronte a gestire un processo di trasformazione capace di valorizzare le risorse interne, attraverso la gestione dei talenti, programmi di flessibilità e di equilibrio vita lavorativa e privata? E, ancora, quante stanno strutturandosi per avere al proprio interno figure professionali in grado di gestire i processi interni e il networking verso l’esterno e verso le comunità di riferimento? Queste sono le vere domande a cui dare una risposta se si vuole inaugurare il 2023 con una prospettiva di medio-lungo termine.

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